Mamma Watada: appello a tutte le persone di volontà buona

APPELLI. CAROLYN HO: UN APPELLO A TUTTE LE PERSONE DI VOLONTA’ BUONA

[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per averci messo a disposizione nella sua traduzione la seguente lettera aperta di Carolyn Ho. Carolyn Ho e’ la madre del tenente statunitense obiettore alla guerra irachena Ehren Watada, di cui cfr. l’intervento al convegno dei Veterani per la pace riportato nel notiziario di ieri]


Cari amici americani e cittadini della comunita’ internazionale,
sono la madre del tenente Ehren Watada, un ufficiale di stanza a Fort Lewis.

Mio figlio faceva parte di una brigata che avrebbe dovuto partire per l’Iraq il 22 giugno scorso. In quel giorno fatale, egli ha quietamente sfidato l’ordine di partenza e ha scelto di non salire sull’aereo con i suoi uomini. Nonostante le continue pressioni subite da quando ha fatto richiesta di essere congedato (nel gennaio 2006) sino al giorno della partenza per l’Iraq, egli e’ rimasto fedele alla sua decisione.

Ehren ha creduto di sostenere assai meglio i suoi uomini non guidandoli in una guerra ed un’occupazione illegali, che hanno gia’ reclamato innumerevoli vite, di iracheni e di statunitensi. Ha creduto che li avrebbe serviti meglio opponendosi alla guerra, piuttosto che divenendo un complice nelle politiche che usano le nostre truppe per scopi immorali, non etici.

Attraverso il rigoroso esame dei fatti, ottenuto con la ricerca e con la consultazione di esperti, fuori e dentro l’esercito e le strutture governative, mio figlio ha concluso che non poteva piu’ rimanere silenzioso, mentre atrocita’ venivano commesse in nome della democrazia. Non poteva essere piu’ a lungo uno strumento di un’amministrazione che non ha usato altro che invenzioni e menzogne per creare il caso della “guerra preventiva”. Ehren Watada ha compreso che non aveva ceduto la sua liberta’ di scegliere cio’ che e’ giusto, e che la liberta’ di scegliere cio’ che e’ giusto trascende la lealta’ ad un uomo o alle istituzioni.

Come ufficiale, il suo dovere e’ di sostenere e difendere la Costituzione statunitense, e di obbedire solo agli ordini legittimi. Nel rifiutarsi di andare in Iraq, ha assolto questo dovere. In risposta, l’esercito lo ha incriminato per rifiuto del trasferimento, commenti sprezzanti sul presidente e comportamento non consono ad un ufficiale. Messe insieme, queste accuse ammontano a sette anni di detenzione in una prigione militare.

Come madre, io ho compiuto il primo passo di un viaggio lungo un migliaio di miglia. La decisione di mio figlio ha risvegliato la mia coscienza rispetto al distacco fra cio’ che gli avevo insegnato e cio’ che realmente volevo lui facesse.

All’inizio, il momento della verita’ mi ha sconvolta, ed onestamente non trovavo parole per giustificare la risposta protettiva ed autocentrata che sussurrava: “Non mio figlio. Che a fare l’eroe sia il figlio di qualcun altro”. Inutile dire che questa esperienza ha cambiato la mia vita. Non ho che ammirazione e rispetto per la condotta che mio figlio ha scelto di tenere. Ha il mio incondizionato sostegno.

Vi scrivo per invitarvi a mostrare anche voi il vostro sostegno al tenente Watada ora, durante le udienze preliminari del suo processo il 17 e 18 agosto, ed in futuro.

E’ ancora incerto se gli sara’ permesso di motivare il suo rifiuto di partire e di affermare i suoi diritti relativi al primo emendamento. Inoltre, l’esercito deve sapere che il mondo sta osservando e che la giustizia deve essere onorata.

Il 16 agosto, Giorno nazionale dell’istruzione, vari gruppi nazionali ed internazionali terranno sessioni di studio per spiegare l’illegalita’ e l’immoralita’ della guerra e dell’occupazione irachene, nonche’ il messaggio che mio figlio ha voluto mandare. Iniziative informative e colloqui di sensibilizzazione si terranno in scuole, chiese, case, centri comunitari; e vi saranno veglie e manifestazione a Fort Lewis ed in tutti gli Usa.

E’ un’opportunita’ per risvegliare le coscienze, per dare potere alla gente ed ispirarla ad agire. Vi chiedo di unirvi a noi in questo lavoro sul campo per la mobilitazione di massa e la disobbedienza civile durante le udienze della corte marziale.

Per ogni informazione, potete fare riferimento al nostro sito: www.thankyoult.org
In pace, con gratitudine,
Carolyn Ho, la mamma di Ehren

Fonte: LA NONVIOLENZA E’IN CAMMINO Numero 1391 del 18 agosto 2006