La fisica della sobrietà – Recensione di Cinzia Picchioni

Giovanni Vittorio Pallottino, La fisica della sobrietà, Dedalo, Bari 2012, pp. 136, € 15,00

Cominciamo dal fondo dove, a pag. 121, c’è un Glossario per le parole misteriose incontrate (in corsivo) lungo il testo: caloria, effetto Joule, fotone eccetera. Il libro è scritto da un docente di fisica e di elettronica – e si sente, perché è chiaro e pieno di dati – che cerca di spiegare come e perché non possiamo «continuare nella crescita dei consumi e beni materiali e di energia che ha caratterizzato gli ultimi decenni». Devo dire che mi ha attirato moltissimo il titolo (e soprattutto il sottotitolo: «Ne basta la metà o ancora meno», che come mantra non sarebbe male) e l’Indice, dove ho letto titoli come «In cucina», «In bagno», «L’automobile», ma soprattutto:

Il colore delle pentole

Scopriamo che le bellissime, elegantissime pentole scure che possiamo aver visto nella vetrina di uno di quei negozi di casalinghi lussuosissimi sono sbagliate! Nel senso che sprecano moltissima energia per cuocere i cibi che contengono. Una pentola «energetically correct» dev’essere: piccola, non nera, col coperchio (risparmio di oltre il 20% di combustibile) e, non appena bolle l’acqua, va spostata su un fornello più piccolo. E via così, per tutto il libro troviamo consigli – alcuni già noti – tutti spiegati abbastanza scientificamente, così che non sembrino le indicazioni di «passatisti» e nostalgici della stufa a legna «alternativi». Qua scrive un tecnico, uno che spiega – dati alla mano – perché conviene spegnere il ferro un po’ prima di aver finito di stirare perché tanto c’è il calore residuo (buon senso? Ma chi lo fa davvero?).

La metà di che?

«Di tutto, o quasi tutto, quello che consumiamo. E se davvero consumassimo tutti la metà di tutto. Sarebbe un bel rifiato per l’ambiente, per le risorse del pianeta a noi affidato, per la bolletta energetica nazionale […] Considerando i tempi geologici che sono stati necessari per accumulare le riserve di petrolio a cui stiamo attingendo, si valuta che le stiamo consumando a un ritmo all’incirca centomila volte superiore» (p. 13)

E allora l’autore si occupa di rispondere a chi obietterà subito che se tutti consumassimo la metà il PIL dove andrebbe a finire, raccontando del Bhutan, della qualità di vita e dell’ISU (Indice di sviluppo umano) al posto del Prodotto interno lordo (pp. 14-5, e siti di riferimento per i «nuovi» indicatori a cui si dà maggior peso attualmente).

Risparmio energetico e biocombustibili

«E allora il risparmio energetico può essere considerato come una sorta di invisibile, ma reale ed efficacissima, fonte energetica alternativa addizionale»: e giù spiegazioni di come ogni energia sia rischiosa e di quanto anche le energie «verdi» presentino inconvenienti anche gravi (pp. 19-28).

A pag. 30 c’è un’interessante «Tabella delle temperature suggerite in casa (e in ufficio)»: d’inverno, di giorno 20°C (in presenza e in assenza di persone) e di notte 18°C; d’estate di giorno e di notte 25°C (in presenza di persone, ma 27°C in assenza di persone)

Ragione e passione

Io sono una che funziona più «a istinto», non ho bisogno di tanti dati e misure per decidere di spegnere gli standby degli apparecchi elettrici, mi sembra ovvio (sarà che sono figlia di una madre che «ha fatto la guerra»?), ma invece molte persone hanno la necessità di capire il perché e il percome. Ebbene, qui troveranno un po’ di pane per i loro denti, per esempio:

Led? Candele? Lampadine a risparmio energetico?

Ecco, ben spiegato per chi, come me, non ha per nulla una mente «scientifica», quale tipo di illuminazione sceglliere per la casa (e/o per l’ufficio), con tabelle, flussi luminosi, confronti sul lungo termine… (pp. 43 ss.).

Le classi per gli elettrodomestici

Lo stesso per le varie classi (A, AA+, B, G …) degli elettrodomestici e pure per la scelta «batteria/rete elettrica: «[…] il costo dell’elettricità fornita da una piletta è straordinariamente maggiore, circa diecimila volte, di quello della stessa elettricità fornita dalla rete» (p. 86). E non voglio più sentire nessuno che mi prende in giro perché vado cercando una sveglia meccanica, ma sembrano sparite nel nulla, trasformate in oggetti «vintage», anche nel prezzo!!!

La borsa dell’acqua calda

Dati a pag. 33 dimostrano che è l’ora di riesumare la boule (magari con il suo «vestitino» di lana) invece di riscaldare tutta la stanza da letto.

Il condizionatore… che riscalda!

E che i condizionatori riscaldano la città l’avevo già capto da un pezzo, passando davant ai negozi, ma qua c’è la spiegazione scientifica e ci sono esempi di altre città dove agiscono in modo sensato (per esempio la «solita» Bolzano) (pp. 37 ss.)

La compro nuova o la aggiusto?

Si parla dell’automobile, alle pp. 93-107. Quattordici pagine di consigli, tabelle (su «Come sprecare carburante» per esempio), sottotitoli illuminanti («SUV, ovvero l’apoteosi del superfluo») o Amletici («Rottamare o non rottamare? Questo è il problema»). Alla fine del capitolo capiremo che il mezzo migliore, dal punto di vista energetico, è, indovinate un po’, la bicicletta!

Povera patria!

No, non mi riferisco alla canzone di Franco Battiato, ma all’immagine che scaturisce dalla lettura dei dati dell’ultimo capitolo, in cui l’Italia risulta avere un primato, in Europa: 60 automobili ogni 100 abitanti (!) e 150 telefonini ogni 100 abitanti (!!!). Per fortuna l’ultimo capitolo contiene anche un delizioso decalogo, in dialetto veneto. Non perdetevelo, a pag. 118: «I fioi devi finir quel che se meti nei piati», ma anche gli adulti, aggiungo, e fare la scarpetta, infine. Al diavolo il galateo, il cibo non si spreca!

Inutile aggiungere, concludendo, che il libro è in «carta naturale di alta qualità, senza legno, riciclabile».

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