I pifferai magici della «pace»
Oltre 1.500 bambine e bambini fra i 3 e i 14 anni (dalle materne alle medie) saranno condotti, il 27 aprile a Pisa, lungo «il cammino delle libertà», visitando luoghi fisici della città collegati a nove articoli della Costituzione. Il merito va all’Associazione Nicola Ciardelli, che da quattro anni promuove la «Giornata della Solidarietà» in ricordo del maggiore Ciardelli della Brigata Folgore, «rimasto vittima di un attentato, il 27 aprile 2006 a Nassirya, durante la missione di pace Antica Babilonia». Determinante il sostegno del Comune all’iniziativa che, dichiara il sindaco Marco Filippeschi (Pd), lancia un grande «messaggio di pace e solidarietà». Grazie alla sua amministrazione, Pisa è divenuta il laboratorio più avanzato della legge per «la promozione e diffusione della cultura della difesa attraverso la pace e la solidarietà». Passata alla Camera con intesa multipartisan (Pd, Pdl, Idv, Lega), la legge, in via di approvazione al Senato, istituisce, in particolare nelle scuole, una serie di iniziative per la «condivisione consapevole dei cittadini delle politiche di sicurezza e difesa della nazione e dell’azione delle Forze armate». Ciò che si sperimenta a Pisa. Nel percorso «Libertà e Difesa della Democrazia», ad esempio, gli alunni, scortati da simpatici parà della Folgore, saranno portati al Centro addestramento paracadutismo, dove la Giornata si aprirà con l’Alzabandiera e la S. Messa. Qui sarà loro spiegato che Ciardelli era in Iraq per una missione di pace, soprattutto per aiutare i bambini. Si eviterà di dire che l’ufficiale, alla seconda missione in Iraq come volontario, apparteneva al 185° Reggimento acquisizione obiettivi, forza speciale che, infiltrata in un territorio, segnala gli obiettivi da bombardare. E, per non impressionare i bambini, si tacerà sul fatto che nel 2004 (come riconosciuto dalla stessa Procura militare) soldati italiani spararono a Nassirya contro un’ambulanza, uccidendo una donna incinta e tre familiari. Dopo una fermata al centro universitario di Scienze per la pace, per una lezione sulla gestione nonviolenta dei conflitti e il ripudio della guerra, gli alunni saranno condotti in Prefettura, Provincia e Comune, dove si spiegherà loro che l’Italia si attiene pienamente a tali principi: quelle effettuate in Iraq, Jugoslavia, Afghanistan, Libia, non sono guerre ma operazioni umanitarie e di pace. Silenzio invece sul fatto che Pisa, «città per la pace», è stata coinvolta nelle guerre tramite la base Usa di Camp Darby, che l’anno scorso ha rifornito di bombe gli aerei Nato che attaccavano la Libia, e l’aeroporto militare, che viene ora trasformato in Hub aereo nazionale, da cui transiteranno tutte le forze e i materiali bellici per le missioni militari all’estero. Al culmine della Giornata, mentre i parà della Folgore scenderanno dal cielo sotto gli occhi ammirati dei bambini, sarà eretta «La Casa dei bambini di Nicola», rappresentazione simbolica di quella in cui, a Firenze, saranno curate (per dimostrare quanto siamo buoni) alcune delle molte piccole vittime delle «missioni di pace». La «Casa» poggerà sui nove «pilastri costituzionali» del «cammino delle libertà». Ai bambini non verrà detto, però, che manca il pilastro cardine: l’Art. 11 che ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli.
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Sarebbe interessante e utile conoscere in quante e quali altre città si svolgono iniziative analoghe.
Comunque, mi convinco sempre più che è necessario controbilanciare per quanto possibile questo tipo di iniziative intensificando le occasioni di educazione alla pace e alla nonviolenza nella scuola e nella società con tutti gli strumenti possibili e con il massimo di pubblicizzazione.
Vittorio Pallotti