Padre David Maria Turoldo: testimone di pace, profeta di speranza

Nanni Salio

Il decennio degli anni 1980 ha visto una felice fioritura di movimenti e iniziative per la pace, con la nascita dei Beati Costruttori di Pace, che hanno contribuito a rivitalizzare il mondo della Chiesa cattolica italiana sul tema della pace. Centrali furono le figure di sacerdoti come Ernesto Balducci e padre David Maria Turoldo, oltre a quelle di Tonino Bello, Albino Bizzotto, Alex Zanotelli.

Due di loro ci hanno lasciato prematuramente vent’anni fa: il 6 febbraio 1992 padre Turoldo e il 25 aprile Ernesto Balducci.

Giusto non solo ricordarli, ma trarre ispirazione dalla loro opera per continuare a stimolare e rinnovare il contributo che il mondo ecclesiale può e deve dare alla costruzione di società capaci di realizzare concretamente gli insegnamenti di pace, solidarietà, nonviolenza, giustizia sociale che sono alla base del messaggio evangelico cristiano.

Su padre Turoldo si possono leggere, in questi giorni di intenso ricordo, due contributi di uno dei suoi più cari amici, monsignor Gianfranco Ravasi (ci si può collegare dal sito http://blog.libero.it/padernovillaggio/11043509.html, che contiene anche un interessante video).

Noi lo ricorderemo per il suo incessante impegno per una cultura di pace, dapprima come antifascista nonviolento e poi come strenuo oppositore delle follie della guerra, con una delle sue molteplici opere poetiche, per le quali è giustamente famoso: “La salmodia contro le armi”.

Operai, non costruite più armi!

Militari, sempre più militari

dovunque; milioni di militari

all’ovest, milioni e milioni

di militari all’est, sull’Ussuri sull’Everest.

Uomini, per una divisa

vendete la vostra libertà?

Tutti indietro verso la grande foresta.

Uccidiamoci subito

prima che sia tardi.

Militarismi nazionalismi razzismi

d’ogni specie, classismi:

come da principio come da sempre.

E Cristo è venuto

ma è come se non fosse venuto..

Operai, lasciate le fabbriche di armi!

Tutti insieme, in un sol giorno,

queste fucine di morte:

insieme provvederemo alla vostra busta paga.

Lasciatele ad un giorno convenuto,

tutti gli operai del mondo, insieme.

a un ordine da voi convenuto.

E scendete sulle piazze, tutti gli operai,

E andate sotto le «Case Bianche»

di tutte le capitali

e urlate tutti insieme, operai d’ogni specie,

questa sola parola: non vogliamo

più armi, non facciamo più armi!

Solo questo urlate insieme

nel cuore di tutte le capitali.

E poi vediamo cosa succede.

Per salvarci non c’è altro ormai.

Allora sarete voi i veri salvatori;

operai, fate questo

e vivrete. E vivremo.

E sarete invincibili…

Non c’è altra via di scampo:

non fare armi, operaio,

non fare armi!

Allora sarai tu il nuovo Cristo che viene.

Neppure a difesa di Dio

si deve prendere le armi.

“Metti via la spada”

Gesù Cristo

di armi non ne ha bisogno..

Immaginate, operai, per grazia vostra

nessun’arma che spara sulla terra,

nessuna portaerei che naviga sui mari

nessun fragore di bomba dal cielo.

Per grazia vostra, operai:

nessuna sirena che urla

nessun reggimento che marcia

in nessuna direzione,

perché non ha armi.

Nessun lamento di uccisi:

il silenzio, la pace!

In grazia vostra, operai.

 (un brano da «Salmodia contro le armi», n. 3 di «Alternativa» 1971)

in Lotta come Amore: LcA febbraio 1975, Febbraio 1975

Salmodia contro le armi (appello a tutti gli operai)

Anche la Cina fabbrica armi,

speravo, pensavo, dicevo:

almeno la Cina! Basterebbe

che la Cina si mettesse a camminare;

cammini e basta, la Cina!

Così cantavo: cento

milioni in cammino, duecento

milioni in cammino, cinquecento

milioni in cammino…

Invece è ferma,

ferma come un oceano gelato.

Sognavo sì, che esplodesse la Cina;

ma di pura esplosione biologica.

Chi arresta la vita?

Chi può soffocare una fonte?

Invece neppure la Cina.

Anzi, anche la Cina – estrema illusione –

si mette a imitare l’Occidente:

il male del mondo è l’Occidente.

E il peggiore dei mali è che tutto

tutto si fa occidentale.

E non solo per la questione delle armi,

perfino in religione

la malattia mortale è l’Occidente.

Tutti giurano sulla Bibbia

e intanto fabbricano armi.

L’America fabbrica armi

la Russia fabbrica armi

tutta l’Europa fabbrica armi.

L’America vende armi

l’Inghilterra e la Svezia vendono armi

la Francia e il Belgio e l’Olanda vendono armi

perfino l’Italia – il più festoso paese

d’Europa – vende armi…

Di chi sono le armi del Medio Oriente e d’Israele?

Di chi sono le armi del Sud-Africa,

dell’Angola, del Mozambico?

Di chi erano le armi del Biafra?

Di chi sono le armi del Vietnam,

del Vietcong, della Cambogia, dell’Indonesia?

Armi nucleari, armi atomiche,

missili, contromissili, armi chimiche,

gas nervino, armi batteriologiche,

armi psicologiche, armi

armi armi!

E torture!

Due volte distrutta la terra, tre volte

distrutta la terra, dieci volte

cento volte distrutta la terra.

E va bene: distruggeteci subito e sia

finita. Ma non dite:

noi siamo per la pace.

