Le riforme a costo zero.Dieci proposte per tornare a crescere

Nanni Salio

Tito Boeri, Pietro Garibaldi, Le riforme a costo zero. Dieci proposte per tornare a crescere, Chiarelettere, Milano 2011, pp.153

Tito Boeri, docente di economia alla Bocconi, nonché editorialista de “la Repubblica”, e Pietro Garibaldi, anch’egli economista all’Università di Torino, propongono dieci riforme “a costo zero” per tornare a crescere. Alcune di queste misure sono frutto di un elementare buon senso e del tutto condivisibili: investire sull’immigrazione, sui giovani che entrano all’università, sul decentramento, ridurre i costi dei politici, favorire il credito, e così via. Sono misure che possono avere qualche efficacia nel breve periodo per far fronte all’emergenza.

In appendice è riportata la proposta di un “Disegno di legge per l’istituzione di un contratto unico di ingresso”. A tutto ciò si potrebbe aggiungere una undicesima proposta, che finalmente è giunta agli onori della cronaca: la riduzione delle spese militari, a cominciare dall’annullamento del faraonico e inutile acquisto degli aerei F35. E la dodicesima proposta è anch’essa conseguente a questo spirito: annullare le grandi opere inutili, come la TAV in val di Susa e il ponte sullo stretto.

Ma il dubbio rimane su un punto centrale, il dogma indiscusso di gran parte degli economisti: nel medio e ancor più nel lungo periodo (massimo alla metà del secolo) la crescita non sarà più possibile, né tanto meno desiderabile. Occorrerà invece invertire la tendenza, e quanto prima lo si farà tanto meglio per le generazioni future e per gli altri viventi del pianeta.

Per crescere occorre infatti non solo l’inventiva degli economisti e dell’ingegneria finanziaria, che ci ha portato nell’attuale crisi sistemica globale, ma soprattutto una crescente disponibilità di energia. Ora questo non è più possibile, nonostante gli incessanti sforzi in tal senso. Non solo, ma il rendimento energetico dell’investimento fatto per cercare nuovi giacimenti (l’EROI) è in drammatico calo.

Occorre dunque che con un pizzico di modestia gli economisti ripensino i fondamenti della loro “scienza triste” e imprecisa, tenendo conto dei risultati delle discipline che studiano con maggior precisione gli equilibri ecosistemici del pianeta sul quale trascorriamo la nostra breve esistenza.

Nell’anno in corso, il 2012, ricorre il quarantesimo anniversario della pubblicazione de “I limiti della crescita”, pubblicato dal Club di Roma nel 1972. Rileggerlo ora, anche alla luce dei successivi aggiornamenti, è quanto mai istruttivo. Da suggerire ai “tecnici” del governo Monti, e non solo, e da aggiungere alle “dieci letture consigliate” da John Thackara (vedi: “Crescita e risorse: dieci letture consigliate per Mario Monti”, http://petrolio.blogosfere.it/2012/01/crescita-e-risorse-dieci-letture-consigliate-per-mario-monti.html).


 

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