L’eclisse della democrazia. Le verità nascoste sul G8 2001 a Genova – Recensione di Laura Tussi


Vittorio Agnoletto, Lorenzo Guadagnucci, L’eclisse della democrazia. Le verità nascoste sul G8 2001 a Genova, Feltrinelli, Milano 2011, pp. 270

Come sostiene Andrea Camilleri nel libro “
” di Vittorio Agnoletto e Lorenzo Guadagnucci: “il G8 di Genova appare come un tentativo di golpe da parte della destra che fortunatamente è fallito”.
Il “movimento altermondialista” o “movimento per la giustizia globale” si oppose, in modalità e azioni nonviolente al G8. Per la prima volta una coalizione internazionale costringeva governi e multinazionali a rinunciare a un trattato che mirava a estendere il potere iperliberista e ad abusare di popoli e nazioni. Il movimento ha denunciato e protestato contro gli ingiusti programmi del potere e ha elaborato proposte importanti su tematiche di rilievo come la democrazia, l’ambiente, la giustizia sociale, l’uguaglianza di diritti, la pace. Il movimento dovrà allacciare ulteriormente alleanze e continuare a praticare l’azione nonviolenta, per continuare ad affermare la giustizia e lottare per affermare le istanze di verità, perché è il modo migliore per onorare i sacrifici dei compagni di Genova nel luglio del 2001. Le vie d’uscita per la crisi attuale che ha evidenti radici culturali, riguardano anche il futuro del movimento nato e sviluppato lungo l’asse Porto Alegre-Genova, con il Forum Sociale Mondiale. Il tempo ha dimostrato che le ragioni del movimento globale sono più forti delle implicite fragilità organizzative. L’implosione del modello neoliberista ha riportato al centro dell’attenzione temi e proposte del movimento altermondialista, con la necessità di superare il modello di sviluppo consolidato inizialmente nel mondo occidentale e poi in tutto il pianeta.
La crisi politica e ideologica sta conducendo vasti settori della società civile a compiere sperimentazioni  e innovazioni di grande respiro in rapporto alla sobrietà dei consumi, alla sovranità alimentare, alla tutela dei beni comuni, alla riscoperta delle priorità dell’indirizzo pubblico rispetto all’iniziativa privata, alla difesa dei diritti di lavoratrici e lavoratori, come idee che sottendono a un pensiero alternativo che si è tentato di escludere dalla vita pubblica, proprio con le vicende di Genova del luglio 2001, in un’autentica eclisse dei diritti costituzionali democratici, in momenti di sospensione della democrazia e della condotta civile. Nel 2001 un grande movimento nella sua fase nascente è stato criminalizzato, ma le sue idee non erano ingiuste: a Genova si è prevista la crisi della finanza globale, il collasso climatico del pianeta e le guerre come conseguenza naturale del sistema capitalistico e iperliberista, che annienta l’individualità delle persone e dei contesti sociali e collettivi di protesta, con azioni nonviolente, contro i vertici del potere assoluto dell’alta finanza e dei mercati finanziari. Queste ultime entità economiche, difficilmente identificabili concretamente nelle consuete istituzioni del potere, costituiscono, nel periodo attuale, una vera e propria forma di egemonia e di dittatura di carattere fascista, a cui i movimenti culturali e di attivismo politico passati, e sempre attuali, cercano con mezzi nonviolenti di opporsi, rilanciando progetti, proposte e azioni di dialogo inerenti i grandi temi della pace, dei diritti umani, dei beni comuni, da cui una civiltà democratica coerente non può e non deve mai prescindere.

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