Pillole alfabetiche. C come Capelli

Prima o poi qualcuno me lo chiede: «Ma con i capelli come fai?», sì, perché dopo aver sentito che non uso il detersivo per la lavatrice, che non uso il detersivo per i piatti, che mi «faccio» il sapone e mi «costruisco» il dentifricio, a qualcuno viene in mente lo shampoo e il trattamento dei capelli.
Ecco qua, come sempre, il «come faccio io», che necessita, come sempre, di una premessa.
I capelli proteggono la testa e il cervello. Ecco perché ci sono. I capelli sono come sono, e non sono casuali, cioè anche i capelli fanno parte della nostra manifestazione fisica e per questo non andrebbero cambiati, proprio come le nostre fattezze.

Chirurgia estetica, botulino, tinture

Mi ricordo sempre di un’amica che riteneva di avere un naso troppo «importante» (che fra l’altro era un po’ il «marchio» della sua famiglia). Si è fatta la plastica, ha ottenuto un bel nasino diritto e per anni «non si riconosceva», e ti credo! Come siamo «fatti» ci identifica, ci dice anche come stiamo, che «tipo» siamo, è sintomo di certe caratteristiche che sono le nostre, uniche e non casuali! Per esempio ecco che cosa ci dice la medicina orientale a proposito di «diagnosi» e di capelli:

Da: Naboru Muramoto, Il medico di se stesso. Manuale pratico di medicina orientale, Feltrinelli, Milano 19819 :
«La caduta dei capelli è connessa con le condizioni del fegato.. […] Quando c’è poco grasso sotto il cuoio capelluto, i capelli continuano a crescere; ma se c’è del grasso, non solo la crescita si arresta, ma i capelli già cresciuti cadono […perché]i pori sono allrgati e atonici, quindi incapaci di trattenere il capello. (p. 204) I capelli bianchi sono un segno di troppo yang. I capelli rossi sono più yang di quelli neri, sebbene non tanto quanto i bianchi. Una grande abbondanza di capelli è segno di yin. I capelli ondulati o ricciuti sono yang, mentre se sono diritti, lisci sono yin. […]La forfora indica che il corpo cerca di eliminare delle tossine e degli eccessi, specialmente derivati da proteine animali; inoltre è probabile un disturbo al fegato. […]Il capello è un organismo vivente. La sua vita è mantenuta dal cibo che mangiamo. Ho capelli bianchi lunghi tremila miglia. Mi sono troppo preoccupato e questo ho ottenuto. (Poesia cinese)» (p. 65)

A me sembra di aver capito, anche leggendo e studiando questo libro, che «meno tocchiamo, modifichiamo, cerchiamo di fermare il tempo» e meglio è. Perciò, per esempio, non mi tingo i capelli. Questo, oltre che risparmiare litri e litri di tinture chimiche inquinanti e costose (non solo monetariamente) per il Pianeta, libera me da una schiavitù che ritengo intollerabile (tutte le settimane dal parrucchiere, decine e decine di euro (molto meglio impiegabili) e tempo (molto meglio impiegabile). Lo stesso dicasi per i tentativi di «cambiare» i capelli: permanenti per renderli ricci se ho i capelli lisci, permanenti per renderli lisci se ho i capelli ricci; oppure piastra (elettrica, energivorissima!), casco, phon per decine di minuti, stress del cuoio capelluto, stress mio (che se sono appena uscita dal parrucchiere con i miei bei capelli lisciati e per caso piove rischio di farmi venire un attacco di nervi; la pubblicità che sta passando ora in televisione ce la dice lunga: si paragona il vello di una pecora – poverina! – ai capelli di una donna inorridita che esulta invece alla presentazione del nuovo shampoo Pincopallo che manterrà i suoi capelli lisci per giorni, anche con l’umidità!

Comunque… torniamo ai miei, di capelli: non li tingo, non uso balsami, liscianti, piastre, phon (quasi mai, e mai in estate), li lavo con un olio lavante, biodegradabile al 100%, nutriente per i capelli e… non brucia gli occhi! Se uno shampoo brucia agli occhi, perché dovrebbe far bene al cuoio capelluto?
Poi di sicuro non lavo i capelli tutti i giorni, è troppo! Il cuoio capelluto è aggredito da tutti gli schiumogeni e la chimica inevitabile dentro ai prodotti per lavare i capelli che si trovano in commercio! Se poi faccio il muratore e quando torno a casa la sera ho i capelli bianchi e non per l’età, sarà sufficiente sciacquarli, senza usare lo shampoo. In estate mi diverto ad usare l’argilla per lavare i capelli.

E di questo ho uno dei ricordi più belli della mia vita: avete presente La mia Africa, il bellissimo film con Robert Redford e Meryl Streep? In una scena indimenticabile lui le lava i capelli, in un accampamento in mezzo alla savana. Noi – il mio compagno ed io – non eravamo in mezzo alla savana, ma in mezzo alla borgata dove abitavamo, in montagna. In mezzo alle case scorreva una roggia e la strada era in discesa. Così abbiamo messo una sedia nel mezzo del sentiero, lui aveva fatto scaldare l’acqua lasciandola al sole, e io mi sono seduta su una vera sedia da parrucchiere recuperata chissà dove, con tanto di lava-testa col buco per far scorrere via l’acqua. Aveva usato una «pappetta» di argilla per «insaponarmi» i capelli e con un mestolone di alluminio raccoglieva l’acqua tiepida e io, con la faccia al sole, ho rivissuto la scena de La mia Africa – amore compreso: l’acqua scorreva via, lungo il sentiero che piegava verso la roggetta. E quando «vedi» l’acqua che finisce nel torrente Rumiano, che attraversa la borgata dove vivi, e che poi andrà a finire nel torrente Sangone, che attraversa la regione dove vivi, e che confluisce nel Po, che attraversa la nazione dove vivi, che sfocerà nel mare che ricopre il Pianeta dove vivi non te lo sogni neanche di buttare lo shampoo (magari pure testato sugli animali!), il balsamo, la tintura, lo schiarente, il lisciante, il chissàcos’altro dentro all’acqua! Preferisci i capelli così come sono, puliti (altrimenti non respirano). E questo è tutto.

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