Lezioni per resistere alla violenza da parte della polizia e per costruire un movimento forte di giustizia razziale

Questa raccolta dell’archivio di Waging Nonviolence offre spunti di riflessione, strumenti e risorse a chi vuole impegnarsi a contrastare le violenze della polizia.

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Le proteste scoppiate nell’ultima settimana a seguito dell’omicidio di George Floyd da parte degli agenti di  polizia di Minneapolis, hanno aperto un acceso dibattito sul tema della violenza di Stato e della giustizia razziale. Non si tratta certo di tematiche nuove, quindi è possibile approfondire le proprie conoscenze e opinioni sulla base di quanto accaduto in passato. In questo articolo, offriamo una raccolta di storie e citazioni, utili per tutti coloro che vogliano arricchire il proprio bagaglio di idee, strumenti e risorse, al fine di partecipare attivamente al dibattito.

Rivolte

Le proteste sono al centro dell’attenzione mediatica – soprattutto quando accompagnate da rivolte e saccheggi – e la polizia le usa come giustificazione per intervenire attraverso massicce azioni repressive. Gli articoli qui riportati consentono di comprendere queste rivolte e di superare le narrative comuni, che spesso rendono la situazione ancora più pericolosa per le comunità emarginate.

La difficoltà di “costruire la pace” a Baltimora
di Kazu Haga

  • “Gli appelli alla pace, eufemismo per ‘bloccare le proteste’, mi hanno stancato. Le forze dell’ordine e i politici chiedono ai popoli di protestare ‘pacificamente’,  quando in realtà stanno dicendo di ‘smetterla di essere così indisciplinati’. Tutto questo mi disgusta.”
  • “Le persone associano troppo spesso la ‘pace’ con la tranquillità, la calma, le candele profumate e il kumbaya. Troppo spesso concepiscono la ‘pace’ come la semplice assenza di tensione. E questo è il vero problema.”
  • “La pace è un processo complesso e disordinato. La giustizia è rumorosa. Se le persone continuano a credere che costruire la pace in una società violenta come quella statunitense sia un’operazione semplice, tranquilla e carina… beh, sarà una sorpresa per loro scoprire che non lo è affatto.”

Avere fiducia nei ‘criminali’ di Baltimora
di Lucas Johnson

  • “Ai miei fratelli e alla mie sorelle… che resistono contro l’irrevocabile violenza delle forze di polizia statunitensi… siete stati puniti perché nella nostra società la proprietà privata conserva un potere incredibile. Rappresenta l’accumulazione del benessere; racchiude in sé generazioni di lavoro e fatica, sopravvivenza e sicurezza. È su questo che puntano i politici buonisti quando reagiscono con orrore di fronte agli atti di vandalismo e distruzione che altri hanno scatenato. Ma in un sistema economico come il nostro, basato essenzialmente sullo sfruttamento, non ci si può aspettare di ritrovare questi valori.”
  • “Non cerco di porre fine alle rivolte per appagare la maggioranza – che regolarmente ci ignora e vorrebbe che dimostrassimo il nostro malcontento in un modo che sia più accettabile per loro – ma perché la distruzione è troppo semplice. E quello di cui abbiamo bisogno è molto più complicato.”
  • “Abbiamo bisogno di sviluppare una strategia per porre fine a tutto questo, per sempre. La distruzione è tragicamente rappresentata dalle forze di polizia, che da generazioni invadono i nostri quartieri e terrorizzano le nostre comunità. Se dovessimo mai avere successo in qualcosa, sarà quando decidiamo di essere diversi da loro. Non dobbiamo ‘vincere’ imitando la loro capacità di distruggere.”

Tattiche militari

Gli episodi di violenza da parte della sinistra sono stati spesso ingigantiti con l’intenzione di screditarne le proteste, ma è importante comprendere in che modo l’uso di tattiche militari può realmente influenzare i movimenti di rivolta.

