Dopo la primavera araba, un risveglio islamico? – Robert Fisk
Più di 15 anni fa sono andato in Olanda per incontrare – nell’anonimità di un bar in una stazione ferroviaria di Leida, come da lui richiesto – uno dei più brillanti professori arabi di pensiero islamico, Nasr Hamid Abu Zeid.
Questo uomo rotondetto, cordiale, laico era stato dichiarato apostata da un tribunale del Cairo, privato della cattedra universitaria, e vergognosamente scacciato dell’Egitto di Mubarak nel 1995, dopo una dichiarazione ufficiale che aveva divorziato da sua moglie Ibtisam Younis. In quanto apostata, come poteva avere una moglie musulmana? Ibtisam, una professoressa di francese, seguì il marito nel suo esilio in Olanda.
Il peccato di Nasr Abu Zeid era il suo convincimento che il Corano doveva essere oggetto di reinterpretazione, che secoli di dottrina islamica dovevano essere studiati di nuovo. Ed ecco che cosa mi disse in bar della stazione ferroviaria di Leida nel 1996: ” Se lei considera la situazione del mondo musulmano, l’assoluta assenza di libertà politica, e il fallimento di tutti i progetti che erano stati iniziati dal socialismo, dal comunismo, dal nazionalismo – un fallimento assoluto – il povero cittadino musulmano alla fine non ha ottenuto nulla. E’ stato privato anche della sua libertà di pensare – 40 anni di totale assenza di democrazia, di libertà! Una sole voce era ammessa. Dovevamo fare da eco a quella voce: il presidente, il re, chiunque.
L’obbedienza verso chi governava divenne una specie di convinzione religiosa. In questo caso obbedienza è la parola chiave.”
Abu Zeid era un tipo duro che non nascondeva la sua rabbia per il modo oltraggioso con cui era stato trattato. “Sull’aereo ero molto arrabbiato. E ho detto a mia moglie: “In qualsiasi luogo io morirò – in Olanda, in Spagna – seppellisci il mio corpo dove morirò. Non pensare di riportare il mio corpo in Egitto….alla fine , tutte le terre sono la terra di Dio!” Ecco qui un Musulmano del 20° secolo – in realtà del 21 secolo, che rifletteva su un “rinascimento” islamista retrogrado, accusatorio che era l’opposto del Rinascimento occidentale. “Ecco qui,” mi ha detto. “L’islamizzazione della conoscenza – invece della modernizzazione del pensiero islamico!”
Quelli erano giorni pericolosi. Il romanziere egiziano Naguib Mahfouz era stato ferito con un pugnale [da un fanatico religioso, nel 1994, n.d.T.], un accademico egiziano, Ahmed Mansoour è stato imprigionato per 6 mesi perché si presumeva che avesse rifiutato un dogma dell’Islam mentre ricercava gli hadit del profeta Maometto* – le “massime” del profeta, stabilite molti anni dopo la sua morte e molto diverse dal testo del Corano. I tribunali, spesso messi in guardia dai prelati più stupidi, minacciavano i giornalisti e i cantanti fino in Libano.
Ma oggi? Certamente le porte della percezione islamica forse ora si sono spalancate nel mondo arabo. Non sono degli occidentali come me che dovrebbero dirlo. Me lo chiedo però, dopo aver letto il nuovo sbalorditivo successo editoriale di Tom Holland In theShadow of the Sword [All’ombra della spada], nel quale gli ultimi Romani lottano contro i Persiani e lasciano i rottami di entrambe le superpotenze, esposti all’avanzata dell’Islam. Holland scrive che 40 anni fa, due studiosi tedeschi hanno avuto il permesso dal governo dello Yemen di esaminare un nascondiglio di Corani antichi trovato nel soffitto della più vecchia moschea di Sanaa’a, messi in sacchi di juta, forse frammenti dei Corani più antichi del mondo. Uno dei Tedeschi ha concluso che il Corano, come la Bibbia, si è evoluto nel tempo ed era un “cocktail di testi”.
Potete immaginare che cosa è successo in seguito a questo episodio. Gli Yemeniti, indignati, sono corsi ai ripari e i frammenti del Corano non sono stati pubblicati, sono restati invisibili, messi via in segreto da allora in poi. Il problema, inutile dirlo, è che la tradizione popolare dice che esiste un solo testo del Corano, che esso contiene proprio le parole di Dio, che quelle parole – e soltanto quelle parole – sono quelle della recitazione (“koran”) di Dio a Maometto. Fine della storia. Il Califfo Othman, il quinto cugino del Profeta, una volta rimosso (e dopo aver sposato a due delle figlie di Maometto), decise che ci dovesse essere soltanto un testo definitivo del Corano. I suoi studiosi hanno buttato via tutti i testi non autenticati e hanno messo insieme la versione autentica, sebbene le sure – o capitoli – fossero disposti in base alla lunghezza invece che in ordine cronologico. Nel decimo secolo, tuttavia, Ibn Mujahid decise che esistevano sette interpretazioni del Corano ugualmente valide.
Ma questo è il punto. Holland continua a paragonare l’Islam alle altre religioni, parla dei riferimenti che si fanno a Gesù nei testi islamici – il professore palestinese Tarif Khalidi, che ha appena prodotto una nuova meravigliosa traduzione del Corano, ha scritto ampiamente su Gesù nell’Islam – e tenta anche di datare il Corano (cui si fa scarso riferimento 200 anni dopo la morte del profeta) al vero tempo della vita di Maometto. E arriva vicino alla conclusione che il Corano era di fatto contemporaneo. C’è un riferimento ai Romani nel Corano, e Holland suggerisce in modo convincente che il brano che in cui si riferisce che “i Romani…sono stati sconfitti in una terra vicina, e tuttavia, dopo la sconfitta, saranno vittoriosi ….” (Corano 30:1), si riferisce alla vittoria del persiano Cosroe II in Palestina sulla Roma dell’Impero di Oriente. E’ un materiale grandioso, religione e storia come una cosa sola, fede sostenuta dai fatti – molto simile al racconto disinteressato del romano Plinio [il Giovane] su come faceva giustiziare i Cristiani che si rifiutavano di rinnegare la propria fede.
Sembra di camminare su gusci di uova. Una dei recensori di Holland ha citato gli Islamisti che si sono offesi per tale ricerca. “Dobbiamo sperare che ad Holland sia risparmiata la sua ira,” egli declama. Ma è assurdo. Holland conferma che Mohamed è stato un uomo vero, e più è reale il profeta e più è reale Cristo, in quanto a ciò, più compassionevoli dovrebbero essere i seguaci di una fede monoteistica. Risveglio islamico allora?
Il povero Nasr Abu Zeid, ha mancato per soli sei mesi la rivoluzione araba nel suo paese. E’ stato però seppellito in Egitto.
http://it.wikipedia.org/wiki/Had%C3%ADth
29 aprile 2012, Fonte: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
www.znetitaly.org
Fonte: http://www.zcommunications.org/after-the-arab-spring-an-islamic-awakening-by-robert-fisk
Originale: The Indipendent Traduzione di Maria Chiara Starace
http://znetitaly.altervista.org/art/5211
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