Dopo la crisi. Una nuova società possibile – Recensione di Nanni Salio

cop Alain Touraine, Dopo la crisiAlain Touraine, Dopo la crisi. Una nuova società possibile, Armando editore, Roma 2012, pp. 183

Nell’incessante flusso di libri che tentano di interpretare la grande crisi sistemica globale non poteva mancare la voce di Alain Touraine, che ne offre una interpretazione sociologica, proiettandosi ben oltre le analisi puramente economiche.

Ribaditi gli aspetti essenziali della crisi del capitalismo finanziario, quali la separazione dall’economia reale e l’enorme crescita della diseguaglianza sociale, Touraine mette in evidenza la debolezza degli attori sociali e il “silenzio delle vittime” (p. 40), conseguenza della frammentazione e disgregazione sociale creata dai meccanismi economici. Se queste sono osservazioni condivise da molti altri autori, in particolare nei numerosi lavori di Luciano Gallino, l’analisi di Touraine si caratterizza in cinque punti principali, che riassume nelle pagine conclusive del libro (pp. 181-183).

La prima tesi è “che non si tratta più… di una lotta di classe… La crisi è il risultato della rottura imposta dagli attori della finanza tra i loro interessi e quelli dell’insieme della popolazione”. Come ben sappiamo, le interpretazioni di questioni così complesse suscitano controversie e disparità di vedute. Non stupisce quindi che proprio Gallino abbia invece intitolato l’ultimo suo libro La lotta di classe dopo la lotta di classe (Laterza, Bari 2012).

Seconda tesi: “impossibilità di tornare al passato” perché “le società industriali sono state ferite a morte”.

Terza tesi: “la nostra sola scelta possibile è: o abbandonarci alle crisi fino alla catastrofe finale, o ricostruire un nuovo tipo di vita economica e sociale”.

E infine le due ultime tesi, che sono quelle più originali e utili per i movimenti che un po’ ovunque nel mondo stanno lottando e organizzandosi per contrastare l’attuale deriva globale.

Quarta tesi: “di fronte a un universo economico sempre più globalizzatola la sola forza di difesa possibile deve essere collocata al di sopra della realtà economica e sociale… Si tratta dell’ appello ai diritti universali di tutti gli esseri umani… Tema morale contro tema economico”.

Quinta tesi: “occorre trasformare al più presto possibile l’idea generale di rispetto dei diritti umani in nuove forme, vive e non solamente giuridiche, dei rapporti sociali. Bisogna anche rilanciare i movimenti femminili e la difesa di uno sviluppo sostenibile”.

Si può dunque concludere osservando che così come esiste una classe transnazionale di speculatori e super-ricchi (meno dell’1%) che detiene saldamente le redini del potere, è necessario che si costituisca il tanto auspicato, ma finora non realizzato, “Movimento dei Movimenti”. E’ l’insieme numeroso e variegato di gruppi, associazioni, movimenti che ovunque nel mondo già lottano e si impegnano per attuare e tutelare quel vasto insieme di diritti umani (di prima, seconda, terza e quarta generazione) che Touraine individua come l’obiettivo pincipale. Un obiettivo che può essere paragonato al tu-tutti e all’omnicrazia di Aldo Capitini, così come al messaggio evangelico e gandhiano del “partire dagli ultimi”, ma sinora rimasto ancora largamente inattuato.

E’ un cambio, un salto di civiltà indispensabile per la sopravvivenza del genere umano e per dare un senso più compiuto alla nostra presenza su questo pianeta.

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