Quarta conferenza internazionale di Bil’in sulla resistenza nonviolenta in memoria di Bassem Abu Raham 22-24 Aprile 2009 – Dichiarazione finale

Concludendo la nostra conferenza di oggi, ricordiamo il nostro amico e compagno di lotta, Bassem Abu Rahma, che è stato ucciso dall’esercito israeliano venerdì scorso durante la manifestazione pacifica settimanale. I nostri cuori e le preghiere vanno alla sua famiglia e gli auguriamo la pace in questi tempi difficili. I nostri pensieri e preghiere sono anche con Tristan Anderson e la sua famiglia. Tristan, un attivista della solidarietà americano, è stato colpito e gravemente ferito dall’esercito israeliano il mese scorso mentre era in visita al villaggio di Ni’lin.
La quarta Conferenza di Bil’in per la resistenza nonviolenta si svolge quest’anno in una fase critica del conflitto israelo-palestinese. Quando la violenza e l’oppressione israeliana contro il popolo palestinese per costringerlo alla sottomissione si è intensificata, con un governo israeliano estremista salito al potere, e la leadership palestinese divisa e indebolita in modo inaccettabile.
I palestinesi di Gaza stanno ancora soffrendo per l’impatto del barbaro attacco israeliano chiamato operazione “Piombo Fuso” e per l’inumano blocco imposto alla Striscia da anni ormai. In Cisgiordania, le autorità israeliane hanno intensificato i loro sforzi soprattutto per la pulizia etnica nella zona di Gerusalemme, attraverso espropriazione di case, uccisioni sistematiche, detenzioni, la costruzione d’insediamenti e la costruzione del Muro dell’Apartheid.
Attraverso un elaborato sistema di controllo di oltre 600 checkpoint militari e centinaia di demolizioni di case ordinate dai militari, la confisca e il blocco dei terreni, Israele sta creando attivamente fatti sul terreno che renderanno impossibile qualsiasi soluzione pacifica del conflitto.
Di fronte a questa dolorosa realtà, il popolo palestinese deve continuare a sviluppare la sua resistenza popolare per proteggere i suoi diritti fondamentali alla vita e alla libertà e per realizzare le sue aspirazioni di un futuro di pace, come il resto del mondo.
I partecipanti della Quarta Conferenza di Bil’in per la Resistenza Nonviolenta ribadiscono il loro impegno per la difesa dei diritti del popolo palestinese: sostenendo e promuovendo le forme di resistenza popolare in tutti i Territori Palestinesi Occupati, incoraggiando la leadership palestinese e la società civile ad assumere un ruolo più attivo nel movimento di resistenza popolare, promovendo la cultura della resistenza e il movimento per Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) contro Israele, unendo il popolo palestinese geograficamente e politicamente, coinvolgendo i palestinesi della Striscia di Gaza nel movimento popolare e aiutando a superare il blocco e l’isolamento attuale, e facendo crescere la consapevolezza della realtà quotidiana dei palestinesi che soffrono sotto l’occupazione attraverso visite sul campo.
I partecipanti alla Conferenza sottolineano l’importanza della resistenza popolare come strategia efficace per resistere all’oppressione. Recentemente, diverse campagne di resistenza popolare nei Territori Palestinesi Occupati sono stati avviati o estesi. I partecipanti hanno discusso gli sviluppi in Ni’lin, Al-Ma’sara, nella Valle del Giordano, a sud di Hebron e a Bil’in come modelli di resistenza popolare efficaci. A tutto ciò si affiancano gli importanti sviluppi nel movimento BDS a livello internazionale. In Francia e in Canada, disegni di legge sono stati depositati contro coloro che traggono profitto dall’occupazione e dagli insediamenti. La campagna di boicottaggio nata a New York contro il costruttore di insediamenti Lev Leviev, si è diffusa nel Regno Unito e Norvegia.
Sulla base del dibattito della conferenza e dei workshop, i partecipanti hanno deciso di adottare le seguenti strategie unitarie come base per i lavori del movimento di resistenza popolare:
– Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni contro Israele (BDS)
1. Tenere conferenze di organizzazione all’interno delle diverse regioni attive nella campagna BDS per coordinare iniziative e campagne BDS.
2. Basandosi sulla risoluzione adottata dal Forum Sociale Mondiale tenuta il gennaio scorso, si è deciso di tenere la Giornata d’azione Globale BDS il 30 marzo di ogni anno, che coincide anche con la Giornata della Terra.
– Promozione della responsabilità giuridica per i crimini di guerra
1. Intensificare a livello locale e internazionale le campagne popolari per perseguire i criminali di guerra israeliani.
2. Coordinare la società civile palestinese e le organizzazioni dei diritti umani in Europa e negli Stati Uniti coinvolte nel perseguire i criminali di guerra israeliani.
– Diffondere e sostenere la resistenza popolare nonviolenta
1. Creare un comitato di coordinamento, che includa i rappresentanti dei comitati popolari che hanno partecipato alla conferenza al fine di facilitare la l’attuazione delle conclusioni della Conferenza annuale sulla Resistenza Popolare di Bil’in e per sostenere la resistenza popolare.
