Sistemi di difesa alternativa per gli stati – Johan Galtung

Senato della Repubblica, Roma: Vostre Eccellenze, Ministro degli Affari Esteri, Difesa, Unione Europea:

SISTEMI: Un riorientamento

[1] Transarmo: gli Stati usano gli eserciti per la difesa, per l’offesa e le guerre. Si vis pacem, para bellum, la pace attraverso la sicurezza tenta di includerle entrambe; ma il potere militare offensivo minaccia, provoca la corsa agli armamenti, anche le guerre. Si vis pacem para pacem, la sicurezza attraverso la pace non comporta il disarmo lasciando regioni, stati e livello locale privi di difesa; piuttosto, implica l’identificazione di conflitti e traumi sottostanti alla violenza al fine di risolverli, la costruzione di relazioni pacifiche tra stati, e una difesa difensiva “qualora fosse necessaria”.

[2] Non allineamento: la solidarietà e l’aiuto alle vittime di un’aggressione dovrebbero essere decise sulla base della causa specifica dell’aggressione, non sull’appartenenza a un’alleanza. Ciò implica il transarmo della NATO e dell’UE a una difesa difensiva regionale, e una difesa collettiva mondiale guidata dalle Nazioni Unite sotto un comando militare rappresentativo di tutti i paesi.

[3] Essere utili agli altri paesi: sviluppando relazioni talmente positive che altri desiderino potenziare, invece di distruggere il paese. Ci sono molti modi: attraverso un commercio che apporti mutui benefici, un turismo che promuova natura e cultura, mediante il sostegno nel caso di gravi sofferenze provocate da catastrofi sociali e naturali, mettendosi al servizio come esperti di peacebuilding.

[4] Essere meno vulnerabili:

  • decentramento politico-militare cosicché un’aggressione contro un qualsiasi settore del sistema non paralizzi l’intero paese; la resistenza, e una vita più normale, possono continuare.
  • autosufficienza economica, soprattutto energetica e alimentare, considerandola solo come una possibilità in caso di emergenze, per sfuggire alla tentazione di attaccare altri se il commercio fallisce, mantenendo i settori economici – primario, secondario, terziario, e quaternario – intatti; producendo il più possibile al proprio interno per soddisfare i bisogni fondamentali, procurandosi il resto all’esterno, attraverso il commercio.
  • difendersi dallo spionaggio non avendo segreti: il transarmo opera apertamente, per prevenire e dissuadere. Adottare un’economia maggiormente cooperativa e meno competitiva (più cooperative, meno aziende); invitare altri a unirsi.

ALTERNATIVE: Costruire la Pace

[5] Risoluzione dei conflitti. Conflitto significa obiettivi incompatibili; risoluzione dei conflitti significa rendere gli obiettivi compatibili in modo accettabile e sostenibile per tutte le parti coinvolte. Il metodo è il dialogo con tutte le parti per mappare gli obiettivi e verificarne la legittimità; cercando poi di unire gli obiettivi legittimi attraverso il compromesso o creando qualche nuova realtà. Far diventare la ricerca di soluzioni una componente della cultura e dei media, non soltanto la ricerca della “vittoria”. Costruire un sistema generalizzato di educazione e di prassi di risoluzione dei conflitti locali e globali. (1)

[6] Riconciliazione dei traumi. Liberare il passato riesaminando eventi traumatici, riconoscendo gli errori commessi, dialogando sul perché di quanto accaduto, costruendo insieme futuri di pace; facendo diventare l’orientamento alla riconciliazione una componente della cultura e dei media; non limitandosi soltanto al “dimenticare”. Costruire un sistema generalizzato di educazione e di prassi di riconciliazione dei traumi locali e globali.

[7] Empatia per creare armonia. Promuovere la conoscenza di come appare il mondo da altri punti di vista, non solo il proprio: di genere, generazione, etnia, classe, nazione, stato, regione, civilizzazione – di professioni come quelle quelle economiche, militari, religiose, politiche. Sviluppare la capacità di soffrire per le sofferenze altrui e di gioire per la felicità degli altri, per l’armonia. Comprendere i loro traumi e le loro glorie costituisce una considerevole parte dell’educazione in geografia e storia nell’era della globalizzazione.

[8] Cooperazione. Costruire progetti da cui derivino benefici mutui e uguali, anche attraversando confini conflittuali e linee di faglia in generale, per la parità di genere, tra generazioni, etnie e nazioni, stati e regioni, civilizzazioni, e per una massiccia riduzione della diseguaglianza.

  • Politicamente questo richiede regionalizzazione, uno stato un voto.
  • Militarmente questo richiede solidarietà tra regioni e al loro interno.
  • Economicamente questo richiede transazioni con effetti collaterali paritari a lungo termine, come le sfide poste da uno sviluppo ulteriore e dall’ambiente.
  • Culturalmente questo richiede più della semplice tolleranza: il dialogo basato sul mutuo rispetto e sulla curiosità, e l’apertura a un mutuo apprendimento.

