Pillole di semplicità volontaria – Prima di Copenaghen…
L’Istituto Ambientale di Stoccolma (www.sei-international.org) aveva rivelato – tramite uno studio – investendo duemila miliardi di euro per i prossimi 10 anni (il 2% del suo Pil complessivo) l’Europa sarebbe in grado di abbassare entro il 2020 le emissioni di anidride carbonica del 40% al di sotto dei livelli del 1990. Lo studio precisava che i cittadini dovrebbero anche adottare alcune strategie, cominciando dai trasporti: ridurre del 10% i viaggi aerei, del 4% l’uso dell’auto, aumentare del 9% l’uso del treno; tagliare poi del 60% il consumo di carne, un settore che è responsabile del 18% delle emissioni globali. Cambiamenti del genere ridurrebbero del 90% le emissioni di CO2 entro il 2050.
L’articolo (tratto da «City» del 2 dicembre 2009) concludeva così: «Finora però, l’Ue si è impegnata a tagliare le emissioni solo del 20%, quota che potrà aumentare di 10 punti se gli altri Paesi sviluppati si impegneranno a fare altrettanto nel meeting sul clima che parte il 7 dicembre a Copenaghen», cosa che non è successa. Però noi, indipendentemente dalle decisioni dei governi e mentre ce ne lamentiamo, non potremmo impegnarci lo stesso a seguire le indicazioni dello studio dell’Istituto Ambientale di Stoccolma?
(a cura di Cinzia Picchioni – Per contatti: via Bertola, 57 – Torino – 011539170)
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