Messico-USA: droghe-armi-denaro – Johan Galtung e Fernando Montiel T.

Il flusso di droghe del narcotraffico dal triangolo bianco Colombia-Perù-Bolivia negli USA (una parte direttamente in Florida) lungo la frontiera di 3200 kilometri Messico-USA, attraversata da un milione di persone al giorno!, avviene con un traffico in controflusso di pagamenti in denaro di 29 miliardi di dollari all’anno, la maggior parte in contanti ripuliti e non tracciabili da parte della principale fonte di emissione di dollari [i], e un controflusso di traffico d’armi dal maggiore esportatore mondiale (300 fabbriche, 200 milioni di armi da fuoco possedute dal 34% della popolazione USA). Tutti e tre i flussi sono illegali e in crescita. Più di un trilione di dollari spesi nella “guerra alle droghe”, attaccando le foreste con agenti chimici altamente inquinanti, uccidendo produttori, trasformatori, trasportatori, sono stati dissipati, ma tutto ciò non ha fatto altro che far crescere il costo aumentando il rischio. Che cosa li induce a continuare?

Primo, l’offerta a livello popolare in America Latina: milioni di piccoli produttori che trasformano la coca da loro coltivata in cocaina, (come in Afghanistan l’oppio dei papaveri in eroina). Una pianta robusta con quattro-cinque raccolti all’anno, parte dei quali per la Coca Cola. Uno studio del 1986 stimava che dietro a sole 300 esportazioni vi fossero 220.000 contadini, 74.000 produttori di pasta di cocaina, 7.400 trasportatori e 1.333 raffinatori, da aggiungere a 1,5 milioni di impiegati nella lotta alla droga. L’1% del prezzo della droga è dieci volte ciò che essi guadagnano da coltivazioni legali. Quindi, le esportazioni dalla Bolivia superarono l’intero prodotto lordo nel 1985. E le droghe illegali sono il numero quattro nel mondo, dopo petrolio, automobili e turismo.

Secondo, la domanda della popolazione USA, 30 milioni di tossicodipendenti, un decimo degli abitanti. Il loro profilo sociale e personale è difficile da tracciare, ma molti debbono appartenere agli strati alti della società per poter pagare prezzi elevati. La droga li trasporta in un mondo virtuale più ricco spiritualmente di un’avida, materialista corsa al successo negli USA con più perdenti che vincitori, e il vuoto spirituale, una condizione elusiva e per di più incerta. Il sogno americano che attende i vincitori.

Negli USA le droghe sono convertite in denaro, e parte di questo in armi. In Messico e nel triangolo bianco questo è gestito dai carteles del narcotraffico, bande, polizia, militari, guerriglia con confini porosi tra loro. E fatta circolare nelle scuole e nelle strade dei distretti più poveri. Quando lo zar colombiano della droga, Pablo Escobar, fu ucciso, 20.000 persone riconoscenti parteciparono in lutto al suo funerale.

Controllare un ciclo limitandosi a controllare solo l’offerta, senza fare nulla di serio sulla domanda oltre a “dire solo no”, è controproduttivo, e stupido, perché provoca un aumento del prezzo. Ci sono foze molto potenti in gioco. A livello di governo in America Latina gran parte del denaro va in tangenti, corruzione o partecipazione, come in Afghanistan. E, a livello di governo USA, oltre al finanziamento della CIA?

La diffusa sensazione di scontentezza che emerse negli anni 1960, suscitò la paura che questo malessere degli USA si traducesse in un’azione politica peggio di quella delle bombe: per una società alternativa, meno condizionata dal mercato. Meglio una realtà virtuale che una alternativa, anche se essa comporta enormi costi di salute, comprese le famiglie. E la stessa logica vale per l’America Latina: meglio introiti illeciti, legittimati dal mercato, che il tentativo, per quanto confuso, del movimento Zapatista, o delle FARC, di ridurre il potere del mercato e dello stato.