Perché chiedere che i movimenti di protesta siano ‘totalmente nonviolenti’ non funziona
di Steve Chase

  • “Se per vincere, i movimenti sociali hanno spesso bisogno di campagne d’azione dirette, il loro successo può anche essere compromesso dai “ribelli negativi”, fomentati da una serie di limitazioni personali, come disuguaglianza, impotenza, avanguardismo, disprezzo, radicalismo estremo e la facilità con cui viene denunciato chi non collabora o aderisce a ideologie differenti. Questi ribelli fanno leva su espressioni di protesta individuali, anziché su un efficace approccio multiculturale, in grado di ottenere il supporto della maggioranza e condurre riforme significative per ottenere una reale vittoria.”
  • “Oggi, l’esperienza insegna che i movimenti di resistenza civile nonviolenti e con un alto grado di partecipazione popolare, raggiungeranno un livello di successo maggiore rispetto ai movimenti armati o alle campagne che uniscono frammenti di disciplina nonviolenta a azioni violente organizzate.”
  • “Alcuni movimenti violenti continuano a ottenere risultati… Se continuano a credere che solo le proteste ‘totalmente nonviolente’ possano avere successo, ci arrenderemo facilmente di fronte a una rivolta, una lotta in strada contro le forze di polizia o una manifestazione violenta organizzata da un piccolo gruppo di secessionisti.”

Non alimentiamo i troll. Come combattere gli alt-right
di Kazu Haga

  • “Quando l’odio raggiunge livelli estremi, come sta accadendo oggi, la nostra risposta – che sia nonviolenta o meno – deve controllare la sua intensità, e i movimenti antifascisti lo hanno fatto. Mentre le battaglie si infuocano, è fondamentale rimanere lucidi e valutare ogni passo e strategia, senza sfociare nel dogmatismo.”
  • “Invece di rispondere alla violenza con ulteriore violenza, dobbiamo denunciare la violenza [della supremazia bianca]. Smascherando la sua violenza, Trump si troverà di giorno in giorno sempre più isolato. Dobbiamo fare in modo che accada lo stesso con la alt-right, e combatterla con il bastone non farà altro che rendere la battaglia più dura.”
  • “La violenza inibisce anche chi vuole realmente uscire da queste dinamiche. Non possiamo lasciare questa battaglia appaia come qualcosa di anche lontanamente vicino a una lotta alla pari.”
  • “Le azioni antifasciste stanno avendo grande riscontro sui social media, ma noi sappiamo che Internet può essere cassa di risonanza per poche visioni politiche.”
  • “Per chi, come noi, sostiene la nonviolenza, è semplice criticare coloro che invece hanno preso parte ai processi di escalation. Ma nel momento in cui non siamo mai stati realmente nei loro panni, le nostre critiche suonano vuote. Se crediamo di poter combattere l’odio dando vita a un movimento popolare, allora dobbiamo scendere in strada per davvero e crearne uno.”

Difendersi dalla violenza di destra

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Con gli estremisti di destra che dilagano minacce e sfoggiano armi durante le proteste contro la violenza della polizia, il pericolo che vengano commessi atti violenti contro i manifestanti neri è tangibile. Gli articoli che seguono spiegano in che modo i movimenti di protesta possono difendersi da questi attacchi.

Come si è rafforzato il Black Lives Matter dopo gli attacchi della supremazia bianca
di Celia Kutz

  • “Quando la violenza colpisce persone a noi vicine, crea stupore, sgomento e rabbia. Alcuni si sentono in gabbia, confusi, come un cervo abbagliato dai fari di un auto, incapace di dare un senso a quel che vede. Altri vogliono semplicemente ripagare quella violenza con la stessa moneta, e altri ancora ci rinunciano e basta. A volte, ci rendiamo conto che esistono delle opzioni migliori, in grado di rafforzare la nostra resilienza – l’abilità di prendere atto di quanto accaduto, di sentirne gli effetti e cercare di guarire utilizzando a nostro favore il potere della rabbia che proviamo. E questo è esattamente quello che hanno fatto i fondatori di Black Lives Matter…”
  • “Quando la supremazia bianca attacca con violenza, aumenta l’intensità dell’azione non violenta. I razzisti non devono avere la soddisfazione che si aspettano di ricevere compiendo atti intimidatori e di sottomissione. Al contrario, noi tutti dobbiamo rispondere con azioni più forti, nonviolente, che siano in grado di attirare nuovi alleati. Questo è l’unico modo per vincere la battaglia….”