” Il rappresentante della più grande potenza

militare, saluta il rappresentante

della più grande potenza spirituale. “

Così non c’è più nessuna differenza?

Meglio subito perduti:

purché non si viva più

in questo immobile terrore,

tutti sotto l’immenso fungo di morte!

Purché nessuno più dica: la pace, la pace!

La civiltà, il futuro, il progresso,

l’unità del mondo!

E’ vero il contrario; il dominio del mondo!

Il prestigio, la tua ricchezza

e la mia fame. La fame di due

miliardi di uomini, di cinque

miliardi di uomini, domani

di dieci miliardi di uomini:

questo oceano oscuro e ancora immobile.

Almeno esplodesse questo oceano cupo

e immobile; e Dio scendesse

ad agitarlo. Perché da soli

non possiamo, non possiamo!

Nessuno ci libera dai nuovi Faraoni

se Dio non scende a liberarci.

Militari, sempre più militari

dovunque, milioni di militari

all’ovest, milioni e milioni

di militari all’est, sull’Ussuri, sull’Everest.

Uomini, per una divisa

vendete la vostra libertà?

tutti indietro verso la grande foresta:

uccidiamoci subito

prima che sia tardi.

Militarismi nazionalismi razzismi

d’ogni specie, classismi:

come da principio come da sempre.

E Cristo è venuto

ma è come se non fosse venuto.

E a comperare armi sono sempre i poveri

e a fare le guerre sono sempre i poveri:

i potenti vendono, i poveri comperano.

E saranno sempre più poveri

mentre loro saranno sempre più ricchi.

I poveri non posseggono armi

i poveri non hanno diritti!

Almeno gli operai di tutto il mondo

capissero, almeno essi: tutti gli operai!

Che hanno da guadagnare gli operai

a costruire armi?

Tutte armi di morte contro di loro:

costruiscono la loro morte

con le loro stesse mani.

Mai visto le armi uccidere i padroni,

i molti Krupp del mondo;

io ho visto uccidere solo i poveri

e gli operai. Almeno gli operai capissero!

Anche in Russia è avvenuto,

anche in Ungheria è avvenuto;

così in Cecoslovacchia, così in Corea

e nel Vietnam e in varie parti dell’Africa

ed ora in tutta l’America del sud.

Armi dei ricchi e guerre dei poveri.

Operaio, non costruire più armi.

Ogni arma che fai sono moltitudini

di poveri e di operai ad essere uccisi,

con la tua stessa arma.

Come fai a prendere la paga

perché hai costruito armi?

Come fai a lavorare per la pace

se costruisci armi? Come puoi

accarezzare i tuoi bambini

dopo che le tue mani hanno costruito

un fucile una bomba una mitraglia?

Come fai a procreare creando armi?

Quando tutti finalmente capiranno,

tu domani sarai esposto al ludibrio

un povero, beffato, esposto al ludibrio!

Operai, lasciate le fabbriche di armi!

Tutti insieme in un solo giorno,

queste fucine di morte:

insieme provvederemo giustamente alla paga,

lasciatele a un giorno convenuto,

tutti gli operai del mondo insieme.

E scendete sulle piazze, tutti gli operai,

a un ordine da voi convenuto.

E andate sotto le ” Case bianche “,

di tutte le capitali

e urlate tutti insieme, operai d’ogni specie,

questa sola parola: non vogliamo

più armi, non facciamo più armi!

Solo questo urlate insieme

nel cuore di tutte le capitali.

E poi vediamo cosa succede.

Per salvarci non c’è altro ormai.

Allora sarete voi i veri salvatori;

operai, fate questo

e vivrete. E vivremo.

E sarete invincibili.

Tutto il resto è un nulla di nulla

anche la religione senza questo

è un correre dietro il vento.

L’obiezione di coscienza:

un lusso inutile;

il movimento per la pace,

una componente al sistema;

non valgono queste contestazioni:

moti di inutili disperazioni.

Solo l’Utopia porta avanti il mondo.

Vale solo questo: la nuova salvezza

deve venire da voi operai.

Inutili sono le barricate

da lunedì sera a venerdì mattina

perché dopo viene il weekend.

Non vedete che vi comperano

con una seicento e un televisore?

E intanto vendono le armi che voi fabbricate

perché sparino contro di voi.

Né vale più dire guerra di offesa

guerra di difesa: sono sempre guerre.

Queste idee sono sempre micidiali

quando giungono al potere.

Perciò Cristo non vuole il potere.

” Caino, che hai fatto di tuo fratello? “

Ma intanto bisogna ammazzare Caino!

Invece, ” non uccidete Caino:

sarà ucciso sette volte

colui che uccide Caino! “

E’ stato così, è sempre stato così.

La spirale della violenza doveva

essere distrutta fin dall’origine.

Non c’è altra via di scampo:

non fare armi, operaio

non fare armi.

Allora sarai tu il nuovo Cristo che viene.

Anche a difesa di Dio

” Metti via la spada! “

Ma bisogna che facciamo così,

a un giorno convenuto, in tutto

il mondo. Gli operai che scendono

in piazza a gridare insieme:

” non facciamo più armi! “

Operai di tutto il mondo

(o ci salveremo insieme

o tutti insieme ci perderemo).

A gridare dico insieme sulle piazze:

” non vogliamo fare più armi! “

Alla vostra busta paga

tutti insieme ci penseremo.

Immaginate, operai, per grazia vostra

nessun’arma che spara sulla terra

nessuna portaerei che naviga sui mari

nessun fragore di bomba dal cielo.

Per grazia vostra, operai,

nessuna sirena che urla

nessun reggimento che marcia

in nessuna direzione,

perché non ha armi,

nessun lamento di uccisi:

il silenzio, la pace!

Note:

David Maria Turoldo (dicembre 1972)

 

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