Corpi Civili di Pace per la Difesa Popolare Nonviolenta

Gianmarco Pisa

La costruzione dell’alternativa alla violenza e un nuovo approccio alla gestione dei conflitti. Relegata in un cono d’ombra, dopo l’entusiasmo degli anni Novanta, l’esigenza di un’alternativa all’intervento armato torna alla ribalta, oggi che la guerra giunge a minacciare anche i nostri confini.

01_ Introduzione. Cosa si intende per Difesa Popolare Nonviolenta 

Si tende spesso a fare confusione tra i termini in uso presso il movimento per la pace e la nonviolenza per designare pratiche di difesa alternative a quella di tipo militare: è così che locuzioni come “difesa civile”, “difesa sociale” e “difesa popolare”, in particolare “nonviolenta”, finiscono talvolta per sfiorarsi, quando non per sovrapporsi.

In effetti, soprattutto nella riflessione dei teorici che le hanno designate, tali denominazioni non sono coincidenti. Se la “difesa civile” rappresenta una modalità (e più complessivamente un “modello”) di difesa del territorio con mezzi e strumenti civili e, di conseguenza, alternativa alla difesa militare, la “difesa popolare nonviolenta” costituisce un di più, trattandosi di una modalità e, quindi, un “modello”, di difesa alternativo a quello militare, realizzato con strumenti civili, con forte grado di consapevolezza, adesione e partecipazione a livello popolare e con l’adozione di metodi e pratiche ispirate alla nonviolenza, in specie gandhiana (Tullio F., 2001).

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Gianmarco Pisa | Istituto Italiano di Ricerca per la Pace – Rete CCP Corpi Civili di Pace | [email protected]

 

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