HONDURAS E IRAN: COSA STA SUCCEDENDO? – Johan Galtung

La risposta breve è quella di Obama: dobbiamo stare a vedere come si mette. Politicamente questo di solito vuol dire – come per le famose “doglie di un nuovo ordine in Medio Oriente” di Condi Rice durante le massicce uccisioni in Libano nell’estate 2006 – che sta succedendo qualcosa con cui non si deve interferire. O che Obama non vuole sostenere né un perdente né aprire un intervento. Bene, ecco una possibile interpretazione.

Apparentemente si tratta di formalità della democrazia: elezioni libere ed eque (ELE) in Iran e cambiamento di governo senza alcuna elezione, ELE o no, in Honduras. Abbastanza per spiegare le dimostrazioni e la brutale repressione, a Tegucigalpa e a Tehran.

Ma più in profondità sta succedendo altro, che spiega la passione di entrambi i luoghi rispetto alla non-passione USA in Florida nel 2000 e in Ohio nel 2004. Entra in gioco quel termine non molto usato nel linguaggio liberal contemporaneo: classe; più strutturale che l’ovvia lotta di potere fra aspiranti presidenti nei due paesi. Ma si manifesta in modo differente dato che i due paesi sono assai diversi. Il che ha conseguenze per la relazione con la superpotenza in declino, gli USA, e anche con gli altri paesi molto preoccupati per quanto succede, come UK e Venezuela.

Zelaya stava virando a sinistra. L’Honduras è entrato nell’ALBA (Alternativa Bolivariana per le Americhe, ndT), la rivoluzione bolivariana di Chávez con una economia orientata ai bisogni fondamentali per i poveri e sull’autosufficienza regionale. ALBA fa parte di molte mosse verso l’autonomia regionale, quali Telesur per la TV, Unasur (Unión de Naciones Suramericanas, ndT), SATO (South Atlantic Treaty Organization, ndT), Mercosur. Altri paesi si stanno federando. Gli USA possono aver messo lo zampino per via delle proprie basi militari in Honduras: interessi di classe e imperiali minacciati. Ma il Segretario Generale dell’OAS (Organizzazione degli Stati Americani, ndT) non ha seguito la linea USA, ha emesso un ultimatum, e l’Honduras ha lasciato l’ OAS.

La storia in Iran è diversa. Il paese è una diarchia sotto la teocrazia del clero, come l’URSS e la Germania rispettivamente sotto i partiti comunista e nazionalsocialista, la Spagna sotto la falange, ecc. C’è una struttura amministrativa tradizionale con il paese diviso in regioni, province, comuni e così via. In una democrazia i paesi, le loro parti e sottoparti sono governati da assemblee elette, consigli ecc. In una diarchia il potere dominante, clero o partito, oppure il capitale, ha una struttura parallela con potere ultimativo a tutti i livelli, anche quando si eleggano enti tradizionali. Ci sono varianti della diarchia, ma la classe ha che fare col potere come pure la diarchia, quindi la diarchia ha a che fare con la classe.

Un’interpretazione di Ahmadinejad, ben lontana dalle tematiche nucleari e dalla falsificazione del suo discorso su Israele – non ha mai voluto far sparire Israele dalla carta geografica, bensì ricondurlo alle dimensioni del giugno 1967 come richiesto dalla Lega Araba; non ha mai negato la shoah ma intendeva suscitare l’ attenzione per l’olocausto di altri popoli – è che voglia sloggiare il clero e la sua diarchia, e utilizzi accuse di corruzione ad alto livello per tale scopo. Mousawi è più un uomo del sistema, con nulla di nuovo.

Quel che è nuovo sta nelle proteste popolari, come nell’Iran di 30 anni fa.

Senza dubbio il fondamentalismo, la sharìa, la posizione delle donne sono tematiche principali; ma è meno chiaro chi sostiene che cosa. Ahmadinejad non è un fondamentalista islamico. Che respinga la supremazia USA-UK è chiaro; abbastanza per un’etichetta di “islamista” data la scarsa sofisticazione occidentale. I dati sull’opinione pubblica di BBC-ABC-CPO prevedevano giustamente una partecipazione all’89% e una proporzione 2:1 per Ahmadinejad, indipendentemente dai difetti del meccanismo. Ma, come detto, quella è una tematica di superficie. Le dimostrazioni sono ora contro la dittatura del clero.

Che tutti i livelli USA fra Obama e l’Ambasciata siano innocenti in Honduras mette in discussione la credulità tanto quanto l’innocenza britannica in Iran. Ci fu una volta l’ Anglo-Iranian Shell e il colpo di stato del 1953. Ma il livello supremo può aver lasciato l’azione a livelli inferiori, in attesa che le cose si mettano in modo compatibile con una “negabilità plausibile”.

Però la logica sottostante USA-UK è che “il nemico del mio nemico è mio amico”, e fuorviante come sempre. Un nemico designato è Chávez – un tempo era Castro – anche a causa di una eccessiva loquacità, il che fa del modo di dire del re spagnolo “porqué no te callas”, “perché non taci”, un ottimo consiglio. Altrettanto o più pericoloso per la stretta tradizionale USA sul suo “cortiletto” è effettivamente Lula, che tesse reti senza far rumore. Ma ciò rende Micheletti, amico dell’oligarchia, loro amico, una scelta proprio molto inconsistente; il che prova una volta di più che il cambiamento di Obama era più di colore di pelle che di colore politico.

In Iran Ahmadinejad – un altro politico che beneficerebbe del consiglio di re Juan Carlos, dato che parla decisamente troppo – è davvero il nemico designato, il che rende Mousawi, e forse anche l’alto clero, loro amici. Di nuovo scelte proprio molto inconsistenti, come avere Saddam Hussein come amico, pagandolo profumatamente in quanto era contro il “comunista” Qassem, o scegliere lo Shah come amico perché era contro il “comunista” Mossadegh. La realtà sconfessa quella logica semplicistica erroneamente attribuita agli arabi in quanto più diffusa fra i ministri degli esteri occidentali, con “l’amico, o nemico, del mio amico il leader USA, è pure mio amico, o nemico.”

C’è una differenza. L’Honduras è un pesciolino nel sistema Latino Americano; l’Iran non lo è in Medio Oriente. L’essere il centro dell’Islam shiita ha implicazioni in Iraq e Libano come per cattolici e protestanti che tendono a sostenere i propri affini. I confini con l’Iraq non sono stabiliti: il Khuzestan nell’Iran sudoccidentale è arabo, non persiano. Gli USA possono agire contro l’Honduras con impunità in Honduras; il Regno Unito non contro l’Iran, osservatore SCO, Shanghai Cooperation Organization; la Cina e la Russia ne sono i membri guida.

E tuttavia il mondo non dovrebbe tollerare né lo sfruttamento da parte dell’oligarchia honduregna sostenuta dal primo golpe del calendario di Obama, né la brutale repressione da parte della dittatura clericale.

06.07.09
Traduzione di Miky Lanza per il Centro Sereno Regis
Titolo originale: HONDURAS AND IRAN: WHAT IS GOING ON?
http://www.transcend.org/tms/article_detail.php?article_id=1511

Gli autori di questa rubrica esprimono profonda solidarietà con il Premio Nobel  Mairead Maguire, apprezzata e amata collaboratrice della Rete TRANSCEND, per i suoi sforzi a sostegno di Gaza. Ne esigiamo l’immediato e incondizionato rilascio dalla prigione israeliana dove si trova detenuta insieme ad altre 20 persone rapite nel Mediterraneo la settimana scorsa.