Breivik: Vivendo nel presente storico (II)

Johan Galtung

La polizia cerca persone che abbiano collaborato concretamente alla logistica e/o che abbiano dato supporto ideologico, come Peter Mangs in Svezia, “l’uomo laser” che uccideva chi gli sembrava un immigrante e che ha scritto un manifesto di destra e un’autobiografia, o come “Fjordman”, con 111 citazioni.

Breivik è stato membro di un partito di destra anti-immigrazione, il Fremskrittspartiet (cosa legale in una democrazia), ma l’ha lasciato. Ha anche lasciato la Massoneria, con il seguente commento nel suo Compendium:

“Che io stesso sia un Massone (lo so che i Massoni sono un’organizzazione sionista) non è solo una falsa pretesa ma è abbastanza ridicolo. I Massoni non sono in alcun modo un’organizzazione politica (e vorrei che lo fossero, credetemi), ed è vero che hanno una visione positiva degli ebrei. Ma questo in un contesto religioso cristiano, in cui la solidarietà con gli ebrei e con Israele è importante. La Massoneria è un organizzazione unicamente cristiana, e nessun musulmano o ebreo potrebbe prendervi parte nemmeno se volesse. Non ci sono organismi politici al suo interno, a livello nazionale o internazionale” (p.1369).

Nonostante ciò le logge massoniche Gladio e P2 furono dietro la strage di Bologna del 2 agosto 1980, e il giuramento di lealtà fra i suoi membri potrebbe essere significativo.

Ma Breivik sembra vivere così profondamente nel passato che questo compete e arriva a sostituire la realtà contemporanea. I riferimenti bibliografici sono numerosi; vi sono molti errori, ma la cosa più importante è comprendere il modo in egli cui legge il significato della storia, la sua storia.

Un rapido sguardo alla frequenza delle parole chiave del Compendium serve come guida per comprendere il suo profilo e le cose per lui importanti, a partire dalla religione:

 

Giudaismo-Cristianesimo-Islam 23-227-3357; Mosè-Gesù-Maometto 4-62-77;

Gerusalemme-Betlemme-Mecca/Medina 90-15-130; Ebrei-Cristiani 155-2211

Come lotte: le Crociate 257, Vienna 163, Tours 60, Lepanto 1.

Come partecipanti: (I cavalieri) Templari 221 (I Massoni 4, Mossad 2).

Come paesi: America-USA 582, Israele 359, Norvegia-Norvegesi 222-262.

Come nemici interni: Traditori 277, Culture 1151, Multiculturalismo 462,

Mescolanza fra razze 60, Purezza 31, marxismo 185

Come forza di opposizione: (culturale) conservatorismo 985 (descrizione di sé).

 

Il nemico su cui si concentra è l’Islam (concretamente, politicamente come Eurabia 71 e Califfato 60) ma soprattutto come minaccia alla sua purezza razziale e culturale.

Il suo punto fermo è la tradizione giudeo-cristiana, soprattutto cattolica, in quanto conservatore culturale e puro norvegese.

Il suo presentismo storico si manifesta nel modo in cui ha chiamato i suoi fucili Gungnir e Mjölnir, dai miti della Norvegia antica, e nel “Tu sei la belva predatrice”, il Talebano è la preda. A VALHALLA!” usato dai soldati norvegesi in Afghanistan (T. E. Hverven, “Inn i det uutholdelige“, KK, 20-04-12). Breivik fa riferimento alla deumanizzazione dei talebani, e parla di sé come di un soldato. Vi è un parallelo, che porta alla conclusione che se lui o un altro avesse fatto in Afghanistan quello che ha fatto Breivik, uccidendo i talebani per la NATO, avrebbe potuto ricevere una medaglia invece di finire in carcere.

