Viaggio al centro del lavoro

Laura Tussi

Antonio Pizzinato, in collaborazione con Saverio Paffumi, Viaggio al centro del lavoro, Editore EDIESSE, Roma 2012

Presentazione di Susanna  Camusso
Prefazione di Giovanni Bianchi
Testo conclusivo di Bruno Ugolini

COPERTINA-Viaggio_centro_lavoro_Pizzinato8-10-12Quando il caro amico Antonio Pizzinato mi ha fatto dono del suo libro dal titolo “Viaggio al centro del lavoro”, ho subito ricondotto il suo gesto al legame con la mia famiglia di origine. Una famiglia dalle forti e radicate tradizioni operaie: dalle filande alla Breda di Sesto San Giovanni. Ho subito intuito una volontà di dialogo e di passaggio del testimone tra generazioni. Un dialogo intergenerazionale che non si rassegna ai limiti anagrafici, ma li considera una ricchezza da valorizzare per lasciare un segno, con la trasmissione del portato valoriale della Memoria Storica, di padre in figlio.

Insieme con Fabrizio Cracolici, Presidente ANPI di Nova Milanese, abbiamo coinvolto Antonio Pizzinato nel progetto dal titolo “Per non dimenticare”, intrapreso fin dagli anni 1970, dalle Amministrazioni Comunali di Nova Milanese e Bolzano. E Pizzinato ha molto da raccontare e tramandare, in quanto protagonista e testimone diretto degli eventi, in rapporto alle lotte partigiane antifasciste, alle conquiste sindacali, con la rivendicazione dei diritti di operai e lavoratori. Un particolare: ho ricevuto il libro proprio nel frangente in cui, tramite PeaceLink-Telematica per la Pace, sto seguendo, con sentito interesse, le vicende dell’Ilva di Taranto.

Mi rendo conto di quanto Pizzinato si sia speso, in prima persona, per il diritto a un ambiente di lavoro non solo umano, ma anche salubre, per la conquista dei valori costituzionali che conducono a “lavorare per vivere e non per morire”, a partire dalle vertenze sindacali contro l’Eternit, la micidiale azienda produttrice di amianto. Infatti dagli anni 1970, le lotte sindacali, per i diritti lavorativi e sociali degli operai, si sono indissolubilmente intrecciate con le rivendicazioni e le istanze sindacali per il rispetto ambientale, la tutela ecologica, nella salvaguardia del diritto alla vita e alla salute degli operai e dei cittadini, che, come sostiene la Costituzione, sono principi da non subordinare alla egoistica logica del massimo profitto dei padroni e del primato dell’economico, imposti dal sistema, che sovente travalicano il diritto alla vita delle persone.

Pizzinato è stato, per più di mezzo secolo, ed è tuttora, un testimone diretto del mondo operaio e lavorativo. Il nostro Paese è progredito, quando sono migliorate le condizioni di lavoro. Non si sarebbe affermato un progresso sociale, senza una robusta e radicata organizzazione sindacale, perché non sussiste progresso sociale senza rispetto per il lavoro e per le condizioni esistenziali di operai e lavoratori, in quanto persone.

Dopo le lotte partigiane, caratterizzate, come in nessun altro Paese, dagli scioperi di milioni di lavoratori, nel Marzo 1943 e 1944, con il 25 Aprile 1945 la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo è compiuta e, finalmente, finita la guerra, si assiste a un radicale processo sociale e culturale orientato a prospettive di pace. Si giunge al suffragio universale, fino ad arrivare, con i morti e ai feriti nelle prime lotte del dopoguerra, all’equiparazione dei diritti tra donna e uomo, alle vertenze sull’orario di lavoro e sullo statuto dei lavoratori.

La concomitanza delle stragi di chiara matrice neofascista, da Piazza Fontana a Piazza della Loggia, trova una netta opposizione in una radicale contrapposizione delle confederazioni sindacali alla violenza del terrorismo, per far entrare la Costituzione nelle fabbriche, per la parità e l’eguaglianza dei diritti, nelle conquiste civili e sociali, attraverso i percorsi per la costruzione dell’unità sindacale. Il libro prosegue con un’ avvincente dialettica autobiografica, in un “Viaggio al centro del lavoro”, attraverso i più dettagliati percorsi della storia, dagli scioperi di Sesto San Giovanni allo stragismo e al terrorismo, con la ferma risposta del sindacato, contro ogni tipo di violenza, perché il fulcro democratico del sindacato si forma proprio nella Resistenza Antifascista, nella lotta al predominio della dittatura assoluta, che non avrebbe lasciato opportunità alla lotta di classe e all’affermazione dei diritti umani universali.


 

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