DIFESA: Difesa difensiva

[9] Non-offensiva, non-provocatoria, installando soltanto quei sistemi d’arma che saremmo disposti ad accettare negli altri, limitati alla difesa; non per offesa, attacco, guerra. Questo richiede sistemi d’arma e piattaforme a corto raggio; fossati invalicabili, terreni minati, autoblinde, munizioni di precisione [PGM, Precision-guided munition], motosiluranti [MTB, Motor Torpedo Boat], artiglieria costiera, elicotteri, difesa anti-aerea, anche attraverso radar duali, solo per la difesa.

[10] Difesa Militare Convenzionale (DMC) per controllare linee di confine terrestri, marittime e aeree, senza provocare una corsa agli armamenti, né suscitare la paura di una guerra.

[11] Difesa Para-Militare (DPM), basata sulla milizia, disseminata e sostenuta localmente, che utilizzi tattiche di guerriglia, preparata per il lungo termine.

[12] Difesa Non-Militare che prepari e addestri la popolazione a forme di disobbedienza civile/non-cooperazione di massa verso qualsiasi regime illegittimo che s’imponga al paese, in cooperazione con DMC e DPM dei punti precedenti.

[13] UN MINISTERO DELLA PACE per il coordinamento del maggior numero possibile dei 12 punti precedenti e delle loro sezioni e sottosezioni. Potrebbe dipendere dalla Presidenza del Cosiglio dei Ministri.

Per un paese che basi la propria sicurezza sulla pace, non allineato, utile agli altri, invulnerabile, che si occupi di mediazione dei conflitti e dei traumi rilevanti, di grande empatia e con progetti equi, dotato solo di armi non-provocatorie, preparato a difendere i propri confini e ogni parte del proprio territorio attraverso una difesa militare e non militare e coordinato da un Ministro della Pace, un attacco è molto improbabile.

Per un paese con sistemi d’arma a lungo raggio, con alleanze aggressive, non utile agli altri, vulnerabile, con un approccio al conflitto orientato alla vittoria e affetto da amnesia rispetto ai traumi inflitti, autistico, sfruttatore, privo di difesa difensiva e di un Ministero della Pace, l’attaccare, e l’essere attaccato, sono altamente probabili. La maggiore parte dei paesi sono un ibrido di questi due modelli.

Un paese con un alto punteggio non è solo più sicuro, ma è un dono per il mondo, circondato da cerchi di amicizia che si espandono; un paese con un basso punteggio è una minaccia, circondato da nemici. La Svizzera in Europa e il Nepal in Asia sono paesi ad alto punteggio, quasi mai attaccati; l’UE in Europa e l’ASEAN in Asia sono esempi di regioni dove le guerre sono (quasi) impensabili.

NOTE:

(1) Vedi: in Francia, “La Loi Peillon per la formazione sulla prevenzione e risoluzione nonviolenta dei conflitti” per gli insegnanti e tutto il personale della scuola in formazione iniziale e continuativa, nel quadro delle Scuole Superiori della Didattica e dell’Educazione [ESPE, Ecoles Supérieures du Professorat et de l’Education], approvata il 25 giugno 2013.

 

23 luglio 2013

Traduzione di Silvia De Michelis per il Centro Studi Sereno Regis

Titolo originale: Systems of Alternative Defense for States

http://www.transcend.org/tms/2013/07/systems-of-alternative-defense-for-states/

3 commenti
    • nanni salio
      nanni salio dice:

      Cara Serena, il tuo sintetico commento merita una risposta. Da molto tempo, anche da noi in Italia, è in corso un dibattito sull'alternativa ai modelli di difesa militari aggressivi, offensivi, come quelli della NATO di cui facciamo parte. E' un dibattito che risale almeno agli anni 1980, ma anche prima. Galtung è sempre stato uno dei nostri principali interlocutori. L'audizione al Senato è stata possibile grazie all'attuale composizione del Parlamento che vede un nutrito gruppo di parlamentari più sensibili a questi temi, da Giulio Marcon al M5S ad altri ancora. Il problema vero non è se noi ne siamo all'altezza, ma la nostra politica clientelare e subalterna agli USA, come si vede dalle numerose vicende che caratterizzano la nostra politica estera e di difesa: dalla questione dei MUOS, agli F 35, alle cosiddette "missioni militari umanitarie". Anche da noi esiste un "complesso militare-industriale", sebbene non di dimensioni spaventose come quelle degli USA.
      Inoltre, in questo momento, i movimenti per la pace sono piuttosto deboli, frammentati e disgregati. L'opinione pubblica in generale è poco attenta a questi problemi, disinformata e succube delle notizie che vengono propinate dalla stampa dominante.
      Se vuoi saperne di più, o fare alcune letture mirate, visita la nostra biblioteca e troverai alla voce "difesa popolare nonviolenta" molti riferimenti. Oppure scrivici ancora e ti daremo altre informazioni. Mi puoi contattare direttamente al mio indirizzo: [email protected]
      Ciao Nanni Salio

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