Il Parlamento. Discutendo con Beppe Grillo – Pietro Polito

“Il Parlamento ha ancora un senso? Va riformato, abolito?”.

La domanda posta da Beppe Grillo “nella sua foga in servizio permanente, sempre meno ironica e più rabbiosa”, tuonando contro tutti “quasi fosse un foco desideroso di ardere il mondo, ma ormai per frustrazione più che per nobile iconoclastia” (Andrea Scanzi), è una domanda seria che va presa sul serio.

Almeno per due motivi.

Un motivo è politico e può essere formulato così: “Ma come si fa a ignorare che il Parlamento nelle democrazie contemporanee – specie il Parlamento italiano – da qualche tempo a questa parte non dà certo buona prova di sé?”.

L’altro motivo è storico. Il capo dei Cinque Stelle non è certo il primo e non sarà l’ultimo a scagliare i suoi strali contro il Parlamento. Storicamente esiste un antiparlamentarismo di destra e di sinistra: l’antiparlamentarismo di sinistra mira allo slargamento del Parlamento verso il basso – la democrazia diretta al posto della democrazia rappresentativa –, l’antiparlamentarismo di destra persegue la cancellazione della democrazia attraverso la soppressione del Parlamento.

Dove si situa l’antiparlamentarismo di Grillo? In breve, direi che egli impasta argomenti di destra e di sinistra con una curvatura che dell’una e dell’altra tradizione accentua l’elemento autoritario su quello democratico. Se, come osserverebbe Aldo Capitini, la crisi del parlamento e della democrazia può essere affrontata dalla parte dell’uno o dalla parte dei tutti, mi pare fuori di dubbio quale sia la natura dell’antiparlamentarismo del movimento di Grillo.

Vediamo i suoi argomenti.

Primo: il Parlamento è inutile. Per Grillo, “una cosa è certa”, che il Parlamento oggi non serve praticamente a nulla. Sarebbe opportuno chiarire se l’accusa riguarda questo Parlamento che attualmente opera in Italia all’interno del quale agisce una nutrita pattuglia di parlamentari cinque stelle oppure l’istituzione parlamentare in quanto tale.

Secondo: il Parlamento non è rappresentativo. Egli osserva, non senza ragioni, che il “luogo centrale della nostra democrazia è stato spossessato dal suo ruolo di voce dei cittadini”. E, col suo linguaggio che non è il mio, descrive il Parlamento come “un corpo in agonia” che “emette sussurri, rantoli, gemiti … raccolti da volenterosi giornalisti per il gossip quotidiano”.

Terzo: il Parlamento è autoreferenziale. Qui la critica colpisce i deputati e i senatori che non sono eletti dal popolo ma “nominati dai dirigenti della “ditta” del pdmenoelle … e di un condannato in secondo grado per evasione fiscale che altrove sarebbe in fuga in lidi lontani”. Al di là del linguaggio più o meno colorito si può negare che questa rappresentazione della situazione italiana non sia sostanzialmente corrispondente al vero?

Quarto: il Parlamento è privo della sua autonomia. Grillo scrive che “i parlamentari nominati dai partiti non rappresentano nessun elettore, neppure se stessi”; che essi “sono solo impiegati con un ottimo stipendio adibiti a pigiare bottoni a comando”; che “qualcuno [di loro], scelto tra i più fedeli, viene utilizzato alla bisogna per raccontare frottole in televisione su canali lottizzati”. Gli domando: “Ma questo discorso non riguarda pure i deputati e i senatori cinquestelle?”. Direi proprio di sì.

Quinto: il Parlamento è stato privato del potere di fare le leggi. Secondo l’articolo 76 della Costituzione, “l’esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al Governo se non con determinazione di principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti”. Anche qui: come si fa a negare che il compito di fare le leggi si sia spostato dal Parlamento al governo? Si può non definirla con Grillo “una situazione degna di deliri da funghi allucinogeni”, ma in Italia il Parlamento funziona esattamente nel modo descritto da un comico pentastellare: “le leggi, al suo posto, le fa il Governo sotto forma di decreti a pioggia, quasi sempre approvati in aula. Il Governo, in teoria, ha il compito di governare, non di sostituirsi al Parlamento. Camera e Senato, sono diventati un luogo di nominati che approvano le leggi del Governo”.

