La Bi-oraria, questa sconosciuta

Quando vivevo in quasi-montagna lavavo i panni al torrente, sbattendoli sulle pietre che disseminavano il corso del Rumiano, e usando rigorosamente il sapone di Marsiglia (bio-degradabile al 100%). Accumulavo i panni per tutta la settimana e andavo a lavarli in un certo giorno. E ci andavo in quel certo giorno perché mi facevo aiutare dai bambini della borgata, che si divertivano a calpestare i miei panni coi piedi nudi (creando l’«effetto lavatrice»); ma soprattutto mi facevo aiutare a portare la cesta che, al ritorno, con i panni bagnati, era molto pesante. Quindi il giorno prescelto era quello in cui i bambini non fossero a scuola per qualche attività pomeridiana, ma anche perché di pomeriggio c’era il sole e l’acqua – comunque freddissima – era un po’ più «clemente». Naturalmente tutto questo non accadeva in inverno, quando condividevo la lavatrice con un’amica gentile (e peraltro le cose da lavare erano di meno).

Perché racconto tutto questo? Perché una volta era sempre così: c’era il giorno del bucato, c’era il giorno dello stiro, c’era il giorno in cui si faceva il pane… sì, certo, perché le operazioni erano un po’ più complicate (andare al torrente, scaldare il ferro e quindi avere il carbone, attivare il lievito madre fin dalla sera prima…), ma anche perché si cercava un ritmo… Ecco! Ritmo! Il ritmo bi-orario: sapete che ora è in vigore la tariffa bi-oraria per il consumo dell’energia elettrica: paghiamo di meno se usiamo l’energia elettrica prima delle 8 e dopo le 19 (e naturalmente per tutto il sabato e la domenica). Ma non è così tragico come sembra. Anzi, per quanto mi riguarda ha semplificato di molto la nostra vita.

La lavatrice funziona solo il sabato e/o la domenica e si stira solo il sabato e/o la domenica (o, se necessario, dopo le 19). Fine del problema. Ma vediamo come fare in altri casi.

Ho lo scalda-acqua elettrico? Lo accendo solo di notte, così al mattino ho l’acqua calda (che è il momento in cui mi serve di più), e per i piatti scaldo la pentola d’acqua sul gas.

Ho assolutamente bisogno di lavare qualcosa durante la settimana? Accendo la lavattrice dopo le 19, lascio gli indumenti in ammollo tutta la notte (il che fra l’altro mi farà risparmiare sul riscaldamento dell’acqua, nel senso che dopo l’ammollo potrò utillizzare temperature più basse) e al mattino, entro le 8, farò terminare il programma e stenderò (se non mi piace stendere di notte).

Così forse ci libereremo dall’ossessione della «doccia quotidiana»! Ricordo (sì, mica 100 anni fa! Quand’ero bambina io, 40 anni fa) che mia madre ci organizzava il bagno una volta alla settimana, di solito il sabato, quando si cambiavano le lenzuola e il pigiama. Che è successo nel frattempo? C’è più inquinamento? Sì, certo, forse la pelle si sporca di più, ma a volte una bella strofinata serale con un guanto di spugna inumidito serve molto di più a far respirare la pelle rispetto a una doccia bollente con qualche detergente aggressivo (aggressivo prima per gli animali su cui è stato testato e poi sul manto lipidico dell’epidermide, che non deve fare «skreeeeek!» come i piatti! Anzi ci sono sempre più bambini con problemi di pelle per la troppa detergenza!!!)

Va be’, sono partita dall’Enel e sono finita alla puericultura… Comunque la bi-oraria mi ha ulteriormente semplificato la vita; questo era ciò che volevo dire. Ci sarò riuscita?

(a cura di Cinzia Picchioni – Per contatti: via Bertola, 57 – Torino – 011539170)

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