Nulla di serio succederà finché non vi sarà una pressione sul governo USA di ridurre la domanda di droga, il quale può [1] non volerla ridurre, e [2] essere incapace, senza nessuna idea su come fare. Lo stesso vale per il governo messicano: Caldéron può chiedere al Congresso USA di fermare il traffico di armi [ii], ma nulla succederà finché la domanda di armi non si ridurrà. Nel frattempo, gli esportatori d’armi fanno affari, aiutati dai gruppi di pressione della NRA (National Rifle Association, la potente associazione dei fabbricanti d’armi da fuoco, ndt) nel congresso USA e in Messico.

Qualche via d’uscita? Soldati latino-americani che controllano casa per casa per scoprire il consumo di droga, catturando, uccidendo i consumatori? [iii] Oppure, una commissione Messico-USA per ridurre entrambe le domande, in entrambi i cicli?

Si aggiunga a questi circoli viziosi il traffico di persone. A cominciare dagli anni 1960, i messicani sono arrivati in cerca di lavoro, reddito, rimesse da inviare a casa. Negli anni 1970 alcuni ritornarono a casa con il sogno americano, producendo un impatto sullo stile di vita in Messico. Negli anni 1980 le droghe cominciarono a diffondersi nelle grandi città, Los Angeles, Chicago, New York, Atlanta, con molti consumatori e messicani. Negli anni 1990 è iniziato un controflusso di armi e la cooperazione militare Messico-USA per fermare il flusso, e negli anni 2000 l’intervento militare USA in Messico con 24.000 morti nel contesto della droga, e 50.000 armi -pistole, mine, lanciarazzi- confiscate in tre anni. E inoltre le numerosissime uccisioni nella città di frontiera di Ciudad Juarez legate a tutti i flussi, con 30.000 soldati messicani incapaci di fermarli.

Nel 1846-48 gli USA conquistarono il 53% del territorio messicano in una terribile guerra; gli USA sostengono che fu solo il 33%. Oggi un quinto dei messicani vive negli USA, legalmente o no; 53% di essi vuol dire 30 milioni in più negli USA, Troppi, secondo la legge anti immigrazione illegale dell’Arizona, denunciata da Caldéron come minaccia ai diritti umani e alla democrazia. Obama, più a destra di Bush, ha inviato 1.200 soldati al confine messicano; con un milione di americani che ora vivono in Messico, soprattutto nelle zone balneari, per sopravvivere con le loro magre pensioni.

Lungo il cammino si intravede un punto di rottura man mano che tutti e quattro i flussi aumentano. Dato l’insieme di questi pesanti interessi coinvolti, solo qualcosa di superiore ai due stati, come una regione nord-americana, un MEXUSCAN, può controllare questi circoli viziosi. Ma questo potrebbe avvenire solo in un lontano futuro.

Nel frattempo, Hugo Chavez è andato alla CNN spagnola e ha dichiarato che durante la sua presidenza la povertà in Venezuela è crollata dal 73% al 40%, e la miseria dal 23% al 5%. Vista la sua politica sociale potrebbe essere semplicemente vero, o vicino a quei valori. Molto più importante della crescita del PNL. E minacciata dalle sette basi di Obama in Colombia, e dalla quarta flotta. E tuttavia questa è la voce del futuro. Non quella dei circoli viziosi.

Note
[i]. Secondo John Morton, del Department of Homeland Security, «Excelsior», Mexico, 3 giugno 2010.
[ii]
. «Washington Post», 21 maggio 2010.
[iii]
. In un brillante articolo che mette sottosopra il Plan Colombia degli USA, Jose Maria Tortosa, [email protected] , utilizza questo esempio per illustrare la follia dell’attuale approccio.

7 giugno 2010
Traduzione a cura del Centro Studi Sereno Regis

Titolo originale: Mexico-USA: Drugs-Arms-Money
http://www.transcend.org/tms/2010/06/mexico-usa-drugs-arms-money/

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