Moneta locale – Recensione di Nanni Salio

Peter North, Moneta locale. Come introdurla nella tua comunità, Arianna editrice, Bologna 2011, pp. 250

La collana dei “ libri della transizione” pubblicata dall’editrice Arianna sarebbe sicuramente piaciuta tanto a Gandhi quanto a Schumacher (del quale quest’anno ricorre il centenario della nascita). Dopo il “ Manuale pratico della transizione” e “Cibo locale” anche “Moneta locale” è un libro che propone esperienze concrete, sulla base di una sperimentazione in corso in vari paesi.

Schumacher apprezzerebbe molto questi lavori, perché basati su una dimensione di scala “piccola” e Gandhi li condividerebbe perché prefigurano quel “programma costruttivo” che egli riteneva indispensabile per andare oltre alle sole critiche di un sistema di dominio. Amava ripetere: “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”, non aspettare che altri si attivino, spetta a te in prima persona.

Tutti questi volumi sono un tentativo concreto di realizzare un’economia alternativa basata su nonviolenza, dono, beni comuni, solidarietà e dimostrano praticamente che “ci sono alternative”, smentendo coloro che sostengono il contrario.

In tempi di crisi sistemica e di bufera finanziaria, è fondamentale riappropriarsi della capacità di controllare il denaro, di capirne il significato autentico, avviando esperienze, come quelle descritte nel libro, che vanno dalla “banca del tempo” (già presente anche in varie città italiane), all’emissione di “moneta locale” su piccola scala, a circolazione limitata, che permetta a piccole imprese di produrre i beni necessari localmente, dal cibo all’energia.

Un caso significativo è quello delle “reti di baratto argentine” (cap. 8) che, durante la grande crisi argentina, hanno permesso di riorganizzare dal basso la vita comunitaria evitando di sprofondare nella miseria. Ma si può imparare molto anche dalle cittadine inglesi nelle quali si sono fatte sperimentazioni di moneta locale, le stesse da cui è nato il movimento della transizione.

L’autore, Peter North, non nasconde certo le difficoltà e nel capitolo conclusivo esamina le condizioni necessarie per rendere resilienti le esperienze di moneta locale.

Tutta la collana è, per il momento e sino a quando non ci saranno anche casi italiani di rilievo, centrata su esperienze soprattutto inglesi. Se da un lato questo è un limite, dall’altra è segno di speranza che in uno dei paesi occidentali al centro dell’economia liberista siano sorte delle significative alternative da cui imparare.

Forse gioverebbe ai lettori italiani completare le ricche bibliografie con riferimenti a testi che si possono reperire anche nella nostra lingua.

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