5 modi in cui i movimenti di protesta possono gestire minacce e attacchi
di George Lakey

  • “Negli anni ’60 e ’70, i movimenti sociali americani hanno portato avanti alcuni dei cambiamenti progressisti più importanti a cui ho assistito nel corso della mia vita, sebbene, talvolta, siano state condotte azioni di resistenza violenta. Gli attivisti hanno elaborato una serie di modi per aumentare il nostro livello di sicurezza e – laddove non sia stato possibile evitare la violenza – per massimizzare il potenziale positivo di quell’incidente.”
  • “Alle manifestazioni erano sempre presenti medici e “marescialli”, che intervenivano in caso di problemi. Nel mezzo di una grande folla, i marescialli riuscivano a individuare una rissa tra manifestanti e oppositori, e a evitare che degenerasse. C’è sempre da aspettarsi episodi del genere, per questo è importante preparare questi peacekeeper ogni qualvolta si organizzi una manifestazione.”
  • “In situazioni più polarizzate della nostra, i neri e loro alleati bianchi affrontano situazioni di puro terrore e, a volte, vincono. Oggi, gli attivisti attingono a una serie di nuovi strumenti creativi per far fronte alle minacce.”

Una lungimiranza necessaria

Soffermarsi esclusivamente su ciò che non ci piace è dura e può portare all’esaurimento. Una prospettiva positiva aiuta a sostenere la battaglia più a lungo, come spiega questo articolo sulla piattaforma strategica del Movement for Black Lives.

“Uno sguardo lungimirante al Black Lives” è lungimiranza per tutti
di George Lakey

  • “Chi offre uno sguardo riflessivo al futuro sa che per fermare le ingiustizie sociali è necessario creare delle alternative.”
  • “Scegliamo ogni giorno le tattiche più efficaci per sapere dove siamo diretti. La strategia, nel suo insieme, consiste nel utilizzare queste tattiche per aumentare la crescita e il potere del movimento. Quindi, quando si sceglie una strategia, è fondamentale conoscere la nostra destinazione.”
  • “Molte persone che lavorano contro qualcosa, rischiano un esaurimento nervoso. Un atteggiamento negativo non ci proteggere dal dispiacere che l’impegno a favore della giustizia inevitabilmente comporta. I fondatori del Movement for Black Lives sanno che la battaglia andrà avanti per molto tempo.”
  • “Uno sguardo lungimirante, inoltre, aiuta a mantenere il movimento unito. Gli attivisti possono non essere d’accordo su certi aspetti, tattiche, ma se concordano sugli obiettivi, allora saranno in grado di accettare le diversità. Una meta condivisa incoraggia a intraprendere insieme il cammino.”
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Demilitarizzare la polizia

Quando i movimenti sanno chiaramente cosa vogliono ottenere, possono condurre una serie di azioni e campagne volte a muovere la società in quella direzione. Questi articoli mostrano in che modo – dall’aumento della consapevolezza all’organizzazione elettorale – gli attivisti hanno lavorato per ottenere una riforma delle carceri.

Incontriamo il nuovo gruppo che disarmerà la NYPD e prenderà il suo posto
di Ashoka Jegroo

  • Disarm NYPD è un nuovo collettivo nato con l’obiettivo di impedire che il Dipartimento di Polizia di New York commetta altri omicidi. Il gruppo cerca di monitorare la polizia, con l’aiuto delle comunità locali, e di fare pressione affinché vengano stabilite delle zone “libere”, in cui situare delle forme alternative di monitoraggio e risoluzione dei conflitti. Oltre a questo, il gruppo richiede anche il totale disarmo delle forze di polizia.”
  • Disarm NYPD ha preso l’idea delle “zone libere” dal gruppo Take Back The Bronx. Nel 2011, i membri del gruppo hanno organizzato una raccolta firme per contrastare la presenza nel quartiere di blocchi fortemente sorvegliati, per incoraggiare i residenti a  muoversi senza timore di essere vittime di intimidazioni da parte della polizia, e per sensibilizzarli al tema della risoluzione dei conflitti interpersonali.”
  • “Gli abitanti del quartiere hanno sfruttato l’occasione offerta dalle “zone libere” per confrontarsi con la comunità e condividere esperienze. Sebbene non vi fossero agenti di polizia presenti durante questi eventi, non è mai accaduto nessun episodio sgradevole e l’atmosfera generale era sempre gioviale.”

