No oil? (Que viva Mexico!)

Che vuol dire questa scritta che si vede a volte sul retro delle biciclette? Qualcuno la scambia per una targa, qualcun altro pensa a una dieta dimagrante (senza olio?), qualcuno forse non la vede neanche. Allora spieghiamo: io stessa ho agganciato alla mia bici la piccola targhetta, per dichiarare che provo a fare a meno del petrolio. Oil significa infatti «petrolio», nel senso più lato del termine. Portare in giro la targhetta significa tentare di affrancarsi dalla «petroliodipendenza», a cominciare dal mezzo di trasporto (la bici non va a benzina/petrolio, va a «muscoli», e non inquina); vi porto in bici dentro a una riflessione che riguarda il «disastro ecologico» che ha colpito il Golfo del Messico: prima inveire contro la bp (British Petroleum, e ridagli! Petrolio…), prima accusare gli Stati Uniti per ritardi, prima stupirci che la tecnologia non riesca a riparare le falle che riversano nel mare ogni giorno barili e barili di petrolio, prima qualsiasi pensiero ci dovremmo chiedere: ­«Perché c’era una piattaforma in mezzo all’Oceano?» «Per estrarre il petrolio da dare a noi, tutti noi» è la risposta. Quello che è successo non è quindi uno «sfortunato incidente», non è un «disastro ecologico» su cui piangere e basta. Noi lo abbiamo causato, così come abbiamo causato tutti gli altri (le petroliere affondate, quelle che si sono scontrate, quelle che sono andate a sbattere contro gli iceberg). Il fatto è che non dovrebbe esserci una piattaforma nell’oceano, né petroliere piene di greggio che navigano nell’oceano, col rischio di rompersi (in vario modo) riversando nell’acqua di tutto il pianeta il petrolio (5000 barili al giorno! Ma sarà vero?) che trasportano o estraggono dal cuore della Terra. E l’unico modo perché non accadano più simili incidenti non è costruire piattaforme e navi più sicure, né utilizzare tecnologie sempre più sofisticate, né prevedere barriere più efficienti nel contenere la «marea nera». L’unico modo è «no oil». perché ho quella targhetta sulla bici, ecco perché non ho l’auto, ecco perché non prendo l’aereo, ecco perché non uso sacchetti di plastica, ecco perché cerco di acquistare prodotti «a km 0», ecco perché cerco di usare poco l’energia elettrica… tutto dipende dal petrolio e siamo tutti schiavi e tutti responsabili (direttamente responsabili) dell’incidente in Messico. Non possiamo prendercela con nessun altro.

(a cura di Cinzia Picchioni – Per contatti: via Bertola, 57 – Torino – 011539170)

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