Pro Loco*?
*agg. m. e f. e n.f. invar. denominazione di enti attivi in località di villeggiatura di secondaria importanza, che hanno il compito di valorizzarne le risorse paesaggistiche e artistiche, favorire il turismo, promuovere manifestazioni culturali ecc.
Loc. del lat. mod.; propr. ‘in favore (pro) del luogo, della località ( loco, abl. di locus)’.
Letteralmente vuol dire «in favore di un luogo». A Torino c’è stata una «Festa delle Pro-Loco» del Piemonte. Molti paesini avevano il loro stand in piazza Castello, per far conoscere ai «cittadini della “capitale”» (noi) le caratteristiche del loro luogo. C’erano dei costumanti vestiti come vuole la tradizione, manufatti tipici, danze popolari e, naturalmente, cibo locale.
A me piace visitare questo tipo di sagre, trovo interessante conoscere le «minoranze», comunque le si intenda. E poi mi piace assaggiare le ricette tradizionali che rischiano di perdersi con l’avvento del «tutti da Mac Donald’s» (così si mangia uguale a Milano come a Ravenna e Tokio!
E così sono andata, decisa a rispondere «No, grazie, ce l’ho» a chi mi avesse proposto il piatto di plastica, la forchetta di plastica, il tovagliolo di carta, il bicchiere di plastica per assaggiare «le frittelle tipiche di Balangero». E invece, piacevole sorpresa, tutta la rassegna era una «ecofesta», nel senso spiegato dal volantino che si trovava all’ingresso e che recita così:
«”Qui non inquina quel che resta: questa è una ecofesta”. L’organizzazione di questo evento** si è adoperata per l’utilizzo di supporti compostabili e vi invita a depositare gli avanzi di cibo e le stoviglie negli appositi contenitori», cioè insieme ai rifiuti organici. Tutte le stoviglie erano biodegradabili e compostabili, e così: «ogni 100 kg di monouso compatibile avviato al trattamento permettono una non emissione in atmofera di circa 60 kg di CO2 . Un risparmio equivalente a circa 6 macchine che percorrono 50 km o all’energia consumata a circa 358 lampadine da 50v accese tutto il giorno». Leggendo il volantino ho scoperto poi che quasi tutti i piatti, i bicchieri, le posate di plastica, che crediamo di poter smaltire nel contenitore della plastica sono in realtà di polistirolo, che non è riciclabile e non può essere smaltito se non nell’indifferenziato, per poi essere avviato alla discarica. Quindi è proprio vero che non basta l’idea che «tanto si ricicla e poi ci fanno le panchine o il tessuto-nontessuto chiamato “pile”». Così l’evento era «pro-loco» nel senso più ampio possibile: il «loco» era infatti tutta la Terra.
**Eco tecnologie. Soluzioni per l’ambiente
via San Gottardo 7
12041 Benevagienna
0172.655191
[email protected]. Hanno soluzioni per grandi eventi, ma anche per consumi minori, per esempio il «Pacco famiglia» (50 coperti) e anche un pratico contenitore con 6 coperti, il «Bio pic-nic». Be’ però per quest’ultima proposta mi viene davvero da chiedere: «Ma se siamo solo in 6, non possiamo portarci i piatti di ceramica? Ognuno il suo, così il peso è suddiviso, e le posate, e un bicchiere, magari di metallo così possiamo scaldare anche un po’ d’acqua per un tè (se facciamo un pic-nic col fuoco/fornello)? Sempre nell’ottica che: va bene se invece della plastica usiamo il mater-bi, ma ricordiamoci sempre che «il rifiuto migliore è quello non prodotto»!
Nonostante siano ormai passati parecchi anni in cui si parla di raccolta differenziata sembra strana l'idea, ma è quanto mai diffusa, che piatti e stoviglie in plastica possano essere raccolti insieme alla plastica ed avviati al riciclo. Il fatto è che piatti e stoviglie non sono "imballaggi" e quindi in virtù di una legge e di una tassa che i produttori di imballaggi pagano questi articoli non possano essere riciclati.
E perchè non c'è nessuno a cui venga in mente di cambiare la legge in modo da poter riciclare i piatti di plastica??? Si accumulano a tonnellate 🙁