Gita a Park Slope per chiedere ai residenti di spiegare come i poliziotti trattano le comunità di colore
di Ashoka Jegroo

  • “Gli attivisti contro la brutalità della polizia, hanno fatto un giro in uno dei quartieri riqualificati di New York per assistere a scene di quotidianità, in cui i bianchi commettono liberamente quel tipo di violazioni, per le quali i neri sono regolarmente aspramente puniti da parte della polizia.”
  • “Bloccare il marciapiedi o tagliare la strada sono due delle principali violazioni del codice municipale commesse dai bianchi”, ha detto Robert Gangi, il fondatore del progetto Police Reform Organizing. “L’obiettivo del progetto è quello di mettere in evidenza quanto siano crudamente discriminatorie le pratiche messe in atto dalla polizia. I bianchi di Park Slope non sono mai stati multati per questo tipo di violazioni, mentre afro-americani e latini vengono puntualmente puniti – multati e, a volte, arrestati.”

Il sistema di polizia non funziona nemmeno per gli agenti
di Kazu Haga

  • “Il sistema di polizia si basa sulla violenza, la paura, la repressione e su una mentalità profondamente colonizzatrice. Ma gli individui che sono chiamati a dare concretezza a questa ideologia sono pur sempre degli esseri umani dotati di intelligenza emotiva, chi più chi meno… È da stupidi pensare che queste persone non risentano in alcun modo della violenza a cui assistono e partecipano ogni giorno. Nessun essere umano può prendere parte a livelli simili di violenza senza esserne colpito.”
  • “Non si tratta di cercare una giustificazione per i responsabili degli omicidi contro donne e uomini neri. Né di fare un paragone tra la sofferenza delle comunità nere e quella delle forze dell’ordine. Ma nella nonviolenza, sappiamo che se non ci si sforza di comprendere la prospettiva dell’altro, non si capiranno mai, fino in fondo, le cause del conflitto. Non si deve andare d’accordo, perdonare o giustificare l’altro, ma semplicemente comprenderne il punto di vista, così da avere un quadro più completo della situazione.”
  • “Il sistema non difende nessun individuo. È soltanto uno specchietto per le allodole. Gli individui sono superflui. E per quanto ci riguarda, più concentriamo la nostra rabbia su chi ha premuto il grilletto,  più stiamo consentendo al sistema di passarla liscia. E più il sistema difende l’individuo, più ci ostiniamo a volerlo vedere rinchiuso, come fosse lui/lei il problema.”

In che modo i carcerati di Philadelphia si sono organizzati per eleggere un procuratore onesto
di Kerry “Shakaboona” Marshall e John Bergen

  • “Alle elezioni del 2017, a Philadelphia, è stato nominato procuratore distrettuale un ex avvocato per i diritti civili, attivo sul fronte anti-incarcerazione.”
  • “I leader dei gruppi progressisti, che hanno messo da parte le differenze per creare un’ampia coalizione, sono tra le persone maggiormente colpite dal sistema giuridico della città, tra cui i detenuti nelle prigioni di stato della Pennsylvania. I loro sforzi, che hanno aiutato Krasner a vincere le elezioni, sono parte di un lungo e dinamico dibattito pubblico sulla carcerazione dei cittadini della Pennsylvania.”
  • “Quando si tratta di politiche di incarcerazione di massa, i movimenti per la giustizia e l’uguaglianza non possono avere paura di spostare la conversazione su un altro piano.”
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Fondi per le cauzioni

Con migliaia di persone arrestate quotidianamente, i fondi per le cauzioni iniziano a spuntare un po’ ovunque nel paese. Gli attivisti favorevoli all’abolizione delle incarcerazioni, impegnati a lottare contro le ingiuste e razziste condizioni per la libertà provvisoria, stanno organizzando questi fondi da anni. Gli articoli che seguono approfondiscono meglio l’argomento.

#FreeBlackMamas: festa della mamma e libertà provvisoria per le BlackMamas
di Victoria Law

