Novità libri – Mohandas Gandhi – Gandhi per la pace. Aforismi

Mohandas Gandhi, “Gandhi per la pace. Aforismi”, a cura di Thomas Merton, Feltrinelli, Milano 2008, p. 126

Che cos’è la cultura della pace? Tutte le pratiche nonviolente sono uguali, o esistono una vera e una falsa non violenza? La non violenza è una mera tattica politica o ha una dimensione spirituale? Qual è l’ambito di esercizio della disubbidienza civile? Molte risposte a queste domande, urgenti e drammatiche, si possono trovare qui, nei testi gandhiani raccolti da Thomas Merton di fronte alla minaccia della guerra nucleare nei primi anni sessanta. La nonviolenza, secondo Gandhi, è la legge fondamentale della natura umana, per il suo innato desiderio di pace, ordine, giustizia, libertà e dignità personali. L’esercizio della nonviolenza richiede lo straordinario coraggio di non temere la morte e di soffrire senza desiderio di vendetta, e si ottiene solo con preghiera, disciplina e fede. La nonviolenza va esercitata sempre, non è solo non cooperazione con le ingiustizie ma costante rifiuto di qualunque cosa sia inaccettabile per la coscienza. La nonviolenza esige un comportamento puro e disinteressato, non può essere piegata a fini pragmatici, pena il suo fallimento. La scelta di testi gandhiani del religioso Merton è ora arricchita da una nuova lettura di Gandhi quale leader politico più influente del XX secolo del giornalista americano Mark Kurlansky.

In breve
Una scelta di testi gandhiani in cinque sezioni: i fondamenti, la qualità vera e falsa, la dimensione spirituale, l’ambito di esercizio e la purezza della non violenza.

Approfondimento
L’azione nonviolenta, generalmente interpretata quale strumento di pressione, se non come evasione dalla realtà del male, nell’esperienza spirituale del Mahatma è una forma di riscoperta dell’Oriente attraverso l’Occidente. L’educazione occidentale di Gandhi – la conoscenza di autori come Tolstoj e Thoreau, la lettura del Nuovo Testamento, la familiarità con il cristianesimo e l’umanesimo religioso – gli dischiudono le porte di un messaggio universale e della riconquista di un’identità per tutto il popolo indiano. La non violenza non è solo una tattica politica ma il superamento di ogni divisione al proprio interno, il raggiungimento di un’unità e di una libertà personali di cui l’autonomia e la concordia esteriore non sono che conseguenze. La non violenza è la legge fondamentale della natura umana, per il suo innato desiderio di pace, ordine, giustizia, libertà e dignità personali; la non violenza del forte è un credo per cui si è disposti al sacrificio, è il modo per trasformare sé, il proprio nemico e il mondo per mezzo dell’amore, e in questo si distingue dalla non violenza del debole che è una tattica di protesta passiva mossa dalla mera mancanza di coraggio, rispetto alla quale è preferibile l’uso della forza; l’esercizio della non violenza richiede lo straordinario coraggio di non temere la morte e di soffrire senza desiderio di vendetta, cosa che si ottiene solo con preghiera, disciplina e fede; la non violenza va esercitata sempre, non è solo non cooperazione con le ingiustizie ma costante rifiuto di qualunque cosa sia inaccettabile per la coscienza; la nonviolenza esige un comportamento puro e disinteressato, non può essere piegata a fini pragmatici, pena il suo fallimento.