Dove va la giustizia minorile? di Laura Operti

infanziaIL XXVIII Convegno dell’Associazione italiana per i minori e la famiglia, AIMMF, che si è svolto a Milano il 13-14 novembre scorso, ha avuto per tema Infanzia e diritti al tempo della crisi. Verso una nuova giustizia per i minori e la famiglia.

Ogni anno si svolge questo Convegno nazionale, cui partecipano magistrati togati e onorari, avvocati, psicologi, psichiatri, mediatori, assistenti sociali, educatori e tutto coloro che a vario titolo sono protagonisti, coprimari , o che altro di quell’universo composito che riguarda l’esercizio della giustizia per i minori e le loro famiglie.

La crisi di cui si parla nel titolo è il concetto intorno al quale si è dipanato il discorso, molto complesso, ricco, “culturale”, che non tralascia né gli scenari esterni alla giustizia- la globalizzazione, la crisi economica, il mondo dei migranti, la povertà, l’emarginazione e l’opulenza, i processsi identitari e l’integrazione- , né i più tradizionali problemi connessi alle varie fasi del lavoro quotidiano, minuto e faticoso degli operatori dei Tribunali minorili, che indagano tra le “carte” e negli anfratti delle coscienze e del cuore . E prendono decisioni.

Ciò che mi sembra sia rimasto fuori, per l’abilità e lo stile degli organizzatori e anche dei partecipanti al Convegno è stata l’aria ammorbata che respiriamo tutti i giorni sul tema della giustizia. Per due giorni consecutivi, dal mattino alla sera si è lavorato con molta serietà in plenaria e in gruppi , lasciando fuori polemiche e furori che proprio parevano non appartenere a nessuno . Ciò non significa che gli interventi e alcuni in particolare , quali Manifesto per una giustizia minorile mite (Franco Occhiogrosso) o Minori e minoranze tra diritti e responsabilità (Paolo Morozzo della Rocca) sottendano una visione del diritto e una sua interpretazione che è anche politica, ma tutta da dispiegare, da discutere, da approfondire, con scambi di vedute, di esperienze, di conoscenza, soprattutto nei gruppi di lavoro

La Relazione d’apertura della presidente dell’Aimmf , Laura Laera, consigliere della Corte d’Appello di Milano , ha messo al centro della giustizia minorile i valori della solidarietà e della coesione civile tanto più importanti in un contesto sociale che come messaggio prescrittivo per i giovani ha molto spesso quello del “divertitevi, divertitevi”. E per quanto riguarda l’altro polo su cui converge l’attenzione della pubblica opinione, devianza in/sicurezza, paura, come conseguenze dell’immigrazione, viene detto con fermezza che movimenti di milioni di persone non si fermeranno di fronte a qualche sanzione, perché spinti nella grande maggioranza dal più primario degli istinti, quello di sopravvivenza , rispetto a povertà, guerre, carestie e in un non lontano futuro, ai devastanti cambiamenti climatici. Di questo si deve profondamente tener conto nei vari passi del cammino giudiziario. E come luce che guida, per non perdere la rotta e tener fermo il timone , c’è la Convenzione di New York sui diritti del fanciullo, 1989, che pure, dice Laera, sembra molto lontana.

La lectio magistralis di Paolo Rossi L’orizzonte dei diritti in una società impaurita parte da quell’11 settembre in cui ogni orizzonte si è oscurato “fino ad eclissarsi”, in un mondo globalizzato che ha cambiato la vita dei popoli e degli individui. Se la sicurezza è la priorità, ogni misura anche “indegna”è giustificata. E anche la verità a causa dell’insicurezza diventa manipolabile. Per bloccare questo fenomeno il relatore fa appello non solo al diritto, ma alla letteratura, alla filosofia del diritto e alla filosofia tout court, con splendide citazioni che il pubblico dimostra di gradire molto. Ci si deve appellare allo spirito sapienziale dell’umanità per far fronte alle derive del male, comunque si presentino. Un accorato richiamo all’etica mi sembra l’ ispirazione primaria di questo intervento che vuole collocare il caso della giustizia minorile in un universo più alto, dove “ la decenza è il principio fondamentale del diritto “(sentenza americana della Corte Suprema ).

Le parole di Paolo Rossi hanno accompagnato lo svolgersi del convegno in tutto il suo percorso. Il senso di queste parole Gherardo Colombo lo cala nel suo intervento I giovani e le regole. in cui si parla del lavoro educativo che Colombo svolge in questi anni nelle scuole. Il punto di partenza incontrando i giovani, consiste nel porre la domanda : “come coniughereste i due concetti di regole e di felicità?”, concetti apparentemente lontani e invece densi di intriganti legami e connessioni possibili. Un’esperienza pedagogica entusiasmante per l’ex magistrato di Mani Pulite, che di conseguenza vede nell’educazione delle nuove generazioni l’antidoto ai guasti della società e non solo, di cui la magistratura minorile si fa carico per quel che le compete.

Alcuni pensatori, Norberto Bobbio, Gustavo Zagrebelsky, Zygmunt Bauman, più volte ricordati dagli oratori, rappresentano il firmamento che fa da sfondo a questo intenso confronto tra competenze e saperi, “tutti” estremamente densi e significativi .

La “crisi”, che era nel titolo del Convegno, è disvelata, e tra i possibili rimedi si indica l’interconnesione tra l’istituzione giustizia e le altre istituzioni, perché “ da soli non si va da nessuna parte”(Laera); e ancora si chiede alla “giurisdizione mite ” intesa come modalità di lavoro, quell’”atteggiamento fraterno” (Rossi) verso gli altri, che per i minori è l’essenza di ogni riflessione e prassi.

Laura Operti

Riferimenti bibliografici

Zygmunt Bauman, Modus vivendi. Inferno e utopia del mondo liquido, Ed.Laterza, 2007
Norberto Bobbio, Elogio della mitezza e altri scritti morali, Linea d’ombra, 1994
Gherardo Colombo, Sulle regole, Feltrinelli, 2008
Franco Occhiogrosso, Manifesto per una giustizia minorile mite, Franco Angeli 2009
Gustavo Zagrebelsky, La virtù del dubbio. Intervista su etica e politica, a cura di Germinello Preterossi, Ed. Laterza, 2007

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