Terza Assemblea Ecumenica Europea a Sibiu 4-9 settembre 2007

MOZIONE 8B

PROMUOVERE UN CORPO ECUMENICO DI OPERATORI DI PACE

Il n. 8 della Charta oecumenica afferma che ?di fronte ai numerosi conflitti è compito delle Chiese assumersi congiuntamente il servizio della riconciliazione anche per i popoli e le culture?.

Da ciò deriva l?impegno ?per un ordine pacifico? e a ?ricercare una soluzione non violenta dei conflitti?. Già il Documento finale della I Assemblea ecumenica europea proclamava che ?a tutti i livelli nelle Chiese e nelle società, deve essere sviluppata l?educazione alla pace, orientata alla soluzione pacifica dei conflitti. In ogni tempo le alternative nonviolente devono avere la priorità nella soluzione ei conflitti. La nonviolenza dovrebbe essere vista come una dinamica attiva e una forza costruttiva fondata sull?assoluto rispetto della persona umana? (Raccomandazioni, n. 86i), anche ?incoraggiando l?iniziativa dei ?servizi-shalom? ecumenici. Donne e uomini che si impegnano in tali servizi impareranno a considerare le loro Chiese come parte del popolo di Dio che serve tra tutti i popoli. Ci impegniamo perciò a diffondere questo spirito attivo di shalom? (Raccomandazioni, n. 80). Il Messaggio finale della II Assemblea ecumenica europea aveva dichiarato che ?il nostro impegno personale in questo processo di riconciliazione ci porta a sollecitare i responsabili politici e i cittadini a incoraggiare il disarmo e lo sviluppo di una gestione nonviolenta dei conflitti? (n. 8). Le Raccomandazioni operative chiedevano alla Kek e al Ccee ?di promuovere presso le loro Chiese membri lo scambio di esperienze in merito a iniziative, istituzioni, centri per laici e centri di formazione, comunità impegnate in processi di pace e di riconciliazione? (n. 4.3) e ?di istituire un comitato permanente per l?analisi e la composizione dei conflitti. Esso deve stimolare processi di riconciliazione e sondare le possibilità di istituzionalizzare la formazione di persone specializzate nella composizione civile dei conflitti a livello europeo? (n. 4.4). Il Materiale servito da base alle raccomandazioni operative accolto dalla II Assemblea ecumenica europea sottolineava che ?l?impegno delle Chiese per la soluzione non militare dei conflitti, le misure preventive e l?azione riconciliatrice nelle tensioni politiche, sociali, etniche o religiose richiede molte persone esperte negli atteggiamenti di fondo e nelle metodiche delle composizione nonviolenta dei conflitti?, ricordava che ?a Basilea si sono stimolate le Chiese a creare servizi ecumenici ?shalom? per offrire agli uomini e alle donne la possibilità di impegnarsi nel servizio dell?intesa fra i popoli? e affermava di ritenere ?venuto il tempo che le Chiese forniscano, sulla base delle esperienze fatte, il quadro generale che permetta la realizzazione su più ampia scala della formazione e dell?attività delle Squadre di pace, dei Ministeri di pace e dei Servizi civili di pace. Consideriamo una prospettiva realistica la costituzione nei prossimi anni, in tutti i paesi europei, di centri, posti sotto la responsabilità delle Chiese, che servano, oltre che alla formazione pratica, ad esercitarsi spiritualmente nello spirito della nonviolenza? (n. 39).

A tal fine si propone che le Chiese d?Europa realizzino un?iniziativa ecumenica (un centro di formazione, un corpo di operatori di pace e riconciliazione, ecc.) finalizzata a contribuire alla soluzione nonviolenta dei conflitti.

MOZIONE 8C

CREARE UNA RETE CRISTIANA EUROPEA PER LA PACE

Il n. 8 della Charta oecumenica afferma che ?di fronte ai numerosi conflitti è compito delle Chiese assumersi congiuntamente il servizio della riconciliazione anche per i popoli e le culture?.

Da ciò deriva l?impegno ?per un ordine pacifico, fondato sulla soluzione non violenta dei conflitti?. Dopo la firma della Charta Oecumenica, la drammatica evoluzione del contesto internazionale, segnato dal terrorismo, da guerre che vedono protagonisti anche alcuni Stati europei e da un considerevole aumento delle spese militari, rende ancor più necessario che le Chiese in Europa si dotino di strumenti per vivere e costruire concretamente l?impegno per la pace, la riconciliazione e la nonviolenza,

A tal fine si propone che le Chiese d?Europa creino una ?Rete cristiana europea per la pace?, che riunisca delegati delle diverse Chiese, dei movimenti confessionali ed ecumenici impegnati in questo ambito per radicare il tema della pace nella vita delle Chiese e conferirgli maggiore rilevanza politica.

MOZIONE 8D

DICHIARARE IL POSSESSO DI ARMI ATOMICHE PECCATO CONTRO DIO E L?UMANITÀ

Il n. 8 della Charta oecumenica afferma che ?di fronte ai numerosi conflitti è compito delle Chiese assumersi congiuntamente il servizio della riconciliazione anche per i popoli e le culture?.

Da ciò deriva l?impegno ?per un ordine pacifico, fondato sulla soluzione non violenta dei conflitti? e la condanna di ?ogni forma di violenza contro gli esseri umani, soprattutto donne e bambini?. Già il Messaggio finale della II Assemblea ecumenica europea aveva dichiarato che ?il nostro impegno personale in questo processo di riconciliazione ci porta a sollecitare i responsabili politici e i cittadini a incoraggiare il disarmo e lo sviluppo di una gestione nonviolenta dei conflitti, e promuovere tempestivamente i negoziati volti alla completa eliminazione delle armi nucleari in conformità con il Trattato di non proliferazione? (n. 8).
A tal fine si propone che le Chiese d?Europa sottoscrivano un documento comune per dichiarare la guerra atomica nonché la fabbricazione e il possesso di armi nucleari un peccato contro Dio e un crimine contro l?umanità, e per promuovere e sostenere l?impegno dei cristiani a favore del disarmo totale.