Sesto: il Parlamento ha perduto il potere di sfiduciare il Governo in carica, secondo l’art. 94 della Costituzione. In effetti, l’avvento del governo Monti non è avvenuto senza alcun voto di sfiducia a Berlusconi? Osservo che le regole valgono quando l’avvicendamento è tra un governo di destra e uno di sinistra, tra uno di sinistra e uno di destra, anche quando subentra un governo del Presidente. (Al problema uno storico civile, Paolo Bagnoli, ha dedicato un prezioso libretto: L’eclisse. L’Italia del montismo e della “non politica”, Biblion, Milano 2013).

Settimo: “il Parlamento è incostituzionale in quanto il Porcellum è incostituzionale”, pertanto – afferma Grillo – pretendere di “cambiare la Costituzione su dettatura del pdl e del pdmenoelle” è una “follia”.

Sulla base di questi argomenti, Grillo si chiede: “A che serve questo Parlamento? A cosa servono le elezioni?”.

La sua risposta è senza appello: “Il Parlamento potrebbe chiudere domani, nessuno se ne accorgerebbe. È un simulacro, un monumento ai caduti, la tomba maleodorante della Seconda Repubblica. O lo seppelliamo o lo rifondiamo. La scatola di tonno è vuota. Ripeto: la scatola di tonno è vuota”.

Dunque: il Parlamento lo seppelliamo o lo rifondiamo?

Diffido e ho una reazione negativa quando sento discorsi che con argomenti anche più o meno in parte o in tutto condivisibili lasciano anche solo trapelare l’idea che in democrazia si possa fare a meno del Parlamento. Non c’è democrazia senza Parlamento e non c’è Parlamento senza democrazia.

L’immagine del parlamento come una “tomba maleodorante” ricorda troppo da vicino il “discorso del bivacco”, pronunciato da Benito Mussolini alla Camera dei deputati il 16 novembre 1922: “Con trecentomila giovani armati di tutto punto, decisi a tutto e quasi misticamente pronti ad un mio ordine, io potevo castigare tutti coloro che hanno diffamato e tentato di infrangere il Fascismo. Potevo fare di questa aula sorda e grigia un bivacco di manipoli: potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto”.

Ai privi di memoria giova ricordare due brani di Piero Gobetti, anch’egli inizialmente malato di antiparlamentarismo, successivamente a poco a poco divenuto persuaso dell’importanza e dell’irrinunciabilità del parlamento nella lotta per lui mortale contro il fascismo. Già all’inizio del suo percorso nell’articolo La nostra fede, prima dell’avvento della dittatura, nel 1919 scriveva: “Il regime rappresentativo non ha più il favore popolare. Ma che cosa volete sostituirvi? La teocrazia?”. Successivamente, il 2 novembre 1922, pochi giorni dopo la Marcia su Roma del 28 ottobre, afferma: “Ci ha amareggiato in questi giorni il vedere con quanta indifferenza sono considerate le libertà più elementari di stampa, di associazione, di parola. Il popolo nostro non le merita, non le sente, perché non le ha conquistate”.

Purtroppo non è vero che la storia non si ripete. L’abolizione o lo svuotamento di significato dei parlamenti è stata e continua a essere l’anticamera dell’abolizione o dello svuotamento di significato delle democrazie.

3 commenti
  1. Elisabetta
    Elisabetta dice:

    se sei un giornalista serio non puoi affermare ciò che stai affermando: cioè che il movimento 5stelle vuole abolire il parlamento..è diffamatorio ciò che dici e stravolge completamente il pensiro di Grillo e del movimento, dato che è nelle priorità assolute e nella lotta che stanno facendo i parlamentari pentastellati , proprio ridare la centralità al parlamento…quindi sei in malafede, come tutti i media maintream!

