Martin Luther King: l’altro ‘68

Nanni Salio

In un bellissmo articolo, Furio Colombo ricorda la sua esperienza diretta dell’assassinio di Martin Luther King e il suo successivo incontro con Robert Kennedy (“Quella sera in casa di Martin Luther King”, L’Unità , 3 aprile 2008). Appresa la notizia, Furio Colombo si reca immediatamente, con un cameraman della Rai, a Washington, dove nel frattempo era esplosa la rabbia della popolazione afroamericana, e chiede a Robert Kennedy di accompagnarlo nelle riprese che intendeva fare in diretta: “Siamo entrati in un’area che sembrava vuota e spenta. Ma quando abbiamo acceso l’unico riflettore, puntandolo su Robert Kennedy, che si era alzato e stava diritto sulla parte posteriore dell’auto, alcuni ragazzi si sono avvicinati. Sembravano dieci o venti, e invece erano molti di più, così è accaduto in pochi minuti. C’era una di quelle reti metalliche dei campi da gioco urbani. La rete consentiva a Bob Kennedy di appoggiarsi e di lasciarsi spingere più in alto. Non da noi, dalle mani dei giovani neri. E’ in quel modo…che il giovane senatore…ha parlato ai neri di Washington in rivolta…’Noi ci siamo conquistati il diritto e la forza di non spargere sangue. Perché noi siamo la prossima America”.

Dopo soli due mesi, anche Kennedy fu ucciso. Ma la sua eredità spirituale, e quella di Martin Luther King, sono state raccolte, in questi mesi, da Barack Obama che in un appassionato discorso a Filadelfia ne ha rivendicato la continuità: “la prossima America è di nuovo in cammino”.

Mai come ora sentiamo l’esigenza impellente di un profondo cambiamento negli Stati Uniti, per farli uscire al più presto dall’incubo della politica neocon di Bush e del suo entourage.
Mai come ora bisogna che anche gli USA riscoprano e ripercorrano la strada della nonviolenza, se vogliamo dare un futuro all’umanità

Mai come ora bisogna ispirarsi ancora una volta al “sogno” di Martin Luther King e salire con lui “sulla montagna” per vedere oltre la nostra angusta visuale.

E’ l’altra lezione del ’68, che purtroppo un’intera generazione di giovani non ha saputo tradurre pienamente in realtà. Spetta a noi, meno giovani, e alle nuove generazioni “imparare questa lezione” e procedere lungo il cammino tracciato da Gandhi, il maestro al quale si ispirò Martin Luther King realizzando l’aspettativa di milioni di afroamericani che si chiedevano quando sarebbe giunto un “Gandhi nero”. (Sudarshan Kapur, Rising Up a Prophet. The African-American Encounter with Gandhi”, Beacon Press, Boston 1992). Questo Gandhi nero arrivò e nella sua breve vita seppe liberare un intero popolo dalle catene del razzismo utilizzando la “forza più potente”, quella della nonviolenza.

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