Lo stato siamo noi – Recensione di Nanni Salio

Piero Calamandrei, Lo stato siamo noi, Chiarelettere, Milano 2011

La collana di “istant book” di Chiarelettere è una preziosa miniera di brevi e intensi libri che occorre leggere, rileggere, conoscere se non si ha avuto modo di leggerli in precedenza. Questo vale per tutti noi, per chi ha la memoria corta e per chi, come gran parte dei giovani, non ha vissuto nel periodo in cui questi testi sono stati scritti.

Questa raccolta di brevi e incisivi testi di Piero Calamandrei sono stati scritti nel decennio 1946-1956, per la maggior parte sulla rivista “Il Ponte”, fondata dallo stesso Calamandrei nel 1945, sulla quale scrissero tra gli altri Aldo Capitini e Norberto Bobbio.

Sono testi indispensabili per una “rinascita morale” simile a quella che avvenne durante il passaggio dal fascismo alla repubblica. Qualcosa di simile deve avvenire ora, dopo un altro ventennio di sfascio morale, sociale e civile.

In questa fase di grave e complessa “crisi sistemica” ci sono segni incoraggianti di inversione di tendenza, ma non bastano se non sono alimentati anche da una chiarezza politica e intellettuale come quella di Calamandrei sui temi che, in questa raccolta, spaziano dalla costituzione, alla resistenza, alla politica, alla giustizia.

La sua critica al “professionismo parlamentare” è quanto mai attuale e lapidaria: “Chiamare i deputati e i senatori ‘rappresentanti del popolo’ non vuol più dire oggi quello che voleva dire in altri tempi: si dovrebbero chiamare ‘impiegati del loro partito’ ”.

Da leggere e rileggere, infine, lo straordinario testo dell’arringa pronunciata il 30 marzo 1956 dinanzi al Tribunale penale di Palermo in difesa di Danilo Dolci, accusato di aver violato “l’ordine pubblico” per aver organizzato un digiuno di protesta dei pescatori di Partinico.

E’ un libro che gli insegnanti dovrebbero adottare in ogni scuola per educare a una cittadinanza attiva e consapevole.

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