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  2. Silvio
    Silvio dice:

    Davvero non capisco come si possa commentare in questo modo, in alcuni passaggi, un post e le considerazioni di Beppe Grillo: ma li ha letti i vari post nel blog? Ha ascoltato le conferenze stampa , le interviste alle tv estere ? Ci sono migliaia di post che contengono molte risposte alle sue domande, ci sono anni di lavoro di Grillo come comico, nei suoi spettacoli, come "informatore" e critico scomodo che testimoniano per lui (paragonarlo a Mussolini per l'"assonanza" di alcune sue frasi e' veramente di una pochezza miserabile, visti i precedenti personali del vituperato (e sempre bandito dai media) B. Grillo; sarebbe come dire che Simone Weil e' antidemocratica e che ricorda Hitler per le idee contro la pluralita' rappresentata dai partiti senza aver letto la "Nota sulla soppressione dei partiti politici" e senza tenere conto della vita di Weil ). Per quanto riguarda i parlamentari 5 stelle eletti con l'attuale legge maialina come puo' dire: “Ma questo discorso non riguarda pure i deputati e i senatori cinquestelle?” Non sa che con il V-day furono raccolte, in una giornata, 350.000 firme autenticate a sostegno di una proposta di legge di iniziativa popolare per introdurre tre criteri nella scelta dei candidati al parlamento: nessuna condanna penale definitiva, un massimo di due legislature precedentemente svolte, ripristino della preferenza diretta da parte degli elettori, in sostituzione del voto di lista. Proposta di legge mai discussa in parlamento! A questi criteri pero' rispondono gli attuali parlamentari (non nominati ma eletti da un piccolo gruppo di iscritti attraverso le parlamentarie: piccolo ma significativo, simbolicamente e praticamente, all'interno di un meccanismo elettorale che NESSUNO ha voluto cambiare), Non vede lo sforzo di coerenza e l'esempio dato dalla maggior parte dei parlamentari 5*, la restituzione di meta' stipendio, rendicontazione della diaria ecc? Cosa potevano fare in pochi mesi? E quali sarebbero i canali lottizzati del movimento dove i parlamentari 5* vanno a raccontare frottole? MA la vede la tv, li legge i giornali? Mi citi UNA trasmissione di approfondimento politico favorevole al M5* o almeno obiettiva, dove non si tenti di denigrare Grillo, il movimento ecc. Si parla di scontrini, diaria, divisioni, dissidenti, epurazioni…. Grillo ed il M5* si battono per ridare centralita' al parlamento, per togliere i soldi eccessivi ai partiti, per avvicinare la "politica" alla gente. Per i privi di memoria RECENTE bisogna ricordare chi c'e' attualmente in parlamento: Carfagna, Calderoli, Lupi, Berlusconi e accoliti, fascisti di vecchia data e democristiani corrotti, mafiosi e condannati… Tomba maleodorante e' un vero eufemismo. "Lo svuotamento di significato dei parlamenti" non e' certo opera del M5* (e in alcuni passaggi lei lo riconosce). Quando Grillo dice "O lo seppelliamo o lo rifondiamo" intende ovviamente che il M5* va nella direzione di rifondarlo, mentre se si va avanti nel vecchio modo lo si seppellisce definitivamente (dopo averlo svuotato). Per capirlo basta leggere cosa dice Grillo in anni di post, interviste interventi in tv ecc.
    Saluti

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  3. Giancarla
    Giancarla dice:

    Anche a me sembra che l'intervento di Polito sia viziato come tutta la stampa dal pregiudizio 'antigrillino' . Anche se sono d'accordo sull'eccesso di rabbia manifestata dal comico . Da tempo comunque che l'articolista lo voglia o no i parlamenti di tutti i paesi sono stati esautorati dalla loro funzioni chè le decisioni più importanti sono prese altrove e a quanto pare anche Obama ne ha fatto e ne fa le 'spese'. Questo in sintesi . Quanto poi alle proposte costruttive mi sembra che l'unica cosa sia quella di educare alla democrazia diretta e partecipata . Val più accendere una candela che maledire l'oscurità . In questo caso io penso che l'unica candela possibile sia questa .

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