Perfida Albione – Johan Galtung

Mentre la rivolta araba si allarga e approfondisce, emergono sempre più i ruoli di un impero globale e di uno regionale, rispettivamente USA e Israele. Ne tratteremo di più la prossima settimana; qui il punto focale è sul terzo soggetto del genere, il Regno Unito, o semplicemente l’Inghilterra, Albione, nota per la sua perfidia, per il famoso principio di Lord Palmerston “nessun amico permanente, nessun nemico permanente; interessi permanenti”.  John Bull = John Bullo?

Quell’impero aveva un carattere modello, e Tony Blair fece del suo meglio per rivivificare Albione servendo un’Aquila aldilà dell’Atlantico:

* fuorviò il Parlamento inducendolo a credere che la guerra fosse legale;

* mentì sulle ADM, armi di distruzione di massa;

* finse che i servizi segreti fossero attendibili;

* esagerò la minaccia da parte dell’Iraq e di Saddam Hussein:

* nascose il suo accordo con Bush per entrare in guerra;

* ostacolò il lavoro degli ispettori ONU sulle ADM;

* condusse una guerra sconsiderata contro la popolazione civile dell’Iraq;

* fuorviò la sua gente inducendola a credere che la guerra ne aumentasse la sicurezza.

(estratto dalle udienze della commissione Chilcot, Klassekampen 22-01-11).

Una persona così – con un coimputato o due USA – è di competenza del Tribunale Penale Internazionale, oltre l’uso fattone per jugoslavi e africani. Invece, agisce dal piano direzionale della Colonia Americana a Gerusalemme, per corrompere i palestinesi della Cisgiordania attraendoli in lucrativi affari del settore privato.

Al Consiglio di Sicurezza sia gli USA sia il Regno Unito sono protetti dal diritto di veto diretto, e Israele indirettamente per la sua guerra brutale contro la popolazione di Gaza. I tre insieme sono riusciti a vanificare il rapporto del giudice Julius Goldstone (Naomi Klein, “Goldstone’s Legacy for Israel” – “Il lascito di Goldstone per Israele”, The Nation 14-02-2011); rapporto che può servire da modello per le atrocità USA-Regno Unito.

L’arci-imperialista sir Winston Churchill – quel che è buono per l’Impero è buono anche per me – si erge minaccioso. Nel 1953 gli fu conferito il Premio Nobel per la Letteratura. Lo statuto del premio Nobel stabilisce che la letteratura non dovrebbe solo riguardare le belle lettere, “bensì anche altri scritti che per forma e contenuto mostrano valore letterario”. Il premio del 1902 fu assegnato a Theodor Mommsen per The History of Rome , e nel 1953 a Churchill per The Island Race – una ispirata macro-storia di quell’isola che egli contribuì a plasmare e a far conoscere sul piano storico. Come, in effetti, avvenne durante la seconda guerra mondiale.

Le due prefazioni, di C.D.Af Wirsén e S. Siwerts, sono esse stesse piccoli capolavori professionali. Ovviamente ci sono controversie – come l’omissione di Henrik Ibsen –ma per fortuna Alfred Nobel non affidò l’incarico di valutare la letteratura a cinque dilettanti del parlamento svedese come fece per la pace col parlamento norvegese, addirittura cliente dell’unico impero sopravvissuto.

La storia raccontata da Churchill nel suo The Island Race si conclude verso la fine del XIX secolo: “Quasi cent’anni di pace e progresso avevano condotto la Gran Bretagna alla guida del mondo. Essa aveva ripetutamente lottato per il mantenimento della pace — Il futuro è inconoscibile, ma il passato dovrebbe darci speranza”.

Nel 1911, una commissione parlamentare confrontò le economie dell’India e della Gran Bretagna e le trovò alquanto simili all’inizio del XIX secolo e assai diverse un secolo dopo, con la seconda molto avanti e l’India indietro con un divario crescente. Quel che aveva avvantaggiato l’una non aveva beneficiato l’altra. Ma ciò importava poco a Churchill, preoccupato di essere il #1, grido di battaglia negli USA di oggi, in concorrenza con altri paesi senza badare allo sfruttamento entro e fra di essi. Come con i professori di Harvard Ferguson e Nye al programma GPS della CNN del 6 marzo 2011.

In un recente libro di Madhusree Mukherjee, Churchill’s Secret War: The British Empire and the Ravaging of India During World War II [La guerra segreta di Churchill: l’impero britannico e il saccheggio dell’India durante la II guerra mondiale] (Basic Books, 2010) l’autrice ritiene Churchill responsabile di non aver autorizzato la spedizione di generi alimentari dall’Australia per salvare i tre milioni di persone che perirono nella carestia bengalese del 1943. Churchill odiava Gandhi, un “fachiro nudo”, una “forza assolutamente del male, ostile a noi sotto ogni aspetto” e sperava che morisse di fame lui stesso a forza di digiuni. A proposito degli hindu, disse che erano: “la gente più bestiale al mondo dopo i tedeschi”.

I tedeschi. La “splendida decisione” del neo-primo ministro di bombardare la Westfalia (in Germania) uccidendo civili, per vendetta rispetto a quanto subito da Coventry e Londra e stimolare la volontà di combattere degli inglesi. E i massicci bombardamenti della Germania, dopo l’attacco aereo con i gas in Iraq nel 1921 contro ribelli che minacciavano la civiltà. 600.000 uccisi in Germania: donne, bambini, vecchi. Erano diverse le condotte belliche britannica e tedesca? La democrazia differisce dalla dittatura e Churchill da Hitler, ma la loro guerra? Forse che la democrazia è una licenza d’uccidere per la vittoria a qualunque prezzo (Churchill); una guerra totale?

Per Churchill, Hitler era un mostro, pieno d’invidia, ignominioso, un veicolo d’odio; per Hitler Churchill era pazzo, metteva il mondo a ferro e fuoco (Klaus Wiegrepe, “Sieg um jeden Preis” [Vittoria a ogni prezzo], Der Spiegel, 3/3/2010). Una guerra mondiale. E un duello personale.

La Royal Air Force era superiore, e così la Wehrmacht. Ma il Giappone cadde nella trappola d’attaccare gli USA, e la Germania stupidamente attaccò l’Unione Sovietica. I più forti vinsero dopo inenarrabile sofferenza – russi, ebrei, rom, tedeschi, altri. E Churchill perse quanto agognava di più: l’impero. La seconda guerra mondiale fu solo una battaglia nella guerra per il potere mondiale. Egli fu un genio come Napoleone, nel senso di vincere le battaglie e perdere la guerra.

La vera guerra si combatte da parte di gente reale per il sostentamento, la libertà, la dignità. Gli eroi e le eroine sono milioni, ignoti/e, non individui con ego esagerati. Il loro futuro è conoscibile.

07.03.11 – TRANSCEND Media Service

Traduzione di Miky Lanza per il Centro Sereno Regis

Titolo originale: Perfide Albion

http://www.transcend.org/tms/2011/03/perfide-albion/

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