2. Aumentare il coordinamento tra i comitati popolari.
3. Fornire dati accessibili sulle attività del movimento palestinese di resistenza popolare.
4. Raggiungere i mezzi di comunicazione, presentando soprattutto le storie di successo del movimento di resistenza popolare.
5. Condividere le esperienze e gli insegnamenti di altri movimenti popolari in tutto il mondo.
6. Differenziare il ruolo del movimento popolare da quello dei partiti politici e delle fazioni dell’Autorità Palestinese.
– Costruire un movimento internazionale di solidarietà con la Palestina
1. Migliorare il coordinamento dei gruppi della società civile internazionale che lavorano per la solidarietà con la resistenza popolare nonviolenta, attraverso iniziative trasversali, come i gruppi di lavoro per la Palestina del Forum Sociale Mondiale.
2. Rafforzare la comunicazione, la capacità di lobbying e di sensibilizzazione dei movimenti di solidarietà centrate sul rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani in Palestina, e fare più pressione sui governi e politici stranieri.
3. Entrare a far parte del movimento BDS, promuovendo il commercio equo con la Palestina, respingendo il rafforzamento degli accordi di cooperazione tra la Unione Europea e Israele e chiedendo la sospensione di tali accordi fino a quando Israele continuerà a violare il diritto internazionale.
4. Fare pressione sui governi e i parlamenti di tutto il mondo per costringerli a prendere posizione contro l’assedio di Gaza, trattenendo i criminali di guerra israeliani perseguibili nei tribunali internazionali (incluso il Tribunale Russell per la Palestina) ed evidenziare la voce dei gruppi israeliani contro l’occupazione che  denunciano tali crimini.
5. Rinforzare altre iniziative internazionali per: contrastare il commercio delle armi con Israele, proteggere i prigionieri palestinesi, promuovere progetti di gemellaggio con città/università/campi profughi palestinesi, inviare corpi civili di pace nei Territori Palestinesi Occupati e organizzare visite sul campo di politici, avvocati, giornalisti.
– I partecipanti chiedono quanto seguente:
A livello palestinese
1. il raggiungimento dell’unità nazionale, che è un prerequisito per la liberazione nazionale.
2. seri sforzi da parte del presidente e del governo palestinese per attuare la sentenza di condanna del muro da parte della Corte Internazionale di Giustizia del 9 luglio 2004 e la successiva risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
3. il sostegno al movimento di resistenza popolare da parte della leadership e dei funzionari palestinesi e una ferma presa di posizione contro la giudaizzazione e la pulizia etnica di Gerusalemme, e contro l’espansione degli insediamenti e la costruzione del Muro dell’Apartheid.
4. Il coinvolgimento di tutte fazioni nazionali palestinesi sulla resistenza popolare, soprattutto attraverso il movimento BDS.
A livello di israeliano
1. il rafforzamento delle relazioni con i gruppi pacifisti israeliani che si uniscono alla resistenza popolare palestinese contro l’occupazione e l’oppressione.
2. il rifiuto di tutte le forme di normalizzazione e l’isolamento di coloro che vi sono coinvolti.
A livello internazionale
1. l’istituzionalizzazione dei rapporti tra il movimento popolare palestinese di resistenza e gli attivisti di solidarietà internazionale e l’invito di più attivisti ad aderire e sostenere il movimento.
2. la richiesta a tutte le organizzazioni, i sindacati, gli attivisti per la pace e delle istituzioni della società civile internazionali di presentare la “narrazione” palestinese che è testimone di prima mano e di lottare contro la propaganda israeliana che disumanizza il popolo palestinese.
Infine, i partecipanti della Conferenza hanno deciso che la Conferenza Internazionale sulla resistenza nonviolenta di Bil’in si terrà nel mese di aprile di ogni anno.

The Fourth Bil’in International Conference on Non-Violent Resistance under the name of Bassem Abu Rahma
April 22-24, 2009
– Closing Statement –
As we conclude our conference today, we remember our friend and fellow in struggle, Bassem Abu Rahma, who was killed by the Israeli army last Friday during the weekly peaceful demonstration. Our hearts and prayers go out to his family and we wish them peace in these hard times. Our thoughts and prayers are also with Tristan Anderson and his family. Tristan, an American solidarity activist, was shot and seriously injured by the Israeli army last month while he was visiting Ni’lin village.
The Fourth Bil’in Conference for Non-Violent Resistance is held this year at a critical stage of the Palestinian-Israeli conflict. As Israeli violence and oppression against the Palestinian people to force it into submission has intensified, and an extremist Israeli government ascended to power, the Palestinian leadership is unacceptably divided and weakened.
Palestinians in Gaza are still suffering from the impact of the barbaric Israeli attack on them in Operation Cast Lead and the inhumane blockade imposed on the Strip for years now. In the West Bank, the Israeli authorities have intensified its ethnic cleansing efforts especially in the Jerusalem area, through house evictions, systematic killings, detentions, settlement building and the construction of the Apartheid Wall. Through an elaborate control system of more than 600 military checkpoints and hundred of military orders of house demolitions, land confiscation and blockade, Israel is actively creating facts on the ground that shall render any peaceful settlement of the conflict impossible.
