Per il superamento dei campi nomadi

“Sembra che nessuno voglia riconoscere che la storia contemporanea ha creato un nuovo genere di esseri umani – quelli che sono stati messi nei campi di concentramento dai loro nemici e nei campi di internamento dai loro amici”. Hanna Arendt
In occasione della prossima manifestazione nazionale dei Rom e dei Sinti, promossa a Roma per il prossimo 9 novembre, la Federazione Romanì esprime la propria dissociazione dalla piattaforma rivendicativa e ritira l’adesione all’iniziativa.

Il documento unitario che convoca la manifestazione pone soluzioni abitative che non superano completamente la concezione stessa dei campi nomadi, e, al contrario, ne rafforzano “l’utilità” indirizzando un agire istituzionale distorto che continua a intervenire proponendo soluzioni speciali su una categoria di persone inventata: “ i nomadi”

La Federazione Romanì afferma in maniera forte e chiara la centralità del diritto alla casa come il tema decisivo della partecipazione attiva della popolazione romanì e come elemento centrale di un riconoscimento e una considerazione impostati sui diritti di una minoranza storica e significativa anche per consistenza numerica.

E’ ancora forte il pregiudizio in base al quale i Rom rifiutano di vivere nelle case perché vogliono vivere nei campi nomadi o all’aria aperta o in terreni a “larghi orizzonti”; questi pregiudizi i rom li hanno pagati duramente in termini di emarginazione ed esclusione sociale, culturale e politica. Sono pregiudizi impostati anche dall’impreparazione del volontariato, dall’utilitarismo delle cooperative sociali che gestiscono i “campi nomadi”, dalla negligenza e inopportunità istituzionale nell’affrontare una minoranza ascoltandola ed interloquendo direttamente con i suoi rappresentanti.

Quella dei campi, dei “villaggi attrezzati” e delle “microaree”, oltre ad essere un’anomalia tutta italiana, è una soluzione differenziata, discriminante e segregante, e spesso sono le autorità che spingono le famiglie rom a vivere in questi luoghi di ghettizzazione che strutturano un sistema di apartheid proposto esclusivamente alla popolazione romanì.

Vogliamo dunque dichiarare che anche i Rom vorrebbero un’abitazione “normale” per superare definitivamente ogni forma di segregazione/emarginazione abitativa, e vorrebbero poter essere considerati per accedere alle case dell’edilizia popolare, definendone la progettazione, le tipologie e le modalità. Ridurre il fabbisogno abitativo alle forme truccate del campo “nomadi” è un azione di efferata violenza e disumanizzazione.

La Federazione Romanì, le 18 associazioni e le persone che la compongono (tutte attive professionalmente sul territorio Italiano) credono che sia arrivato il momento di offrire alla minoranza romanì risposte politiche e di politica abitativa adeguate che facciano superare, senza lacuna possibilità di falsa interpretazione, la logica dei campi nomadi e che, allo stesso tempo, restituiscano dignità alla coscienza collettiva del Paese.

La manifestazione del 9 novembre rischia di generare equivoci su un tema così importante; inoltre è basata su presupposti di contrapposizione che al momento non possiamo comprendere, vista la recente assegnazione (11 luglio 2011) alla 1° Commissione della Camera dei Deputati della proposta di legge per il riconoscimento della  minoranza storica ed etnico-linguistica.

Nazzareno Guarnieri – presidente Federazione Romanì

GLI ADERENTI ALLA FEDERAZIONE ROMANI’
Graziano Halilovic – Ass. Romà onlus di Roma,
Ass. RomSinti@Politica Teramo
Demir Mustafa – Amalipè Romanò di Firenze,
Vesna Vuletic – Ass. Idea Rom Onlus Torino,
Ass. Azunen Romalen di Napoli,
Coop. Pralipè di Pescara,
Sergio Suffer – Nevo Gipen di Brescia,
Loris Levak – Ass. Rom Kalderash di Venezia,
Vojkan Stojanovic – Ass. Romano Pala Tetehara Collegno (TO),
Mauro Priano – ASD Amalipè di Palermo,
Ass. Tikanè Assiem di Isernia,
Centro Studi Ciliclo Roma
Ass. Sassarè Lamè Isernia,
Ass. Paparuga di Torre del Greco,
Saska Jovanovic – Ass. Romnì Onlus Roma
Carlo Stasolla – Ass. 21 Luglio Roma
Marco Brazzoduro – Coop. Antica sartoria rom Roma
Fattoria sociale Bravalipè

Maria Grazia Dicati – Veneto, Umberto Spada – Lazio, Sarachella Concetta – Molise, Dimitris Argiropoulos – Emilia Romagna, Rojatti Raffaella – Lazio, Ferdi Berisha – Marche, Russo Ernesto – Abruzzo/Marche, Maurizio Marcellusi – Abruzzo, Rosi Mangiacavallo – Sicilia, Marcel Courthiade – Parigi, Giuliana Donzello – Toscana, Roberto Ermanni – Toscana


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Segnalazione di Associazione IDEA ROM Onlus
c/o Centro Studi Sereno Regis
via Garibaldi 13 – 10122 Torino – fax +39.011.82731123
www.idearom.it[email protected] – Fb IdeaRom

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