Convegno – Il diritto all’uguaglianza nel mondo che cambia
La non discriminazione nei confronti delle persone provenienti da Paesi terzi
Il diritto a una esistenza dignitosa per tutti coloro che non dispongono di risorse sufficienti
sabato 4 dicembre 2010 – ore 10.00
Fondazione Bottari Lattes – Via Marconi, 16 – Monforte d’Alba (CN)
Programma (Scarica il pieghevole in pdf)
ore 10.00 Costituzione della Presidenza
Giuliano Martignetti, Centro Studi Sereno Regis
Osvaldo Boy, Comunità dei peruviani in Europa
Giampiero Bordino, Movimento Federalista Europeo
Saluto della Presidente della Fondazione Bottari Lattes
Saluto delle Autorità
Presentazione del Comitato d’iniziativa per un Movimento dei Movimenti a cura di Giuliano Martignetti
Relazioni
ore 10.30 Giuseppe Bronzini, Magistrato di Cassazione, Movimento Federalista Europeo
“I diritti degli immigrati ed il diritto delle persone
ad un’esistenza dignitosa nella Carta dei Diritti
Fondamentali dell’Unione Europea”
ore 11.00 Fredo Olivero, Responsabile immigrati della Caritas diocesana
“I diritti negati alle persone provenienti da
Paesi terzi”
ore 11.30 Luciano Gallino, Professore emerito Università di Torino
“La protezione del lavoro e del reddito minimo
garantito”
ore 12.00 Roberto Palea, Dario Cambiano, Comitato d’iniziativa per un Movimento dei Movimenti
“Proposte di azione pubblica, illustrazione delle bozze di petizione e di appello per la sensibilizzazione e mobilitazione dei cittadini”
ore 12.45 Dibattito
ore 13.30 Intervallo – Pranzo
ore 15.00 Testimonianze ed interventi programmati di esponenti delle comunità di immigrati e dell’associazionismo europeo
Darius Amon, Associazione Netcoor Ivoirtech
Alessandra Bari, ARCI
Michele Curto, Associazione Terra del Fuoco
Alessandro Givone, Associazione Terra del Fuoco
Piergiorgio Grossi, Movimento Federalista Europeo
Linda Koranteng, Associazione Ghana Brotherhood
Traiko Jovanosky, Associazione Macedonia-Italia
Chen Li, Associazione Cina-Italia
Zhao Ling Su, Associazione Italo-cinese Zhi Song
Antonio Longo, Circolo Spinelli, Milano
Bertin Matamba Ngoy, Associazione Le Bon Pasteur
Karim Metref, Collettivo Immigrati
Jean Paul Pougala, Camerun-Italia
Franco Russo, European Social Forum
Alfonso Sabatino, Associazione Italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa
ore 17.30 Dibattito critico sulle modalità d’azione del Comitato e le sue proposte d’azione futura
ore 19.00 Conclusioni a cura della Presidenza del Convegno
Segreterie Organizzative:
Fondazione Bottari Lattes Tel. 0173 789282
[email protected]
Centro Studi Sereno Regis Tel. 011 549005
[email protected]
Movimento Federalista Europeo Tel. 011 4732843
[email protected]
PRESENTAZIONE DEL CONVEGNO
Le profonde modificazioni nei rapporti economici e sociali che si sono verificate nel Mondo a seguito del tumultuoso sviluppo del processo di globalizzazione, che avviene senza regole e senza governo, hanno enormemente ampliato l’area delle disparità economiche e sociali tra gli abitanti della Terra e fatto crescere la sfera delle disuguaglianze tra le persone che vivono nello stesso Paese, in moltissimi settori.
Nel Convegno organizzato dal Comitato Promotore del Movimento dei movimenti, sotto gli auspici della Fondazione Bottari-Lattes, si intende approfondire alcuni specifici temi riguardanti il diritto di uguaglianza delle persone, relativi a:
-la non discriminazione nei confronti delle persone provenienti da Paesi terzi;
-il diritto a una esistenza dignitosa per tutti coloro che non dispongono di risorse sufficienti,
con l’ausilio di insigni studiosi e grazie alla testimonianza di Operatori umanitari e di diretti interessati.
