Cinema | Il canto delle spose

Enrico Peyretti

Il canto delle spose (Le chant des mariées), regia e sceneggiatura di Karin Albou, con Lizzie Brocheré, Olympe Borval, Najib Oudghiri, Simon Abkarian, Karin Albou, Francia 2008, Drammatico, 100′, colore.

Il canto delle spose

La locandina del film

Bello, doloroso, ma anche un dono di speranza è il film franco-tunisino “Il canto delle spose” della sceneggiatrice e regista Karin Albou.

Novembre 1942 nella Tunisia occupata dai nazisti e dai francesi di Pétain. Protagonista è la forza vitale delle donne. Diventa difficile la convivenza e amicizia tra musulmani ed ebrei fino a quel momento tranquilla, ora insidiata dal veleno nazista e razzista, che promette ai musulmani l’indipendenza. La viltà di alcuni, poi riscattata, lascia penetrare la divisione tra gli stessi ebrei perseguitati.

Anche gli amori dei giovani sono rovinati da odio e corruzione, oppure sacrificati a calcoli di sopravvivenza, perché «c’è la guerra». La mano delicata della regista conduce l’occhio sull’intimità femminile in un modo puro e partecipe delle sofferenze inflitte, come di rado accade di vedere al cinema. Dal cielo profanato, cadono sia i bombardamenti anglo-americani sia la propaganda nazista che divide le due popolazioni.

La religione viene mutilata per renderla opposta all’altra religione: dal Corano il giovane corrotto distilla parole di condanna per oscurare le parole di concordia, che il vecchio stanco sa ritrovare. Una grazia di Dio è la scena finale: sotto le bombe le due amiche ritrovate, Myriam e Nour, pregano insieme, in arabo e in ebraico, l’unica preghiera che Dio riconosce. Come non pensare alla tragedia odierna, ad oriente, sullo stesso mare?

 

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