Si riferisce all’assedio di Gerusalemme nella prima Crociata indetta da Papa Urbano 2 nel 1095; il vincitore, Goffredo di Buglione, fu nominato Protettore del Santo Sepolcro il 22 luglio. Entrambi sono eroi di Breivik, così come lo sono i Cavalieri Templari, ordine fondato nel 1119 per proteggere i pellegrini cristiani in visita ai Luoghi Sacri, con l’appoggio della Chiesa Cattolica (sospeso nel 1312).

Nella sua macro-storia esiste un asse giudeo-cristiano nella guerra contro l’Islam. Gerusalemme, il Tempio di Salomone (fondamentale per la Massoneria) e la fine dell’assedio ottomano di Vienna nel 1683 ne sono i punti salienti; da qui il titolo del compendio “2083: Una Dichiarazione di Indipendenza Europea”, pagina 1518. Nel 2083 i traditori verranno sconfitti e i musulmani deportati.

Ma vi sono anche altri elementi presi dalla storia.

Perciò in tribunale Breivik ha parlato del bombardamento nucleare di Hiroshima and Nagasaki del 6-9 agosto1945 che fece 300.000 morti come di un fatto “brutale ma non malvagio”, che ha salvato la vita di milioni di persone (in realtà a quel punto il Giappone aveva deciso di arrendersi; fu più che altro una punizione per Pearl Harbor). Anche uccidere 77 persone è brutale, ma non malvagio, se può salvare migliaia di persone nella guerra civile contro il Partito Laburista Norvegese che porta alla distruzione della razza e della cultura norvegese attraverso l’immigrazione di massa.

La sua lettura della storia lo porta a una doppia strategia.

Innanzitutto il suo attacco terroristico del 22 luglio contro i “traditori”. Come molti altri sostiene la falsa teoria sociale che il terrorismo scatenerà un’enorme guerra civile contro i governanti che cercano di sbarazzarsi dei terroristi. Il regime di Hitler fu l’obiettivo dei bombardamenti degli Alleati sulla Germania; il “nemico di classe” fu l’obiettivo del terrorismo di sinistra della Royal Air Force e della RAF inglese; il governo federale americano fu l’obiettivo dell’attentatore modello di Breivik, Timothy McVeigh, autore del massacro del 19 aprile 1995 a Waco in Oklahoma.

Ma le persone si rivoltarono contro la causa diretta della loro sofferenza, i terroristi: i tedeschi odiavano gli Alleati e il partito nazista ebbe un breve momento di rinascita; si ribellarono contro la Bader-Meinhof; gli americani si rivoltarono contro McVeigh; gli europei e gli israeliani contro gli arabi. E in norvegesi contro Breivik, con profonda compassione per le sue vittime. Questa teoria è del tutto errata.

Anche la sua seconda strategia è irrealistica. Dopo che i “traditori” saranno sconfitti emergerà un nuovo ordine culturale conservatore, con tribunali militari per la deportazione di tutti i musulmani, prima dall’Europa occidentale e orientale (più problematico per bosniaci e albanesi che sono lì da secoli). Ci saranno delle zone di transito sulle coste con filo spinato e guardie per coloro che non vogliono andarsene. A chi accetta di farlo verrà dato un chilo d’oro, gli altri saranno deportati o uccisi. Le moschee e i centri culturali islamici verranno demoliti o trasformati.

Fornisce analisi di costi-benefici per il Belgio (10 percento di musulmani su 10.4 milioni): a Bruxelles l’80% dei taxisti, il 60% degli addetti al trasporto pubblico, il 50% del settore ristorazione e il 20% degli addetti ai servizi sanitari sono musulmani. Gli effetti immediati saranno catastrofici, ma verrà risparmiato denaro, i crimini diminuiranno del 50% e gli immigrati di etnia europea colmeranno il vuoto.

Conclusione. Breivik non è solo in questa lettura della storia. Ma altri uccidono i musulmani all’estero, e non i loro compatrioti “traditori”.


18 giugno 2012, Titolo originale: Breivik: Living In the Historical Present (Part II)

 

Traduzione di Laura Coppo per il Centro Studi Sereno Regis


 

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