Facing this painful reality, the Palestinian people must continue and develop their popular resistance to protect their basic rights to life and freedom and realize their aspirations of a peaceful future, like the rest of the world.
The participants of the Fourth Bil’in Conference for Non-Violent Resistance are committed to the rights of the Palestinian people through: supporting and promoting popular forms of resistance throughout the occupied Palestinian territories, encouraging the Palestinian leadership and civil society to assume a more active role in the popular resistance movement, promoting the culture of resistance and the Boycott, Divestment and Sanctions (BDS) movement against Israel, unifying the Palestinian people geographically and politically through involving Palestinians the Gaza Strip in the popular movement and helping overcome the blockade and isolation, and raising the awareness of the daily realities of Palestinian suffering under the occupation through field visits.
The participants of the Conference emphasize the importance of the popular resistance as an effective strategy to resist oppression. Recently, several popular resistance campaigns throughout the occupied Palestinian territories have been launched or expanded. The participants discussed the developments in Ni’lin, Al-Ma’sara, the Jordan Valley, Southern Hebron and Bil’in as models of effective popular resistance. This is complemented by important developments in the BDS movement on the international level. In France and Canada, law suits have been filed against those who benefit from the occupation and settlements. The New York-based boycott campaign against settlement-builder, Lev Leviev, has spread to the UK and Norway.
Based on the discussion in the Conference and the workshops, the participants have decided to adopt the following unifying strategies as a basis for the work on the popular resistance movement:
· Boycott, Divestment and Sanctions Against Israel (BDS)
1. Holding organizing conferences within the different regions active in BDS to coordinate BDS campaigns and initiatives.
2. Based on the resolution adopted by the World Social Forum this past January, it was decided to hold the Global BDS Day of Action on March 30 of each year, which also coincides with Land Day.
· Promoting legal accountability for war crimes
1. Intensifying the popular campaigns locally and internationally to prosecute Israeli war criminals.
2. Coordinating between the Palestinian civil society and human rights organizations in Europe and the US involved in prosecuting Israeli war criminals.
· Spreading and supporting the popular nonviolent resistance
1. Creating a coordination committee including representatives of the popular committees who attended the conference in order to facilitate the implementation of the conclusions of the Bilín Annual conference on Popular Resistance and to support the popular resistance.
2. Increasing the coordination between the Popular Committees.
3. Providing accessible data on the activities of the Palestinian popular resistance movement.
4. Reaching out to media, focusing on success stories of the popular resistance movement.
5. Sharing experiences and learning from other popular movements around the world.
6. Differentiating between the role of the popular movement and that of the Palestinian Authority political parties and factions.
· Building an international movement in solidarity with Palestine
1. Improving coordination of international civil society groups working in solidarity with the popular nonviolent resistance, through transversal initiatives like the working groups of the World Social Forum for Palestine.
2. Strengthening communication, advocacy and lobbying capacity of the solidarity movements focusing on respect of international law and human rights in Palestine, and putting more pressure on foreign governments and politicians.
3. Joining the BDS movement, promoting fare trade relationships with Palestine, rejecting the upgrading of cooperation agreements between the European Union and Israel and asking for suspension of such agreements till Israel violates international law.
4. Pressing governments and parliaments worldwide to take a position against the siege on Gaza, holding Israeli war criminals accountable in international tribunals (including a Russell Tribunal for Palestine) and highlighting the voice of Israeli anti-occupation groups who denounce those crimes.
5. Empowering other international initiatives to: contrast arms trade with Israel, protect Palestinian prisoners, promote twinning projects with Palestinian towns/universities/refugee camps, send civilian peace teams to the Occupied Territories and organize field visits of politicians, lawyers, journalists.
The participants also demand the following:
· On the Palestinian level
1. Achieving national unity, which is a prerequisite for national liberation.
2. Serious efforts by the Palestinian president and government to implement the ruling of the International Court of Justice of July 9, 2004 and the subsequent UN General Assembly resolution.
3. Supporting the popular resistance movement by the Palestinian leadership and officials and taking a firm stance against the Judiaization and ethnic cleansing of Jerusalem as well as the expansion of the settlements and the construction of the Apartheid Wall.
4. The endorsement by the Palestinian national factions of the popular resistance, namely BDS movement.
· On the Israeli level
1. Strengthening the relations with Israel peace groups that join the Palestinian popular resistance against the occupation and oppression.
2. Rejecting any and all forms of normalization and isolating those involved in it.
· On the International level
1. Institutionalizing the relations between the Palestinian popular resistance movement and international solidarity activists and inviting more activists to join and support the movement.
2. Calling on all the international organizations, unions, peace activists and civil society institutions to present the Palestinian narrative as they witnessed first hand and combat the Israeli propaganda that dehumanizes the Palestinian people.
Finally, the participants of the Conference decided that Bil’in International Conference on Non-Violent Resistance will be held in April of each year.