Ogni specie di Libertà. Carta dei diritti degli animali dell’isola di Gorgona. Il sogno di un mondo migliore per tutti i viventi

Nanni Salio

Marco Verdone, Ogni specie di Libertà. Carta dei diritti degli animali dell’isola di Gorgona. Il sogno di un mondo migliore per tutti i viventi, Altreconomia, Milano 2012, pp. 111

Ogni specie di Libertà

La copertina del libro “Ogni specie di Libertà”

“Gli animali non sono cose, né sono macchine…, come gli umani, sono ‘esseri senzienti’”.

Comincia così, con l’art 1, la “Carta dei diritti degli animali dell’isola di Gorgona”. Per coloro che si occupano da tempo di tali questioni non sembra esserci nulla di nuovo. Ma la novità deriva dal fatto che questa carta è il risultato di un lavoro congiunto fatto da un gruppo particolare di umani, i detenuti della Casa di Reclusione di Gorgona.

Grazie al lavoro congiunto di vari soggetti, dal già direttore del carcere Carlo Mazzerbo al veterinario Marco Verdone, dal personale del penitenziario ai detenuti, è nata man mano, nel corso degli anni, una sensibilità nuova che unisce i diritti dei detenuti e la loro aspirazione alla libertà e a percorsi di riabilitazione e di giustizia riparativa, a quelli che ormai comunemente chiamiamo “diritti animali”.

E’ nata così questa “carta dei diritti animali” che in 36 articoli affronta i principali aspetti della questione animale. Il dibattito resta aperto, come peraltro si può vedere da un libro dal titolo provocatorio “Contro i diritti degli animali? Ambientalisti ma non animalisti”, Medusa, Milano 2012, che raccoglie i contributi di alcuni noti filosofi statunitensi di etica ambientale.

Gli autori della Carta non assumono una posizione teorica di totale rifiuto di uccisione degli animali, ma di tutela e riduzione della loro sofferenza negli allevamenti. Altri contributi raccolti nel libro ampliano le argomentazioni anche all’antispecismo.

Il cammino che l’umanità deve compiere per liberarsi dalla violenza, non solo verso gli animali ma tra gli stessi umani, è ancora lungo e occorre un impegno costante, teorico e pratico, per costruire modelli di società più armoniche e nonviolente che ci consentano di dare un senso più profondo e autentico alla nostra breve presenza individuale su questo pianeta.

Le più antiche tradizioni, dal jainismo al buddhismo, ci insegnano a non aggiungere sofferenza non necessaria alla condizione umana e degli esseri viventi. In questa continua ricerca si inserisce a pieno titolo l’opera di vegetariani e vegani.

Con la loro “Carta” i detenuti dell’isola di Gorgona hanno aggiunto un nuovo tassello a quest’opera di ricerca collettiva.

29 novembre 2012


 

1 commento
  1. Marco Verdone
    Marco Verdone dice:

    Ringrazio per lo spazio dedicato al libro e alla causa che sostiene. Lo scopo e di aprire una discussione sul tema della "questione animale" e in particolare di quel settore che, in modo del tutto arbitrario e utilitaristico, definiamo "animali da reddito", a partire dall'esperienza concreta condotta da un paio di decenni nella Casa di Reclusione dell'isola di Gorgona. Vorrei precisare che, osservando da vicino la vita, la crescita, la cura e la morte degli animali, non sostengo e accetto la morte oggettivamente violenta degli animali all'interno di macelli o altre strutture simili. Il libro ha permesso di esplicitare meglio questa posizione etica di totale rifiuto di queste pratiche. La morte violenta degli animali produce inutile sofferenza ma soprattutto replica un modello di abuso di potere e quindi di sfruttamento e di sofferenza, di un soggetto forte su uno debole. Questo modello assolutamente chiaro a livello teorico trova molte difficoltà nella realizzazione pratica. E' su questo piano che ci stiamo impegnando per cercare di non lasciare solo sulla carta alti principi e belle idee. Un caro saluto di pace interspecifica.

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