Critica della democrazia occidentale – Recensione di Nanni Salio

David Graeber, Critica della democrazia occidentale. Nuovi movimenti, crisi dello Stato, democrazia diretta, Eléuthera, Milano 2012, pp. 119.

Non è un mistero per nessuno, nonostante la propaganda mediatica sostenga il contrario, che le democrazie siano in crisi un po’ ovunque. Per capire perché e non adagiarsi su luoghi comuni è bene leggere il breve e sintetico testo di David Graeber che affronta il problema scavando, da bravo antropologo, nelle mitologie prevalenti per mettere in dubbio i paradigmi dominanti, che sono numerosi, come si scopre dalla lettura di questo incisivo saggio.

A cominciare dal fatto che “la democrazia non è stata inventata” (cap. 2), come si sostiene normalmente, né in Grecia né tantomeno in un mitico Occidente basato su un incoerente concetto di “tradizione occidentale” (cap. 1). Semmai, è stata “recuperata” (cap.4), cercando di limitarla e utilizzarla sin dall’inizio per un controllo dell’elite sul resto della popolazione, mediante una democrazia monca, puramente rappresentativa. E’ quanto si vede oggi su larga scala, con la creazione di oligarchie che hanno accentrato a sé ogni forma di potere (politico, economico, militare, culturale).

Nel capitolo conclusivo, “La crisi dello Stato”, David Graeber sostiene che “quello che stiamo vivendo oggi non è una crisi della democrazia ma piuttosto una crisi dello Stato” e mette in evidenza il ruolo dei movimenti che, un po’ ovunque nel mondo, sperimentano nuove forme di democrazia: dagli zapatisti nel Chiapas all’emergere, nella metà degli anni 1990, dei movimenti per un’altra globalizzazione, sino ai più recenti movimenti degli Occupy e degli Indignados. La riflessione e la sperimentazione su queste alternative, verso forme di democrazia partecipativa, basate sull’ autogoverno (lo swaraj di Gandhi, che è stato chimato “l’anarchico gentile”, o nonviolento), l’autogestione e l’autorganizzazione sono diffuse soprattutto nei movimenti di ispirazione anarchica, ma non solo. La parola “magica” partecipazione viene usata sia per declinare una nuova economia partecipativa (Michael Albert), del dono, dei beni comuni e della semplicità volontaria, sia per prefigurare la visione di un futuro mondo nonviolento, come sta facendo il nascente “movimento dei movimenti” IOPS (International Organization for a Partecipatory Society, vedi: http://znetitaly.altervista.org/art/5400 ).

I cantieri di riflessione e sperimentazione sono aperti: sta a ciascuno di noi ampliarli ed esplorarli.

Nanni Salio, 15 luglio 2012

2 commenti
  1. Livio
    Livio dice:

    Ci vogliono ricette operative e risolutici, non solo considerazioni … per vere che siano … visto che ai grandi Pensatori NWO NewAge, è scoppiata la bomba tra le mani: le Idee globalizzanti sono state scavalcate ed umiliate … ora comanda solo la speculazione finanziaria ed i poteri forti che vogliono solo un mondo perennamente in lotta … in modo da guadagnarci sempre: chiunque perda o vinca!!!
    Se non si può dimostrare correttamente loro che che stanno semplimente distruggendo e sfruttando sè stessi e CONTEMPORANEAMENTE – li si aiuta ad uscire dalla loro perversa condizione psicometabolica …. contineranno incessantemente a prendersela col "nemico che è dentro la loro anima" e – purtroppo pure con il mondo intero.
    Svegliatevi realmente in tutto l'Essere persone viventi su questa Terra … e non solo nelle "impalpabili e fragili Coscienze NewEge"!!! Coelivio.

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