Io sto con la cicala. Perché la formica è turbocapitalista – Recensione di Cinzia Picchioni

cop gumeroli io sto con la cicala-1Fausto Gusmeroli, Io sto con la cicala. Perché la formica è turbocapitalista, emi, Bologna 2013, pp. 64, € 4,50

Il libro che presentiamo questa settimana fa parte della Collana «infralibri» (e infatti in quarta di copertina troverete il disegno di una ciabatta infradito), cioè «pubblicazioni a stampa di formato tascabile, economiche ed ecologiche, utili per farsi un’idea esatta su un argomento importante, leggere di peso e di linguaggio», ma anche «opuscoli delle edizioni emi per migliorare il mondo da se stessi». La Collana è nuova e annovera due altri titoli significativi: Come cambiare il mondo con i nuovi stili di vita e Elogio dell’insicurezza. Il libro di Gusmeroli è – a parte l’estrema eleganza della veste grafica e della scelta di carta e colori – piccolo, agile, essenziale; e per «spiegare» il titolo riporta la «poesiola» di Gianni Rodari:

Chiedo scusa alla favola antica,
se non mi piace l’avara formica.
Io sto dalla parte della cicala,
che il più bel canto non vende, regala.

Ma non solo: nella quarta di copertina troviamo un’indicazione «dal punto di vista della cicala»:

«Il cambiamento, un vero sovvertimento, comincerà da un altro modo di guardare alla vita, al domani. Con gli occhi della cicala, è la provocazione di questo libretto. E se fosse lei ad avere ragione, invece della formica di Esopo? Nella favola, la formica è accumulo, crescita a tutti i costi, competizione, fretta. Egoismo. La cicala è utopia».

Attraverso le pagine (stampate su una carta che ricorda quella, bellissima, «da pizzicagnolo», giallo paglierino) l’autore ci racconta perché sta dalla parte della cicala, attraverso un Indice particolare, composto da capitoli che consigliano «Non più la crescita, ma il limite», «Non più i consumi, ma il ben-essere», «Non più l’antropocentrismo, ma il cosmo centrismo», «Non più la fretta, ma la lentezza», insomma, «Una lettura diversa» sia della famosa favola, sia del suo messaggio.

In mezzo alle parole, adatte anche a un pubblico giovane (se non altro per il prezzo e la veste del libro) nomi già noti come Alex Langer, Ivan Illich, Noam Chomsky, Erich Fromm e diversi altri citati nella Bibliografia.

In tempo d’estate – e di cicale – un regalo da fare a tutti, per letture sotto l’ombrellone (lievi ma profonde). La casa editrice, emi di Bologna, desidera farci sapere che il suo marchio «emi-sferi», nel frontespizio del libro, è «lo scaffale Emi dedicato al nostro mondo com’è, e come lo vorremmo».

Come lo vorremmo? Senza canti ma con la dispensa piena? Con i canti e condividendo la dispensa? Con qualcuno che canta e non fa provviste, qualcuno che fa provviste e le condivide con chi canta e rende meno gravoso il suo lavoro? Abbiamo bisogno solo delle provviste? O abbiamo bisogno anche del canto?

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