Non per il potere – Recensione di Cinzia Picchioni

cop Alexander Langer, Non per il potereAlexander Langer, Non per il potere, Chiarlettere, Milano 2012, pp. 162, € 7,00

In effetti non so perché si debba recensire un libro così… sì, perché qualcosa che «parla» di Alex Langer andrebbe comperato e tenuto. Punto. Sì, lo so, non sono obiettiva… chi legge le mie recensioni sa che ho un debole per l’uomo in questione… ma chiunque l’abbia conosciuto soffre della stessa «Langer-mania». E ne abbiamo ben donde, ve ne renderete conto leggendo qua e là questo «instant Book» a cura di Federico Faloppa, che scrive:

«Era, la politica, una scelta continua, vitale, necessaria. O almeno questa è la prima impressione (forte, persistente) che si ha quando ci si avvicina – attraverso gli scritti, attraverso le testimonianze delle persone che lo hanno conosciuto – a una figura come quella di Langer. […] è nata l’esigenza di proporre, con questa antologia, una traccia che possa dare a chiunque la possibilità di ricostruire, seppur parzialmente, una storia e – soprattutto – un modo di riflettere, di agire, di vivere politicamente. Un modo unico, irripetibile per scelte, rigore, coerenza […]» (pp. IX e XI)

Il libro presentato è in effetti un’antologia di scritti di Langer, divisi in quattro «categorie»: lo sviluppo, la convivenza, scritti personali e la conversione (talune parole si trovano proprio sull’altro, recensito da poco, «La conversione ecologica»), ed è stato pubblicato per «rendere omaggio a una persona che ci ha creduto. Un politico vero che pensava di poter cambiare in meglio il mondo […]. Un uomo che il 3 lugliio 1995 ha preso la decisione estrema del suicidio». A Pian dei Giullari, vicino Firenze, lasciando un biglietto: «Non siate tristi, continuate in ciò che era giusto». Ricordando quei giorni, quando alla notizia della sua morte ci si domandava sconcertati: «Ma come? Se Alex si è ucciso, se neanche lui ce l’ha fatta… allora… è tutto inutile», mi tornano alla mente le parole – di Albert Einstein, credo – su Gandhi e sul fatto che le generazioni future forse non avrebbero creduto che un uomo così potesse davvero essere esistito. Ecco, siccome Langer non è più fisicamente qui, vorrei che si leggessero le sue parole, per assicurarsi che c’è stato, uno così (scusate la retorica, ma è più forte di me).

Ecco, adesso ho capito perché si è scritta questa recensione; perché chi non lo conosce lo conosca e perché chi l’ha conosciuto non lo dimentichi.

Poi, certo, c’è la suggestiva immagine in bianco e nero, quella che ti appare non appena apri il libro, e le belle immagini delle copertine degli altri «Instant Books» della casa editrice: Calamandrei, Balducci, Gramsci…

E per finire riporto qualche parola di Langer, dalla quarta di copertina, che «spiega» la scelta del titolo (bellissimo!): «Vorrei continuare ad apprezzare gli altri ed esserne apprezzato senza secondi fini. Forse anche per questo converrà tenersi lontano da ogni esercizio di potere».

Mi pare che non serva altro… il libro è nella Biblioteca del Centro Studi Sereno Regis (e nelle librerie, per chi lo voglia).

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