CON I RIFUGIATI – Intervista a Cristina Molfetta

Chi sono le rifugiate e i rifugiati nei due stabili occupati a Torino? Quanti sono e da dove provengono?
I rifugiati nei due stabili occupati, quello di Corso Peschiera e quello di Via Bologna, sono tutti rifugiati politici o titolari di protezione umanitaria, persone cioè che sono passati al vaglio di una delle dieci commissioni territoriali italiane e a cui è stato riconosciuto questo status.
In Via Bologna si trovano circa 70 persone perlopiù Sudanesi, in Corso Peschiera sono più di 200, la maggioranza Somali, ma anche Eritrei, Etiopi e Sudanesi.

Quali difficoltà hanno dovuto affrontare?
Hanno dovuto affrontare una situazione difficile nel loro Paese, fare viaggi spesso al limite della sopravvivenza in ostaggio delle diverse mafie che ormai gestiscono le rotte della disperazione; poi confrontarsi con il nostro Paese che a parole garantisce una serie di diritti – perlomeno ai rifugiati politici e ai titolari di protezione umanitaria – ma ha un programma nazionale di accoglienza decentrata in grado di ospitare solo un quarto delle richieste effettive.
Agli altri si offre spesso un riparo nei dormitori e il cibo delle mense dei poveri: condizioni base che rendono difficile una reale integrazione sociale e lavorativa.

Qual è la loro attuale situazione?
I rifugiati nei due stabili occupati hanno dovuto far fronte ad un inverno davvero freddo in stabili in condizioni abitative precarie, senza luce, acqua calda e gas. Sono sopravvissuti prima grazie all’appoggio e alla solidarietà dei ragazzi dei centri sociali (del Comitato di Solidarietà con i rifugiati e le rifugiate) a cui si sono affiancate le persone dei quartieri dove si trovavano gli stabili, e ora anche grazie al Coordinamento di Associazioni che si è creato, ma continuano ad avere condizioni molto precarie.

Perché si è costituito il Coordinamento di Associazioni? Da chi è composto? Come sta operando?
Il Coordinamento di Associazioni* ora include più di trenta associazioni di Torino; è nato a novembre ponendosi il problema di come i rifugiati stavano nei due stabili occupati, offrendosi per aiutarli ma nello stesso tempo cercando di fare pressioni sulle Istituzioni per arrivare ad una proposta dignitosa condivisa che portasse a una reale integrazione sociale e lavorativa per i rifugiati nei due stabili.

Puoi descrivere il Progetto che il Coordinamento di Associazioni sta trattando con le Istituzioni?
Al tavolo di co-progettazione formato da rappresentanti del Coordinamento di Associazioni siedono anche rappresentanti del Comune, della Provincia e della Prefettura di Torino, nonché della Regione Piemonte. Tra gli obbiettivi che il progetto si è posto, ci sono i seguenti:
? accompagnamento e inserimento lavorativo di 150 rifugiati politici e titolari di protezione umanitaria sul territorio della Regione Piemonte;
? accompagnamento e inserimento lavorativo di 80 rifugiati politici e titolari di protezione umanitaria sul territorio della Città di Torino;
? identificazione e ristrutturazione di uno stabile che rimarrà di accoglienza per i richiedenti asilo, i rifugiati politici e i titolari di protezione umanitaria a Torino, anche dopo la fine del progetto (capienza per circa 80 persone), cercando di mantenere un rapporto quanto più possibile costante e trasparente con i rifugiati, partendo dalle loro capacità e dai loro desideri e tenendo conto del percorso che molti di loro hanno fatto sino ad ora.

Che cosa possono fare le cittadine e i cittadini che desiderano aiutare i rifugiati?
Possono organizzare raccolte di cibo (generi di prima necessità) e materiale igienico oppure di denaro. Si può contattare Giorgio all’indirizzo [email protected] per conoscere le modalità. Possono inoltre andare ad incontrare direttamente i rifugiati e le rifugiate così da capire meglio sia le condizioni in cui vivono, sia le storie di cui sono portatori e portatrici.

* Cristina Molfetta fa parte del Coordinamento di Associazioni che si occupano dei/lle rifugiati/e a Torino

* ACLI, ACMOS, Amnesty International Piemonte-Valle D’Aosta, Architettura senza Frontiere ONLUS, ASGI, Associazione Alma Terra, Associazione Opportunanda, Associazione Sole, Associazione Soomaaliya, Camminare Insieme, Cantieri di Pace, CGIL Torino, CISL Torino, Comitato di Solidarietà con i rifugiati e le rifugiate, Comitato Sankara XX Torino, Cooperativa Alice, Cooperativa il Ponte, Cooperativa Parella, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza-Piemonte, Gruppo Abele, Gruppo Arco, Gruppo Emergency Torino, Mani Tese Torino, Marypoppins Cooperativa Sociale, Mosaico-Azioni per i Rifugiati, Progetto Tenda, Servizi per i rifugiati-Chiesa Evangelica Valdese, Società San Vincenzo de Paoli Torino, Ufficio Pastorale Migranti.

Le offerte raccolte durante gli incontri CANTIERI DI PACE 2009: per una civiltà della pace saranno devolute alle rifugiate e ai rifugiati alloggiati presso le strutture di Via Bologna e di Corso Peschiera

CANTIERI DI PACE  –  http://cantieridipace.splinder.com – 338 780 29 86  – [email protected]