Breivik: la vittima di una psicosi collettiva (I)

Johan Galtung

Una psicosi individuale che lo rende diverso dagli altri, anche nella vita di tutti i giorni, non sembra essere il suo caso. Ma vi è un’altra forma di psicosi che sembra corrispondere al suo odio narcisistico e alla sua violenza paranoica, così distante dalla normalità. La sua psicosi è prodotta e innescata dagli aspetti di polarizzazione-escalation del conflitto, che non viene facilmente colta dalla psichiatria individualizzante dato che il suo atteggiamento e comportamento nella vita di tutti i giorni potrebbe essere (quasi) normale. La sua psicosi è collettiva, condivisa. Il suo ego è parte di una collettività reale o immaginata che potrebbe includere quelli che gli sono superiori; non un disordine individuale associato con i devianti inferiori a lui. La psicosi ha un aspetto classista, che marginalizza i casi individuali e proietta gli psicopatici collettivi estremisti ai vertici del potere.

La polarizzazione-escalation è parte delle dinamiche del conflitto, che struttura lo spazio attitudinale e comportamentale interno e intorno alla vittima in una dicotomia “noi contro di loro”. Ciò fornisce identità e significato al “noi” e un’unità monolitica, il male, a “loro”. All’interno dei due poli tutte le relazioni sono positive, tra i due diversi poli sono tutte negative; entrambi vengono essenzializzati. Non solo il “noi” è coesivo, e al suo interno tutto si sostiene reciprocamente, ma questo vale anche per il “loro”; i poli sono inconciliabilmente contraddittori, ma lo sono anche tutti gli elementi del “noi” in relazione al “loro”. È un mondo del bianco-nero.

Quando il conflitto è in fase saliente, l’intero sistema è psicopatico. Aggiungete gli ormoni che predispongono il corpo al “fuggi o combatti” a questa mentale e sociale “disponibilità all’azione”, e la violenza si intensifica, limitata solo dai mezzi di distruzione e dai bersagli disponibili.

La paranoia si concentra sul “nemico interno”, “i loro fra noi”, traditori tra le proprie file e sull’essere “debole con il nemico” nel proprio spazio mentale.

Il narcisismo può diventare la sindrome del Prescelto, dell’eccezionale “noi” o “io” individuale per la soluzione finale che consiste nell’espellere o uccidere “loro”. I risultati sono individui polarizzati, autistici, drogati, auto-disumanizzati, robotizzati, assassini, come i soldati psicotici nelle guerre. Come il “soldato” Breivik.

Il primo conflitto importante per la psicosi di Breivik non è né il conflitto della guerra fredda, (oriente contro occidente), né la seconda guerra mondiale (Alleati contro Asse, ebrei contro nazisti e antisemiti), bensì “occidentalismo” contro “islamismo”, dove usiamo “ismo” nella versione incline alla violenza.

Il conflitto è datato 622 a.C., la nascita dell’Islam, inteso come cristianità senza Cristo. L’occidente ha subito la trasformazione dalla cristianità verso il secolarismo, e da una comunità di credenti con in testa il Vaticano a un sistema statale di tipo colonizzatore e imperialista, che ora si sta regionalizzando. Anche l’Islam si è trasformato, dall’ummah e dal califfato a un sistema statale, come è evidente nel GCC (Consiglio di cooperazione del Golfo), un po’ meno nella Lega Araba e molto meno nell’OIC (Organizzazione di Cooperazione Islamica). Ma il conflitto Occidente-Islam esiste, con stratificazioni sedimentate l’una sull’altra. Le Crociate ne sono un fatto emblematico (1095-1291), e così lo è l’idea di una cospirazione tra l’Unione Europea e i paesi arabi (Eurabia) per l’immigrazione musulmana in cambio di petrolio.

Più di recente vi sono state una serie di coalizioni guidate dagli Stati Uniti, essenzialmente di paesi Occidentali, che sono intervenute in modo violento in paesi musulmani: in Iraq nel 1990 e nel corso di tutti gli anni ’90, in Afghanistan dal 2001, nuovamente in Iraq dal 2003, nello Yemen, in Bahrain e in Somalia, e in altri casi segretamente (con i droni della SEAL, le forze speciali della marina americana). E poi vi è stato l’attacco iracheno al Kuwait (la colonizzazione inglese de facto del 1899 è stata dimenticata), l’11 settembre e le “insorgenze” in caso di invasione.

