Fare la pace. Politiche e buone prassi di pace suggerite ad un Ente locale

Cinzia Picchioni

Davide Guidi, Fare la pace. Politiche e buone prassi di pace suggerite ad un Ente locale, Assemblea legislativa delle Marche, Ancona 2009, www.assemblea.marche.it

Siate il cambiamento che volete vedere nel mondo

Fare la pace

Con questa frase (di Gandhi) si apre il bel librino (62 pagine, stampate su carta riciclata) che presentiamo questa settimana. È una specie di «manuale» (solo perché maneggevole, comodo e leggero) rivolto agli Enti locali dall’Assemblea legislativa delle Marche (e che suggerirei a tutte le «assemblee legislative» di altre Regioni italiane). Si intitola Fare la pace (sottotitolo: politiche e buone prassi di pace suggerite ad un ente locale) dove, penso di aver capito, «fare la pace» non significa quello che ci ricordiamo da bambini, quando litigavamo con l’amichetta e poi andavamo a cercarla per «fare la pace» e chiedere «mi fai ancora amica?»; il titolo mi suggerisce proprio anche l’azione del «fare» – nel senso di costruire – la pace. Comunque… riporto qualche riga dall’Introduzione – del Presidente dell’Assemblea regionale delle Marche, Raffaele Bucciarelli:

[…]la realizzazione di politiche di pace richiede nuove sensibilità, profonda curiosità e forte impegno quotidiano. Ed anche un rinnovato approccio culturale, che sappia concretizzarsi nella capacità di governare i territori e non semplicemente limitarsi ad amministrarli […].

E sapete come si intitola questa «introduzione»? La pace in comune e mi piace pensare che anche questo titolo sia stato scelto apposta (comune come municipio, come luogo geografico e come aggettivo); anche un altro titolo, quello del terzo capitolo, InformAzioni di pace, è scritto proprio così, con la A maiuscola per dire di «fare» e non solo di parlare (e difatti il capitolo contiene informazioni sulla Marcia Perugia-Assisi, sulla Campagna «Sindaci di pace» – www.mayorsforpeace.org – sulla Giornata mondiale della pace e sulla Giornata per la pace nelle Marche).

Poi c’è il capitolo sulla cooperazione, con la Rete dei comuni solidali, i gemellaggi sociali, e altre idee come quelle degli Acquisti etici, con indicazioni per «disarmare le tesorerie» aderendo a Banca Etica (o simili), sottoscrivendo contratti con compagnie telefoniche etiche, costruendo Distretti di economia solidale, diventando «città equosolidali» o «comuni virtuosi», realizzando opere in bioedilizia e via… pacificando.

Insomma, un bel regalo per amministratori, assessori, consiglieri, architetti, insegnanti di educazione civica (esiste ancora? Forse c’è qualcosa di simile…).


 

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