Stiamo andando nella direzione NATO vs SCO?

Johan Galtung

Le nubi sono scure. Ma forse meno di quanto sembra.

La “nuova” dottrina NATO è una diretta prosecuzione della promessa di MacCain (e anche di Bush) fatta durante la campagna elettorale, prontamente appoggiata da Obama: il mondo ha bisogno di un meccanismo di sicurezza guidato dalle democrazie, non da quell’insieme di tipi di paesi delle Nazioni Unite (ovvero non occidentali), alcuni dei quali hanno anche un potere di veto nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Naturalmente la NATO era candidata come la definitiva garante della sicurezza, probabilmente da espandere, ammettendo alcuni paesi affidabili se essi superano il test delle elezioni nazionali multipartito, elezioni libere e giuste (FAFE, free and fair elections).

Questo significa interventi ovunque nel mondo dove la sicurezza intesa nel senso occidentale del termine è minacciata: ostacoli alla libera navigazione (pirateria, senza tener conto delle ragioni); “terrorismo”, che vuol dire gente che non dispone di un tipo di esercito-marina-aviazione sufficiente per sfidare gli USA in particolare e la NATO in generale, impedimenti al libero flusso dell’energia, competizione per le risorse strategiche, attacchi nel cyberspazio.

Ma la NATO non considera la nonviolenza una alternativa al terrorismo, solo le elezioni democratiche; la regola della maggioranza. Totalmente inadeguata per le numerose minoranze nazionali in un mondo con una media di dieci nazioni per stato, e inadeguata per le minoranze che soffrono la fame. E cosa dire di un paese che vuole preservare le risorse energetiche, sino a considerare il petrolio pericoloso e mantenerlo sottoterra, o sotto le profondità oceaniche, in altre parole paesi più saggi della BP, la cui rete di distribuzione francese è stata appena comprata da una compagnia israeliana? E cosa a proposito del più grande inquinatore di tutti, gli USA, si può supporre che la NATO possa invaderlo? E cosa a proposito di quei paesi con diseguaglianze eccessive e crescenti, per una società un segno di imminente collasso?

In pratica questo significa più sforzi per mobilitare la NATO contro l’Islam in nome della FAFE, il cui segretario generale (Anders Fogh Rasmussen, ndt) è l’ ex primo ministro danese noto per aver respinto il dialogo con i musulmani (tra danesi, ambasciatori arabi, e segretario generale dell’ Organizzazione della Conferenza Islamica) perché considerava la questione dei fumetti (anti-islamici, ndt) solo un problema di libera espressione, non anche di libertà a non essere insultati e umiliati (quale potrebbe essere peggio?).

Ovviamente, la NATO è invitata a combattere le guerre USA, così come fu coinvolta in Afghanistan (ISAF). Esempi di paesi NATO che non hanno obbedito al comando USA, o che hanno imposto azioni contro la volontàa politica USA, sono assenti o pochissimi – possono venire in mente l’Ucraina e la Georgia. Dal punto di vista USA, la NATO è quasi l’unica possibilità rimasta. Non possono più contare sull’unanimità nel Consiglio di Sicurezza ONU, ma ripongono le loro speranze nella NATO. Procedere da soli non è di loro gradimento, anche se solo sostenuti dalle Barbados (l’invasione di Granada durante l’amministrazione Reagan, interamente basata su falsità); essi vogliono essere visti come espressione di una volontà universale.

Dall’altra parte del mondo c’è la SCO, la Shangai Cooperation Organization, che ha compiuto dieci anni (una risposta all’espansione della NATO verso est e dell’AMPO verso ovest, con Cina, Russia e quattro paesi dell’Asia Centrale come membri), che il 9 giugno ha aperto la sua conferenza annuale a Tashkent, nell’Uzbekistan. Una allenaza militare di fatto con manovre militari congiunte. India, Pakistan e Mongolia sono osservatori e probabili membri, l’Iran forse troppo controverso. Questa è l’organizzazione pià adatta a gestire l’Afghanista, un giorno membro della SCO? Una organizzazione tale da rendere quella USA-NATO irrilevante, e considerevolmente più grande della NATO.

Cosa sta avvenendo? Due grandi alleanze, una prevalentemente cristiana, l’altra in larga misura musulmana, ma anche molto più ampia e rappresentativa? Dialogo con l’Afghanistan, l’ASEAN e i paesi dell’ex Unione Sovietica come la Russia bianca e anche lo Sri Lanka? Il famoso Occidente contro il resto del mondo? In larga misura, sì, e anche gli USA contro la Cina come paesi chiave su entrambi i lati. Con una differenza, tuttavia: gli USA alla fine della loro carriera imperiale, stanno perdendo terreno ovunque; la Cina sta costruendo la sua posizione con talento ed energia.

Come ha detto recentemente un commentatore sull’ IHT (International Herald Tribune): Paetreus indebolito, Mac Chrystal che agisce contro ogni regola della gerarchia militare e la BP che distribuisce premi distruggendo i mezzi di sussistenza di milioni di persone -potenzialmente- è tutto piuttosto negativo. Ma dietro c’è qualcosa di persino peggiore: Washington non viene più obbedita, neppure presa seriamente in considerazione.

La Turchia è un buon esempio, così come il Brasile; entrambi una volta bloccati nella loro obbedienza come fedeli alleati. Gradualmente gli alleati si ritireranno dalla stupidità dell’Afghanistan, come fecero in Vietnam; forse la Corea del Sud sotto l’attuale presidenza sarà l’ultima. La dottrina USA di primo uso delle armi nucleari contro potenze dichiaratamente nucleari e stati sospettati di acquisirle chiarisce chi è la maggiore minaccia nucleare del mondo.

Problema: potrebbe verificarsi un colpo di stato militare negli USA, come ultimo disperato tentativo? Improbabile, essi perderebbero almeno metà degli alleati NATO e dei membri della coalizione dei volonterosi, che si aggrappano alla democrazia come ultima licenza per uccidere, come era una volta la volontà divina.

Conclusione: USA-NATO, il gioco è finito. Passati sono i giorni, nostri amici. Uniamo le forze del futuro.


28 giugno 2010, TRANSCEND Media Service

Traduzione a cura del Centro Studi Sereno Regis


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