L’Iran e il coronavirus – una molteplicità di prospettive

Elena Camino

I DATI

OpenStreetMap® è una mappa open data [1],  interattiva, aggiornata ogni ora, che monitora la diffusione del coronavirus nel mondo [2].

Consultando la mappa la mattina del 20 marzo i dati che riguardano l’Iran sono i seguenti:  18.407 contagiati, 1.284 morti, 5.979 guariti. Nel pomeriggio 19.644 contagiati, 1.433 morti.

Sui social la gente sta postando immagini che documentano iniziative di  difesa contro il virus (come la disinfezione delle strade), e atti di gentilezza e di cura, come la distribuzione di mascherine e di sapone  ai bambini di strada, e di pacchi di cibo alle famiglie povere.

In alcuni distretti con un’alta frequenza di turisti alcuni cittadini sono scesi nelle strade con cartelli scritti a mano, per avvisare i viaggiatori che hanno ignorato o non capito le richieste del governo di rimanere a casa.

UNA RICHIESTA INASCOLTATA

Teheran, che sta affrontando da anni severe sanzioni statunitensi che hanno paralizzato l’economia e decimato le sue entrate petrolifere, incontra grandi difficoltà di fronte alla crisi causata dall’epidemia. Per la prima volta in 60 anni, l’Iran ha chiesto un prestito di $ 5 miliardi al FMI per aiutare a combattere il coronavirus. Ma l’amministrazione degli Stati Uniti, che ha annunciato nuove restrizioni contro l’Iran all’inizio di questa settimana, non ha mostrato alcun segno di essere disposta a concedere un alleggerimento alle sanzioni contro la repubblica islamica.

IL PUNTO DI VISTA MEDICO

Sulla rivista medica ‘The Lancet’ è stato pubblicato il 17 marzo un articolo dal titolo “COVID-19 battle during the toughest sanctions against Iran’[3] (La battaglia contro il CIVID-19 durante le più severe sanzioni contro l’Iran).  Gli Autori sostengono che le sanzioni unilaterali applicate dagli USA contro l’Iran, in atto da ormai quarant’anni, da maggio 2019 si sono ulteriormente inasprite, fino a causare un blocco economico quasi completo, che include gravi multe alle aziende non–USA che vogliano commerciare con l’Iran. Tra queste c’è anche il settore medico. Nonostante gli sforzi locali, la mancanza di equipaggiamento medico, farmaceutico, di laboratorio, rende difficile combattere questa situazione di emergenza. Gli aiuti che arrivano dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e da alcune organizzazioni umanitarie non sono sufficienti ad arginare la situazione di emergenza prodotta dalla diffusione del virus.

È vergognoso – affermano gli Autori – che oltre alle vite perse a causa di questo virus mortale, sanzioni estreme limitino l’accesso ai materiali necessari e quindi uccidano ancora più persone. Sebbene le sanzioni non siano fisicamente delle armi di guerra, sono altrettanto mortali, se non di più. Mettere a repentaglio la salute di intere popolazioni per scopi politici non è solo illegale, ma anche un atto di barbarie.

Gli Autori concludono il loro scritto rivolgendosi al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, affermando la necessità di attenuare, almeno temporaneamente, il blocco economico e consentire la consegna all’Iran. di materiali e strumentazioni mediche che possono salvare molte vite.

Dalle pagine della rivista The Lancet questi autori affermano che in futuro la comunità globale deve saper prevedere i possibili impatti delle sanzioni economiche sull’aiuto umanitario, e agire in modo da impedire futuri disastri. I virus non discriminano, lo stesso dovrebbe fare l’umanità.

GIOCARE A SCACCHI CON LE VITE UMANE

Sul giornale inglese The Guardian del 17 marzo[4] un articolo mette in luce la complessa rete di interessi politici che si stanno confrontando sulla scacchiera dell’Iran. Mentre l’epidemia dilaga nel paese, il Regno Unito fa pressioni sugli Stati uniti perché alleggeriscano le sanzioni economiche e consentano l’invio di medicinali e strutture sanitarie. Ma sembra che sia in atto un braccio di ferro tra USA e Iran: gli americani sottolineano di aver offerto aiuto attraverso l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma gli iraniani hanno rifiutato qualunque sostegno che non implichi anche l’abolizione delle sanzioni. Inoltre il Segretario USA, Mike Pompeo, ha affermato che “ogni nazione che intenda fornire assistenza umanitaria all’Iran dovrebbe richiedere il rilascio di tutti i cittadini con doppia cittadinanza e stranieri dalle carceri iraniane”.

(http://en.trend.az/iran/3209913.html).