  • “In un giorno qualunque, circa 462.000 persone (di tutti i generi e etnie) sono detenuti in carcere prima del processo, in attesa dell’udienza. La maggior parte viene incarcerata semplicemente perché non può permettersi di pagare la cauzione.”
  • “Nel 2017, gli organizzatori di #FreeBlackMamas hanno raccolto più di un milione di dollari in due mesi, abbastanza per pagare la cauzione a 106 mamme. Non solo hanno permesso a queste donne di uscire di galera, ma le hanno anche messe in contatto con dei servizi di assistenza – per alloggio e consulenza – offrendo loro anche i mezzi di trasporto per raggiungere il tribunale nei giorni delle successive udienze. I loro sforzi hanno dato il via ad altre iniziative del genere, come il ‘Father’s Day bailout’ e il ‘Black August bailout’, in seguito alle quali sono state liberate 71 persone.”
  • “Queste iniziative non sono limitate alle festività. In alcuni stati, sono state fondate organizzazioni [come la Massachusetts Bail Fund] per scarcerare detenuti durante tutto l’anno.”
  • “Negli Stati Uniti, le mamme nere che sono state liberate grazie al #FreeBlackMamas, hanno partecipato al convegno del Consiglio Nazionale per le Donne e le Ragazze Detenute e Ex-detenute, in Oklahoma, a Tulsa. Alcune non erano mai state coinvolte in impegni politici prima di essere scarcerate. Ora, ciascuna di queste donne è profondamente coinvolta nelle campagne anti-carcerarie.”

Come sono stati raccolti 233.000 dollari in un giorno per scarcerare centinaia di detenuti
di Victoria Law

  • “Chi organizza fondi per le cauzioni non è semplicemente interessato a liberare le persone dalle carceri, ma soprattutto a porre fine al sistema cauzionale in sé. E iniziano a vedersi i primi risultati.
    Insieme al Chicago Community Bond Fund, sono state portate avanti iniziative volte a cambiare le leggi sulla cauzione. Nel luglio 2017, in risposta a una causa legale, un giudice ha emesso una norma la quale prevede che tutte le cauzioni nella contea di Chicago debbano essere ragionevoli e accessibili.”
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In che modo i bianchi possono contrastare il razzismo

I bianchi hanno il dovere di agire a favore della giustizia razziale. Gli articoli riportati di seguito sottolineano i tentativi che possono fare per contrastare e abbattere la supremazia bianca.

La sacralità di impegnarsi per abbattere la supremazia bianca – Una conversazione con il reverendo Anne Dunlap
di Chriss Crass

  • “I bianchi aspirano a modelli “bianchi” di giustizia razziale e solidarietà, e quindi è necessario che quelli con maggiore esperienza in questo settore incoraggino quante più persone possibile a provarci. E con questo, non intendo postare selfie scattati durante l’ultima iniziativa sociale, ma essere informati sulle battaglie e sugli errori, sulle risorse utili e su tutto l’orrore che continua irrefrenabilmente a essere perpetrato.”

Quando la classe operaia bianca chiude la strada a Trump – Una conversazione con Ben Laughlin
di Caitlin Breedlove

  • “Negli Stati Uniti, chi ha il potere ha da sempre individuato nelle persone povere e di colore il capro espiatorio. Per me, è fondamentale incontrare le persone e parlare a cuore aperto della loro rabbia e frustrazione. Dobbiamo indagare più a fondo sulle soluzioni distruttive e fuorvianti che Trump sta portando avanti. Lui ha un modo di esprimersi tale da far presa sul pubblico, ma  in realtà è totalmente indifferente al benessere della classe operaia bianca. La rabbia della mia famiglia è reale, ma voglio anche svelarne l’ostracismo, l’odio e la paura.”
  • “Credo fermamente che la classe operaia bianca abbia un reale interesse a smantellare la supremazia bianca e il capitalismo razziale. Allearsi al potere bianco è senz’altro allettante e, per questo, è necessario svelare la menzogna letale che si cela dietro di esso e impiegare tutte le nostre risorse per far sì che la gente lo contrasti.”

Perché la riconciliazione e la redenzione sono fondamentali per contrastare la supremazia biancaUna conversazione con il direttore esecutivo di Life After Hate, Sammy Rangel
di Sarah Freeman-Woolpert

  • “Esiste un luogo che accolga chi sta avendo ripensamenti sulla sua posizione a favore della supremazia bianca? Cosa possiamo fare nelle nostre comunità per creare uno spazio dove queste persone possano essere al sicuro? Al momento, Life After Hate è l’unico ed è una vergogna, perché non può essere ovunque allo stesso tempo. Se le comunità seguissero questo esempio, potrebbero condurre più persone dalla parte della ragione. Ma ora come ora, la massa arrabbiata e violenta non ha nessuna via d’uscita.”

Fonte: Waging Nonviolence, 2 giugno 2020

Traduzione di Benedetta Pisani per il Centro Studi Sereno Regis


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