Il richiamo di Breivik era all’uccisione dei “nemici interni”, i “traditori”, i multi-culturalisti, il Partito Laburista e l’AUF (Lega dei Giovani Lavoratori) a Utöya; non i musulmani in Norvegia o altrove. Vede il tradimento come radice del male. L’empatico “peccatore pentito” è molto lontano da questo repertorio.

Ma c’è un’altra spiegazione: Breivik è il portatore di più di una polarizzazione. È anche un razzista, che protegge dalla mescolanza il gruppo genetico della pura razza bianca occidentale norvegese di biondi con gli occhi azzurri. Ed è un culturalista, che protegge la pura cultura occidentale norvegese dal multi-culturalismo. In Breivik vi è la sinergia di tre polarizzazioni, che sfociano nell’estrema violenza contro il Partito Laburista.

In Norvegia, perché questa è l’arena dei tre conflitti: come vittima della fantasia di una presa di potere di Eurabia, come minaccia alla purezza razziale norvegese e alla cultura conservatrice cristiana norvegese. Queste possono sembrare variazioni delle stesso tema islamofobo, ma non lo sono. Come sottolineato dall’Arcivescovo norvegese Tor B. Jörgensen:

“La chiesa in Norvegia è descritta come chiesa del “Partito Laburista”.

“Ha perso credibilità e sembra non attrarre affatto la gente in generale. Questa versione multiculturale della chiesa è una ‘chiesa suicida’. Scomparirà. Breivik vuole una nuova riforma attraverso la quale la chiesa ritorni alle radici e possa divenire una forza spirituale per la società: unitaria, forte e attraente. E lancia l’idea di una grande assemblea della chiesa europea come parte di questa ricostruzione della chiesa”. (KK, Klassekampen, 26-Apr-2012)

Questo non implica l’islamofobia, e nemmeno lo fa il suo monito a tutte le culture e le razze di amare il proprio simile. Il suo principale nemico è il Traditore, e il numero 1 è il Partito Laburista Norvegese. Si rifiuta di “combattere e morire in Afghanistan per un governo norvegese multiculturale”.

Questo lo colloca nell’estrema destra che si concentra sulla razza, la nazione e la purezza, mentre la sinistra si occupa maggiormente di classi e di eguaglianza. Un termine spesso utilizzato è “fascismo”, ma questo lo renderebbe un antisemita mentre non lo è. Alcune citazioni dal Compendium (pp.1356, 73):

“La ‘religione dell’olocausto’ è diventata un distruttivo mostro anti-europeo che impedisce alle dottrine nazionaliste di emergere. E senza dottrine nazionaliste l’Europa appassirà e morirà, che è ciò a cui stiamo assistendo oggi. Anche se sono un forte sostenitore di tutti gli ebrei patriottici riconosco che la religione anti-europea dell’olocausto deve essere decostruita e sostituita da una versione anti-islamica. Stiamo parlando di una sproporzione di 6 milioni di ebrei uccisi contro i 300 milioni di ebrei-cristiani-hindu-buddisti-zoroastriani-animisti massacrati.”

“Una maggioranza di gruppi di destra europei occidentali sono contro l’islamizzazione e a favore di Israele. Israele è in prima linea nella Jihad globale. Se Israele cade, allora tutte le forze che attualmente hanno Israele come bersaglio (la Jihad islamica, Hamas, gli Hezbollah, i Fratelli Musulmani, finanziati dall’Arabia Saudita, l’Iran ecc.) inizieranno a concentrarsi pienamente sull’Europa”.

Naturalmente l’anti-islamismo è simile all’antisemitismo. La polarizzazione-escalation rende simili tutti gli estremismi, non necessariamente perché abbiano imparato l’uno dall’altro (Breivik: “copia i tuoi nemici, impara dai professionisti”, Bin Laden, Al Qa’ida, IRA), ma a maggior ragione perché sono conseguenze degli stessi processi di polarizzazione.

