L’ACQUA e i beni comuni – Recensione di Sebastiano Velio Picchioni
U. Mattei (con i disegni di L. Paulesu), L’ACQUA e i beni comuni. Raccontati a ragazze e ragazzi, manifestolibri, Roma 2011, pp. 64, € 12,00
In copertina un oblò indica «…i beni comuni raccontati a ragazze e ragazzi», ma il consiglio spassionato è che, dopo averlo fatto leggere ai figli\allievi, genitori e professori dovrebbero prendersi del tempo per leggerlo anche loro. Il libro è fatto molto bene, accurato nei dati; ma soprattutto l’organizzazione interna rende bene la gravità della situazione-acqua. Un omino stilizzato, per esempio, ci guida nella comprensione di termini che potremmo non conoscere (biocarburanti, rendita da capitale…). E sempre per una migliore comprensione un piccolo glossario in fondo al volume integra il lavoro dell’omino (pozzo artesiano ma anche, molto utile, referendum).
A scoprire i dati sull’acqua ci guida un ragazzino di nome Simone che usa come unità di misura un certo avvocato Artemio: «A quella fontanella potrebbe voler bere un bambino afghano fuggito dalla guerra fatta per consentire ad Artemio di guidare il suo SUV, il suo motoscafo, o di andare a sciare in elicottero» (p. 21).
Bella la scrittura in prima persona come se a fare quelle domande e quelle affermazioni fossimo noi stessi, così quando Simone parla di sprechi quotidiani casalinghi, subito ci viene in mente «Cavolo! Anch’io faccio così» oppure «Io già lo faccio e me ne sono accorto pagando la scorsa bolletta dell’acqua!». Ma più di tante parole è efficace il disegno che riprendiamo dalle pp. 46-47 del libro già disponibile nella biblioteca del Centro Studi Sereno Regis.
«Noi siamo fatti in gran parte d’acqua! circa il 70% del nostro corpo è acqua, soltanto acqua…Quando nasciamo, la percentuale di acqua del nostro corpo è ancora più alta: crescita e invecchiamento sono in verità lenti processi di diminuzione di questa percentuale (ossia della misura in cui noi siamo acqua)…» (p. 26)
Sebastiano Velio Picchioni, anni 20
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