Si intende, inoltre, proporre alcune iniziative politiche nella forma di Appelli/Petizioni su alcuni obbiettivi limitati ma precisi, con lo scopo di promuovere una mobilitazione dell’opinione pubblica che serva a dare corpo e sostanza alla rivendicazione dei diritti di uguaglianza delle persone e, nel contempo, verificare, sul campo, la possibilità di concrete collaborazioni tra Movimenti di diversa storia e differenti ispirazioni culturali.
Si riportano, in breve, le motivazioni e i contenuti delle iniziative politiche cui si è accennato.
Appello per la cittadinanza europea di residenza
La cittadinanza non deve essere strumento di esclusione.
Le persone che vivono e operano nella stessa comunità hanno il diritto di farne parte a pieno titolo e di concorrere alla sua organizzazione.
I popoli non si identificano in base alla origine etnica, alla provenienza, alla religione ma in base alle speranze comuni,ai sacrifici condivisi, alle realizzazioni compiute insieme.
L’Europa deve far proprio questo principio cosmopolita e inclusivo e superare l’impostazione secondo cui la cittadinanza europea è riconosciuta solo a chi è cittadino di uno Stato membro, mentre restano esclusi dalla vita democratica e dal pieno godimento dei diritti sociali 20 milioni di cittadini di Stati terzi che vivono e risiedono in Europa.
Costruire una cittadinanza fondata sulla residenza significa respingere l’idea che possano esistere doppi livelli di diritti; significa attribuire effettività a quei principi di inviolabilità della dignità umana e di tutela della libertà e della sicurezza che la CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL’UNIONE EUROPEA riconosce a tutte le persone (e non solo ai cittadini).
Con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona la Carta dei diritti fondamentali è stata resa vincolante per tutti gli Stati membri ed immediatamente “giustiziabile” di fronte ai Tribunali nazionali.
Poiché essa stabilisce, tra l’altro, che “tutte le persone sono uguali di fronte alla legge”(art.20) e che “è vietata qualsiasi discriminazione in base alla nazionalità” (art.21-2) è sempre meno accettabile che persone residenti all’interno dell’Unione che lavorano, pagano tasse e contributi sociali, sono soggette alle leggi e alle norme locali e nazionali, siano escluse dal diritto alla partecipazione politica e da quello di concorrere alla formazione delle norme che sono chiamate a rispettare.
La cittadinanza europea va intesa come l’embrione della cittadinanza cosmopolitica, una cittadinanza che, in quanto tale, amplia la portata e rafforza i contenuti dei diritti liberali, politici e sociali degli individui e consente alla persona di liberarsi dalla condizione di minorità morale e civile in cui la relega l’ideologia del nazionalismo, affinché essa sia titolare di diritti (e doveri) in qualsiasi luogo del mondo voglia risiedere.
Per questi motivi è giunto il momento di rompere il legame tra cittadinanza e nazionalità – retaggio storico dello Stato nazione –e di fondare la cittadinanza europea sulla residenza sulla base del principio che “è cittadino dell’Unione chiunque abbia la residenza nel territorio di uno Stato membro o abbia la nazionalità di uno Stato membro”.
Per questo si chiede con forza al Parlamento Europeo e alla Commissione Europea di proporre l’introduzione di detto principio nella legislazione comunitaria mediante l’emanazione di una DIRETTIVA specifica, la quale, nel contempo, stabilisca criteri uniformi per l’ottenimento della residenza nei singoli Stati.
