Un mondo ottagonale – Johan Galtung
Proviamo a dare uno sguardo al mondo dall’alto, proprio adesso. Con tutte le vicende drammatiche che vi si stanno svolgendo. C’è un Quadro Generale? Certo che sì, tutti noi ne abbiamo uno, ecco allora un tentativo, l’Ottagono, che si presenta così:
Otto grossi stati o regioni: USA, Russia, India, Cina, OIC (i 57 paesi musulmani), UE (27 [stati membri]), Africa (AU-Unione Africana, 54 paesi) e CELAC, [Comunità] America Latina e Caraibica, 33 paesi). Potremmo aggiungere Israele e Giappone agli USA ove il criterio sia la disponibilità a entrare in guerra con e per gli USA – ma Israele vuole che gli USA combattano le proprie guerre, e il Giappone, pur con i falchi giapponesi più che disposti a entrare nel club nucleare, è tuttora vincolato dalla sua costituzione che lo priva del diritto alla guerra. Sicché si stanno dando da fare per una nuova costituzione con un articolo per l’emergenza che potrebbe giustificare una presa di potere militare. Terribile. Si spera che la Germania non segua l’esempio.
Le otto entità certamente differiscono per livello d’integrazione: in senso orario dagli USA, molto alto per i 4 primi grandi stati, molto debole per l’OIC, alto per l’UE ma lacerato fra il creditore tedesco e i consoci debitori, molto debole per l’Africa, medio per la CELAC ma in rapida intensificazione. Ma i più deboli compensano con l’entità delle proprie popolazioni: l’OIC ben oltre i 1.600 milioni, l’Africa oltre 1.000 milioni, come l’India e la Cina; invece USA e UE sono sotto il mezzo miliardo; come la Russia.
Da un punto di vista economico, USA-UE sono in una strana crisi economica autodeterminata, malamente servita da quella pseudo-scienza chiamata economia – dicasi dottrina capitalistica –che si tratti dell’equazione Black-Scholes per il “giusto” prezzo dei derivati che trascura il campo di validità, degli erronei “reperti” circa l’impatto di un settore pubblico in contrazione sul settore privato, o dello scandalo Ramsey-Rogoff sulle relazioni fra debito e crescita; dottrina che conduce alla speculazione, al collasso e alle politiche d’austerità. Ma, benché gli economisti siano pagati per servire l’1% al vertice e si concentrino sull’economia come sistema, anziché sui mezzi di sussistenza ai livelli sociali più bassi, i politici non sono costretti a seguire i loro consigli a meno che siano da loro pagati per farlo. Gli economisti difficilmente impareranno da questo frangente, essendo intellettualmente rigidi, ma i politici possono sempre imparare a non prenderli sul serio.
C’è un circolo esterno – i BRICS – con il vantaggio comparativo di basarsi meno sull’economia neo-classica. La Business School di Harvard ha fama di aver soppresso molta della fiorente economia giapponese degli anni 1970; ora dedita a stampare moneta come USA e Gran Bretagna; i BRICS assorbono denaro. Ma, guardando la figura c’è una lacuna: nessuna economia musulmana importante. Con l’Arabia Saudita si avrebbero i BRICSS, stessa pronuncia; anche come la Cina fra i maggiori creditori. Ma la storia è chiara: l’Occidente–USA-UE – contro il Resto. Il 37% della popolazione mondiale vive nel segmento IC dei BRICS; il 60% in Asia; e sono popolazioni giovani smaniose di produrre e consumare, mentre USA-UE-Giappone – la vecchia Trilaterale – stanno invecchiando, e consumano assicurazioni sulla malattia.
Che aspetto assume un tal quadro da un punto di vista più prettamente militare?
Gli USA ovviamente cercano di neutralizzare l’autonomia latinoamericana/caraibica come fanno con i vari interventi e uccisioni selettive, Francia-Gran Bretagna-Italia cercano di riconquistare l’Africa, e il Giappone vuole una certa egemonia nell’Asia dell’Est. Non ci riusciranno: l’integrazione latinoamericana è già troppo avanzata. L’Africa ricupererà con l’Islam, e Abe non può basare una propria massiccia esportazione ai paesi che il Giappone ha brutalizzato senza impegnarsi in una riconciliazione che fa di tutto per evitare. Abbiamo la sensazione di tre fasce militari attraverso l’Ottagono.
Laggiù a sud c’è il Movimento dei Non-Allineati (NAM), che saggiamente si tiene alla larga e basso nelle spese militari, generalmente.
Nel centro temperato troviamo la vecchia NATO in espansione, che si lega al sistema AMPO USA-giapponese, anch’esso in espansione, guidato dal gigante con i piedi d’argilla stampati, il bilancio militare USA (con i francesi che stanno, saggiamente, riducendo il proprio bilancio). Basi Big Bang delle basi, che costano più dollari di quanto possano permettersi.
A Oriente troviamo la SCO – Organizzazione di Cooperazione di Shanghai in rapida espansione, che l’Occidente ufficialmente rifiuta di accettare come un fatto – con il nucleo musulmano centrasiatico-russo-cinese, e India, Pakistan e Iran come osservatori. Il segmento RC dei BRICS può espandersi ai suoi vicini di sigla. Scontri su Siria-Iran e in Asia dell’Est.
Ora, come evolverà ciò politicamente? Potrà l’Occidente, sfidato dal Sud e dall’Oriente, passare da una reactio mirata a reinventare il passato, a una proactio? Come potrebbe configurarsi una tale mossa?
Molto facile e molto inverosimile. Gli USA che accolgano la CELAC in termini uguali, e la UE che lasci che l’Africa sia Africa – gli USA che s’industrializzino e l’UE che si agriculturizzi in cerca di maggior autosufficienza; uno scambio fra uguali, intra-settoriale anziché inter-settoriale. Il Giappone che faccia lo stesso per l’Asia dell’Est. Gli USA che dismettano metà delle basi e metà del bilancio militare in questo turno governativo e nel prossimo. La Cina che lasci perdere il suo imperialismo marittimo, riprendendo le tracce di “quando il mondo era l’Asia”, fra il 500 e il 1500 d.C., e condoni il 50% del debito USA in cambio di un disarmo al 50% – impegnandosi a restare fedele alla sua politica di non-intervento militare. La SCO che cooperi, pacificamente. L’Occidente che si volga alla crescita spirituale, culturale e a un livello decente d’uguaglianza, avendo ravvivato la propria democrazia controllando la bancocrazia e la tecnocrazia.
Prognosi: l’Occidente corre come cavalli impazziti nella stalla in fiamme, facendosi male seriamente e passando il XXI secolo ad affondare nell’oblio; seguendo il primo decennio di auto-demolizione, usando come guida la negazione dei fatti. Tragico, purtuttavia. Preferiamo il piano A di cui sopra.
6 maggio 2013
Traduzione di Miky Lanza per il Centro Sereno Regis
Titolo originale: An Octagonal World
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