Questo non lo conoscevo!

Pensate, l’ho trovato sull’«Almanacco di Barbanera» (che consulto regolarmente per astrologia, fasi lunari, giorni più adatti a lavare i panni, fare il pane, meditare ecc.). Si chiama Paul Connett, è statunitense e la sua teoria principale si chiama «zero waste» (rifiuti zero), contro la società «usa e getta». Fa il professore di chimica ambientale e tossicologica alla St. Lawrence University a Canton, New York, e nel 2008 è stato candidato al premio Nobel per la chimica. Queste alcune delle sue parole (tratte da «Almanacco Barbanera 2010», Editoriale Campi, Foligno 2009, pp. 158-9):

«I rifiuti sono la prova che stiamo facendo qualcosa di sbaglilato. L’idea alla base della società dei consumi è che più hai, più consumi, e più sei felice. Bisogna invertire la rotta […] Il problema del XXI secolo non è trovare il modo per distruggere i rifiuti, quanto non produrre oggetti che debbano essere distrutti. Questo è “zero waste”[…] Fai questo per i tuoi figli, o tutto [i rifiuti inceneriti, NdR] andrà a finire nell’aria che respirano, nell’acqua che bevono, nel cibo che mangiano. […] Gli inceneritori non producono energia, inquinano, non danno lavoro, sprecano denaro, disperdono sostanze dannose per la salute. Le ceneri di risulta contengono nanoparticelle che penetrano nell’organismo umano arrivando al sangue. […] La “zero waste” è il trampolino di lancio per la sostenibilità».

Ecco il motivo per cui a volte, parlando, e un po’ per provocazione affermo di non essere d’accordo con il riciclaggio dei rifiuti. Ovviamente non lo dico perché sono d’accordo a che si butti tutto nella spazzatura (e finisca perciò nell’inceneritore), ma perché vorrei che si tenesse l’attenzione fissa sul concetto che «il miglior rifiuto è quello non prodotto». Altrimenti si corre il rischio che – con la scusa che si ricicla, che si fanno le panchine, che si «tessono» i maglioni, che si fa dell’arte – continuiamo tranquillamente a – per esempio – bere l’acqua in bottiglie di plastica (magari quelle da mezzo litro, «così comode»!).

Insomma smettiamola di chiederci «questo rifiuto dove/come lo riciclo?» e continuiamo … ad aprire il rubinetto e riempire una brocca d’acqua! (e altre azioni che non producano rifiuti).

(a cura di Cinzia Picchioni – Per contatti: via Bertola, 57 – Torino – 011539170)

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