Petizione per una Legge regionale che istituisca in Piemonte, il reddito minimo garantito
La crisi economica internazionale si va approfondendo e mina sempre più le condizioni di lavoro e di reddito dei cittadini di tutti gli Stati europei : ogni tentativo di stimare le conseguenze della crisi viene rivisto continuamente al ribasso e la disoccupazione nel vecchio continente potrebbe raggiungere una media del 10%, (con punte del 20/25% in determinate regioni) cui corrisponderebbero milioni di nuovi soggetti espulsi dal processo produttivo.
Inoltre, in detta drammatica situazione, l’Italia è l’unico Paese, insieme alla Grecia, che non prevede forma di reddito di cittadinanza garantito, poiché lo Stato italiano si limita a finanziare i cosiddetti ammortizzatori sociali principalmente a favore dei lavoratori espulsi dal processo produttivo in determinati settori e per imprese di una certa dimensione.
Rimangono senza alcuna protezione larghe fasce di disoccupati, gli inoccupati, i giovani in attesa di prima occupazione, le persone precariamente occupate, i precari che hanno perso l’occupazione e così via.
Peraltro l’art.34 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea impone di “garantire una esistenza dignitosa a tutti coloro che non dispongono di risorse sufficienti”.
Detta Carta riconosce il diritto al reddito minimo come diritto sociale fondamentale , direttamente riconosciuto dall’Unione non solo ai “lavoratori” ma a tutte le persone (anche non cittadini degli Stati).
Sulla base di detto principio riconosciuto dal diritto comunitario, la REGIONE LAZIO, con Legge regionale n.4 del 20 marzo 2009, ha istituito nel Lazio il reddito minimo garantito, sicché, sulla spinta di detto successo si stanno sviluppando iniziative in altre regioni per ottenere analogo risultato.
Si propone, pertanto, di indirizzare una Petizione sostenuta da migliaia di firme alla Regione Piemonte, che ne ha competenza e spettanza, per l’istituzione di un reddito minimo garantito per tutti i residenti che vivono con in reddito inferiore alla soglia di povertà.
sono padre di due minori con moglie a carico e dal lontano ottobre 2008 che sono rimasto disoccupato grazie alle schifose leggi dello stato italiano avevo lavorato tre mesi presso un cooperativa di facchinaggio con contratto a termine ho fatto la domanda di disoccupazione al che l'inps mi ha risposto che non avevo diritto motivo la cooperativa non versava i contributi per la disoccupazione cosi da allora ho perso 4 mesi di disoccupazione ordinaria che avevo diritto purtroppo da allora non sono più riuscito a trovare un lavoro onesto o a tempo indeterminato i debiti contratti con la banca sono aumentati il mio propietario mi ha sfrattato non potendo piu pagarlo poi mi sono rivolto ai servizi sociali del mio comune e preciso quello di medesano provincia di parma no nel congo del sud italia cosi hanno deciso di darmi il pacco per i poveri come cibo alimentare e un sussidio mensile di 200 euro per 4 persone al mese e quest'anno non mi hanno dato due mesi perche dovevo pagarmi io le bollette dell'acqua e corrente se no me la staccavano ho chiesto al sindaco e il vicesindaco trea l'altro medico della medicina generale di farmi avere un posto di lavoro hanno detto che a causa dell crisi non c'è ma secondo voi e giusto che un cittadino italiano tra l'altro europeo con minori a carico debba vivere con un sussidio del genere per non parlare della casa popolare mi hanno risposto che ci sono persone che vivono peggio di me per averla sto aspettando l'ufficiale giudiziario da parte del giudice come credete che mi possa sentire vedendo i miei figli col rischio di essere buttato su una strada? quando penso ai nostri cari governanti mi viene il vomito solo a farne il loro nome e mi vergogno di essere un cittadino italiano non mi rimane che ringraziarli per il loro menefreghismo nei confronti degli stessi cittadini italiani grazie di cuore per gli ammortizzatori sociali inventati dallo stato italiano a favore dei più disagiati che non esistono come al contrari di altri paesi europei cari governanti siete la vergogna di tutta l'europa.