ARMI ATOMICHE E STRATEGIE POLITICHE

Il Bulletin of the Atomic Scientists, quello – per intenderci – che imposta ogni anno la posizione delle lancette dell’Orologio dell’Apocalisse[5], spostandole avanti o indietro in relazione alle previsioni di olocausto nucleare, in un articolo del 17 marzo 2020[6] a firma di George M. Moore esprime un punto di vista molto diverso.  Questo il titolo: “Una potenziale vittima del coronavirus? L’ispezione nucleare in Iran”.

L’Autore riferisce che alcuni importanti rappresentanti del governo e delle istituzioni iraniane sono morti o sono stati colpiti dal virus, e che i Centri USA per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno assegnato all’Iran il livello 3, che significa che devono essere sospesi tutti i viaggi non necessari a questo paese.  L’Iran invece non ha ancora vietato l’ingresso agli stranieri. Si tratta di un dettaglio importante, perché tra coloro che dovrebbero entrare in Iran ci sono gli ispettori dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA) che hanno il compito di ispezionare i siti di arricchimento e centrifugazione degli impianti nucleari iraniani. 

L’Autore esprime preoccupazione sulla possibilità di rimandare – per motivi sanitari – questa visita di controllo: “Sospendere le ispezioni, anche se temporaneamente, consentirebbe potenzialmente un’interruzione di parecchi mesi che l’Iran potrebbe sfruttare se decidesse di uscire completamente dall’accordo nucleare”. Questa situazione inaspettata potrebbe alimentare le peggiori paure sulla proliferazione iraniana, e ridurre le possibilità di cooperazione. “In ogni situazione – conclude Moore – “la mancanza di informazione generalmente porta a instabilità, e quando si tratta di armi nucleari, tale instabilità può essere estremamente pericolosa”.

Una notizia dell’ultima ora[7] sembra destinata a ridurre la tensione: è stato riferito dall’agenzia di stampa Iraniana Mizan che Kazem Gharib-Abadi, ambasciatore dell’Iran presso l’International Atomic Energy Agency, ha affermato che anche durante l’epidemia di coronavirus gli ispettori dell’IAEA possono continuare il loro lavoro in Iran, e lascia a loro la decisione se venire in Iran o no.

LA SALUTE DI CHI?

Mentre aumentano esponenzialmente i casi di COVID-19 in molti paesi, la preoccupazione per la salute delle persone può essere espressa in modi molto diversi, come è evidente nelle righe che seguono.

Il Bulletin of Atomic Scientists5.  Innanzitutto, è essenziale ridurre al minimo qualsiasi rischio per la salute degli ispettori dell’AIEA. L’agenzia deve preselezionare i propri ispettori prima che viaggino per identificare quelli a maggior rischio. Inoltre, gli ispettori dovrebbero essere attrezzati per affrontare il potenziale contatto con il virus utilizzando indumenti monouso adeguati e procedure di disinfezione. Gli ispettori dovrebbero inoltre essere accompagnati da personale medico e dovrebbero sforzarsi di essere autosufficienti per il cibo.

I medici cubani[8]. Sono in arrivo in Italia alcuni medici cubani. La professionalità e l’efficienza della sanità cubana è riconosciuta universalmente, a partire dall’Oms. E poi c’è il valore aggiunto dell’etica umanitaria. C’è l’efficacia di un modello vincente, basato sulla capillarità e la prevenzione; non dimentichiamo che la riforma del sistema sanitario italiano del 1979 ha tratto decisa ispirazione dal modello cubano.

Papa Francesco [9]. Qui si piange e si soffre. Tutti. Da questa situazione potremo uscire solo insieme, come umanità intera. Le ombre entrate nelle nostre case spariranno, con le ferite nel cuore l’umanità unita si risolleverà.


[1] I suoi dati sono distribuiti con licenza Open Data Commons Open Database License (ODbL) dalla OpenStreetMap Foundation (OSMF). (http://www.openstreetmap.org/copyright) .

[2] http://www.rferl.org/a/30490414.html

[3] http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)30668-1/fulltext

[4] http://www.theguardian.com/world/2020/mar/18/uk-presses-us-to-ease-iran-sanctions-to-help-fight-coronavirus

[5] http://www.repubblica.it/esteri/2020/01/24/news/orologio_dell_apocalisse_doomsday_clock_100_secondi_fine_mondo_nucleare_clima-246559174/

[6] http://thebulletin.org/2020/03/one-potential-victim-of-coronavirus-nuclear-inspections-in-iran/#.XnO4SDyL1mI.mailto

[7] http://en.radiofarda.com/a/iran-says-iaea-nuclear-inspectors-free-to-visit-and-conduct-verification/30499450.html

[8] http://ilmanifesto.it/coronavirus-medici-cubani-pronti-ad-aiutare-la-lombardia/

[9] http://www.lastampa.it/vatican-insider/it/2020/03/20/news/coronavirus-papa-francesco-non-abbiate-paura-1.38613733

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