APPENDICE:

I Tre Conflitti di Breivik– Alcune citazioni:

ISLAM

“È significativo che uno dei pochi nomi di luoghi sulla terra che ci ricorda non della vittoria dei vincitori, ma piuttosto del massacro dei perdenti, riguarda un genocidio di hindu da parte dei musulmani.” (p. 13). Dalla creazione dell’Islam nel settimo secolo e fino ai giorni nostri, la Jihad islamica ha sistematicamente ucciso più di 300 milioni di non-musulmani e ha torturato e reso schiavi più di 500 milioni di individui. Dall’11 settembre del 2001, nel mondo vi sono stati più di 12.000 attacchi da parte dei terroristi della Jihad. Questa tendenza proseguirà finché vi sono bersagli non-musulmani disponibili e fintanto l’Islam continuerà ad esistere.” (p.39) Genocidi di assiri, copti, maroniti e hindu nel Medio Oriente.” (p. 1336)

“– la “religione dell’olocausto è uno dei principali fattori che rendono l’Europa vulnerabile e suscettibile alla conquista islamica attraverso la guerra demografica.” (p. 1366).

“–noi, le fazioni a favore della multietnicità e di Israele/ebrei ci aspettiamo in futuro supporto da parte di tutti i gruppi di minoranze di destra non-musulmane e il supporto indiretto della destra israeliana.” (p.303).

“L’Islam è altamente incompatibile con la libertà umana – (p.560); l’Islam è un’ideologia totalitaria-” (p.538); “L’Islam è stato pace e nient’altro che pace per solamente 13 anni all’incirca” (p.539); “L’Islam è una versione compressa di tutti gli aspetti più oscuri della mascolinità” (p.352); “Il modo migliore per avere a che fare con il mondo islamico è averci a che fare il meno possibile” (p.330);

RAZZA

“Uno studio del 2002 ha rilevato che la percentuale di europei americani con gli occhi azzurri negli Stati Uniti era del 57.4 percento tra i nati fra il 1899 e il 1905, mentre tra i nati fra il 1936 e il 1951 era del 33.8 percento. Gli occhi azzurri stanno diventando sempre più rari fra i bambini americani, solo uno ogni 6, il 16.6 percento della popolazione degli Stati Uniti, ha gli occhi azzurri. – Un secolo fa l’80 percento delle persone si sposava all’interno del proprio gruppo etnico.”

“La chiave della nostra sopravvivenza consiste nel liberalizzare le rigide leggi sulle bio-tecnologie e glorificare la genetica riproduttiva mentre vi è ancora una selezione sostenibile di Nordici puri al 99% (questa finestra di opportunità potrebbe essere persa per sempre nel giro di 150 anni). – con lo stesso procedimento saremmo in grado di purificare la nostra tribù e aggiungere parecchi punti percentuali al quoziente intellettivo della nostra prole.” (p.1159). “La mescolanza razziale genera bambini con tendenze suicide e diversi problemi mentali”. (p. 1160).

CULTURA

“L’Europa Occidentale sta andando nella direzione di diventare colonia delle sue ex colonie. – Perché gli europei non sono abbastanza sicuri di sé da prevenire questo suicidio? – I miei stessi antenati, i Vichinghi, erano noti per essere i più crudeli e brutali guerrieri del periodo, in grado di saccheggiare culture molto più sviluppate anche se inferiori numericamente da 10 a 1. Invece di guardare ai geni troveremo la risposta se osserviamo le condizioni psicologiche dell’Europa moderna. Come ci siamo trasformati in codardi eunuchi che applaudono la nostra stessa sconfitta culturale e demografica? Il punto è che non abbiamo punito i marxisti dopo la seconda guerra mondiale. Se avessimo ucciso tutti i marxisti e abolito le dottrine marxiste, anche quelle culturali come l’internazionalismo, il femminismo estremo, l’antielitarismo, l’antinazionalismo, non ci troveremo nella situazione attuale”. (p.733). “Chi crede nel multiculturalismo è come i nazisti, che a loro volta sono come un vero musulmano, un comunista o un fascista.” (p.1237)

“Allora combattiamo insieme a Israele, con i nostri fratelli sionisti contro tutti gli anti-sionisti, contro tutta la cultura marxista-“. (p. 1163).


Titolo originale: Breivik: A Victim of Collective Psychosis (I), 4 giugno 2012

 

Traduzione di Laura Coppo per il Centro Studi Sereno Regis


 

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