L’Olocausto e la reinterpretazione eurocentrica della storia | Chiara Foglio

Berlino, Memoriale agli ebrei assassinati d’Europa, olocausto reinterpretazione eurocentrica
Berlino, Memoriale agli ebrei assassinati d’Europa – Foto di Wolfgang Staudt from Saarbruecken, Germany, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

Il 27 ottobre 2020 si è tenuto online il webinar “Holocaust and the Rewriting of History”, evento pubblico sul tema dell’Olocausto e sulla tendenza degli ultimi decenni a reinterpretare il genocidio in chiave eurocentrica. Il 27 e 28 ottobre a Stoccolma si sarebbe dovuta tenere la seconda conferenza internazionale contro l’antisemitismo e il ricordo dell’Olocausto. A causa del Covid-19, la conferenza è stata rinviata. Il webinar nasce quindi dalla volontà di riunire online esperti ed interessati da tutto il mondo in una tavola rotonda.

A organizzare l’incontro sono stati Activists for peace, un’associazione svedese di volontari che lotta per la pace, la sicurezza comune, l’ambiente e la giustizia sociale, e Prague Spring 2, un’organizzazione no profit con obiettivo la rimozione dell’estremismo di destra e del populismo.

Contro la teoria del doppio genocidio nazista e comunista

A prendere la parola per primo è Dovid Katz, studioso americano specializzato nella lingua Yiddish, cultura ebraica lituana nonché nell’Olocausto nell’Est Europa. Nel suo intervento Katz enfatizza la sua opposizione alla teoria del “doppio genocidio”. Si tratta di una riscrittura recente della storia, che accosterebbe da un punto di vista morale i nazisti e i comunisti dell’Unione Sovietica. Un doppio Olocausto, appunto. A supportare questa visione ci sarebbero i paesi Baltici, ma anche l’Unione Europea. Accanto a questa tendenza, si registra un’inclinazione a negare l’esistenza stessa dell’Olocausto. Di conseguenza, spesso si assiste ad una confusione generale, anche a livello terminologico, e all’insorgere di movimenti, nati con l’intento di offuscare e cancellare il genocidio del XX secolo dalla storia europea.

Smettere di promuovere conflitti, ma cooperazione

L’ultimo intervento è di Tord Björk, attivista ambientale svedese. Sulla scia di Katz, Björk critica alla narrazione eurocentrica di definire sullo stesso piano i regimi nazisti e comunisti, considerati entrambi come cause scatenanti della Seconda guerra mondiale. Questa visione rafforza un’idea di conflitto esistente tra i paesi occidentali e la Russia, una “nuova guerra fredda”.

Il messaggio finale è di promuovere la cooperazione, non tensioni tra stati. Non offuscare l’Olocausto e non ridurre la sua presenza solo al periodo della Seconda guerra mondiale. Ce ne sono stati sia prima che dopo. Soprattutto non separare la storia globale da quella europea. Diventa essenziale la collaborazione nella scrittura di una storia comune, non eurocentrica, basata sulle esperienze di stati diversi, movimenti e singoli individui.


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