Michele Buono e Piero Riccardi, Il mondo alla rovescia – Recensione di Dario Cambiano

Michele Buono e Piero Riccardi, Il mondo alla rovescia, Edizioni per la decrescita felice, Roma 2009

Buon appetito!
Recensione di Dario Cambiano

Procuratevi un digestivo. O, meglio, leggete questo libro lontano dai pasti. Perché, per quanto le intenzioni dei due autori siano delle migliori, è un libro molto indigesto.

Buono e Riccardi sono due collaboratori di Report, la bella trasmissione che va in onda su Raitre, e questo libro è la trascrizione, integrata con varie interviste, di tre loro inchieste sul cibo italiano, sull’agricoltura industriale e su quanto può creare un cambiamento virtuoso la scelta della coltivazione – e soprattutto dell’acquisto – del cibo biologico.

Michele Buono ci prova, a non scrivere uno dei soliti libri catastrofisti, in cui si elencano in modo sempre più disarmante i danni che l’uomo è riuscito a fare alla natura: imposta il libro elencando un florilegio di buone intenzioni, vale a dire quanti nel mondo stanno adottando comportamenti virtuosi, dai mini impianti fotovoltaici che si collegano tra di loro alle reti di scambio energetico, dalle lavatrici che si accendono solo quando la centrale elettrica segnala di essere “carica” alle aziende che si pongono l’obiettivo delle “zero emissioni”. E lo raggiungono.

Una prima parte di libro entusiasmante, la descrizione di una lenta, silenziosa ma gioiosa crescita verso il rispetto del Bene Comune, verso la Ecocompatibilità, verso la Decrescita Felice (come quella degli editori di questo libro).

Poi però arriva la seconda parte, curata da Piero Riccardi. E qui, il nostro sorriso felice si piega in una smorfia di sconforto: perché Riccardi fa i conti delle emissioni di gas serra, e punta il dito sulla agricoltura industriale. Come in una arringa da trial movie Riccardi elenca i capi d’accusa: la produzione di cibo a migliaia di chilometri dal luogo di consumo, il largo e sempre più esteso uso di primizie e ortaggi fuori stagione, che richiedono tecniche di coltura devastanti, le colture industriali come quelle di mais e di soia, che, transgeniche o no, comportano l’utilizzo di diserbanti, fertilizzanti chimici e antiparassitari per un peso che arriva alla mezza tonnellata per ettaro.

Cifre sconfortanti. Di fronte alle quali l’appetito non può che passare. Ma il colpo di grazia, in questa corrida alimentare in cui noi poveri consumatori finali, come tori arrabbiati ma impotenti, corriamo da un supermercato all’altro, il colpo di grazia dicevo Riccardi ce lo dà in fin di libro, mettendoci sotto gli occhi le cifre spaventose del consumo di carne bovina: 85 chili l’anno per ogni italiano (siccome io sono vegetariano c’è qualcuno che ne mangia 170 chili…). Avete presente quanti ettari di terra “consuma” letteralmente, nel senso che impoverisce, depaupera, una tale quantità di carne? Avete presente quanto CO2 emette un allevamento industriale? Forza, coraggio, aprite le pagine finali di questo libro.

Libro che costa 13 euro. Una sera, invece di andare a mangiare una pizza, regalatevelo. E, dopo letto, mettetelo sul piatto di qualche vostro amico. Per cena. Buon appetito!

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