Nel braccio della morte

Nel braccio della morte

Enrico Peyretti

Dale S. Recinella, Nel braccio della morte, San Paolo, Milano 2012

Alleviare la sofferenza umana: roba da pazzi

Gesù intendeva dire proprio quello che ha detto? Quando dice al giovane ricco di dare tutto agli ultimi, diceva sul serio? Dale, l’autore di questa storia, cattolico statunitense, una sorellina encefalitica per una disgrazia (poi non ne parla più in tutto il libro), una ricca carriera di avvocato finanziario ad alto livello, dopo due divorzi, incontrando il vangelo sulla sua strada, si chiede se Gesù diceva sul serio.

E, un po’ alla volta, risponde di sì, e fa sul serio. Si tratta di “alleviare la sofferenza umana”, come faceva Gesù.

Gli ultimi sono tanti, di vario genere. Lui si mette al servizio dei più disgraziati, lasciando un po’ alla volta la sua posizione. Gli ultimi degli ultimi sono i condannati a morte, tra i quali c’è di tutto: innocenti, violenti, santi che muoiono perdonando con le parole di Gesù in croce.

C’è la storia di Pops, uguale a quella che racconta Platòn Karatàiev, in Guerra e Pace (libro IV, parte III, cap. XIII): storie che sono un’apparizione del miracolo di Dio, che si annulla per noi, e realizza in terra, nei più infelici, le beatitudini del suo Regno.

La pena di morte è voluta dai cristiani, negli Usa. E spesso è una tortura mortale. È una giustizia “nazista”, con la stessa meticolosa accuratezza. È prevista anche l’irrimediabilità dell’errore, con lo “sbarramento procedurale”: dopo alcuni mesi non sono accettate nuove prove, neppure se dimostrano l’innocenza del condannato. La morte regna sulla ragione e sulla società.

Recinella, di lontana origine italiana, arriva a fare il cappellano laico nella “casa della morte” (nel braccio della morte), assistendo i condannati, fino al momento dell’esecuzione. È un pazzo, come Francesco d’Assisi, e da pazzo viene trattato dalla gente del suo livello, tra cui il vescovo. Ma non da tutti.

Anche la ricca avvocatessa è una poveretta, meno desiderata dei suoi soldi. Lui, Dale, è un cattolico molto ligio, tradizionale, associato in congreghe che a noi cattolici critici non piacciono del tutto. Poi vanno avanti da soli, lui e la moglie Susan. È un americano del sud, dentro la Bible Belt (la “cintura della Bibbia”), però da cattolico, sebbene ecumenico, più cristiano che cattolico. Ogni volta che c’è da decidere qualcosa, lui e la moglie, coi cinque figli, pregano spessissimo, aprono a caso la Bibbia, la leggono letteralmente, interrogano Dio, e Dio regolarmente risponde attraverso gli avvenimenti e i casi. Il libro, scritto in modo divertente e commovente, vi lascerà perplessi su qualcosa, ma non indifferenti.

Il punto è questo: il vangelo che leggiamo tranquillamente, da smaliziati esegeti, vuol dire sul serio quello che dice?

 

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