Novità libri – “Via Zamenhof – Creatore dell’esperanto” – Recensione di G. C. Fighiera

cop Via Zamenhof“Via Zamenhof – Creatore dell’esperanto”. “Conversazione con Louis Christophe Zaleski-Zamenhof” di Roman Dobrzynski
Traduzione dall’esperanto di Michela Lipari e Filippo Franceschi. Introduzione all’edizione italiana di Davide Astori.
Editore: Giuntina

Sono più di 1300 le strade, le piazze e i monumenti dedicati nel mondo a Zamenhof e alla lingua sovranazionale esperanto da lui creata, ma in questa opera del giornalista polacco Roman Dobrzynski si tratta della Via Zamenhof per eccellenza, la prima e simbolicamente la più significativa, quella di Varsavia, città martire in un Paese martire.

Qui l’oculista Zamenhof (incluso dall’Unesco fra le principali figure dell’umanità) trascorse gran parte della sua vita, tradusse la Bibbia e compose le sue opere letterarie, etiche, sociali, morali e politiche. Qui terminò il suo ultimo scritto nel 1917, la lettera ai diplomatici, in cui chiedeva la fine dello sterminio sui campi della Grande Guerra e suggeriva profeticamente la creazione degli Stati Uniti d’Europa e di un tribunale internazionale per porre fine a futuri conflitti.

Triste fu la sorte di Via Zamenhof durante la seconda conflagrazione. Tra di essa passarono centinaia di migliaia di uomini e donne contrassegnati dalla stela di Davide per raggiungere al suo finale il centro di smistamento e, in seguito, il campo della morte di Treblinka.

Scritto in forma di intervista giornalistica, il libro raccoglie la drammatica testimonianza sugli anni di guerra del nipote di Zamenhof, ora residente a Parigi, unico membro della famiglia scampato all’olocausto dopo una drammatica fuga a 17 anni dal ghetto di Varsavia. Le sofferenze, le umiliazioni, le crudeltà indicibili e gli orrori dell’occupazione nazista, le due rivolte di Varsavia –la prima del ghetto, la seconda dell’altra parte della città- vengono nel libro raccontati con sconvolgente realismo. Anche il successivo regime comunista, infinitamente meno cruento, ma colmo di menzogne e di inganni al popolo, fanno parte del racconto.

Oltre ai fatti storici, il dialogo fra l’autore e l’intervistato si estende liberamente e non senza dibattito a tutti i problemi dell’attualità moderna ed è arricchito da decine di citazioni e un centinaio di note esplicative: sono dibattute, fra l’altro, l’ecologia, la politica, l’economia, le religioni, la letteratura e la morale. Non mancano, evidentemente le considerazioni sulle divisioni linguistiche e sul ruolo di avvicinamento fra i popoli svolto dall’esperanto, l’unica lingua letteraria composta da 16 regole senza eccezioni, lingua ormai riconosciuta da due risoluzioni dell’Assemblea Generale dell’UNESCO.

G. C. Fighiera

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