La pace | Recensione di Cinzia Picchioni

AA.VV., La pace, Messaggero di Sant’Antonio, Padova 2016, pp. 144, € 10,50

Esiste una «città della pace» in Italia. Lo sapevate? Io no.

Betty Williams (Premio Nobel per la pace) me l’ha rivelato, scrivendo l’Introduzione del librino di cui state leggendo la recensione, e che da ora è disponibile alla Biblioteca del Centro Studi Sereno Regis (di Torino). La suddetta «città della pace» si trova invece in Basilicata, e Betty Willimas ne è la presidente. Lei – che si definisce «madre generatrice» (fantastico!) – ha voluto «fare qualcosa per cui i bambini non muoiano», e ha voluto «farlo adesso [perché] Non c’è più tempo da perdere», pp. 7-8.

Da oltre 10 anni (nel 2016, quindi oggi gli anni sono 13) il progetto è impegnato nell’accoglienza di bambini rifugiati e delle loro famiglie, centinaia di persone.

Il profeta e il presidente

Il primo è il profeta per antonomasia (almeno, io la penso così, e lo adoro), Isaia, e anche il secondo è il presidente per antonomasia (e questo non solo per me, credo…): Sandro Pertini.

Entrambi sono citati da Marco Boato nel suo contributo, che inizia con una frase tratta appunto da Is 2,2-5: «Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri», cui segue quella così «simile» ma di un non credente (quale Pertini): «Svuotate gli arsenali, riempite i granai», già! Con il frumento coltivato grazie agli aratri, a loro volta forgiati col metallo delle spade spezzate di cui profetizzava Isaia. Che bello!

Mica tanto, in verità, perché se profeti (2700 anni fa), e poi presidenti (negli anni Settanta-Ottanta del Novecento) e sindaci ancor prima (Giorgio La Pira, il terzo citato da Boato) hanno ripetuto – e dovuto ripetere – la necessità del disarmo, l’invito a Abbattere muri, costruire ponti, vuol dire che non sono stati tanto ascoltati… tanto che oggi è papa Francesco che raccoglie il testimone e scrive l’enciclica Laudato si’, rivolta – come si sa – non solo a cristiani/credenti, ma a tutti gli esseri umani.

Marco Boato fa una specie di «rassegna» – utile per tutti – delle voci che si sono levate in nome della pace, per il superamento del concetto di «guerra giusta» e per affermare attivamente la nonviolenza. L’elenco va dal profeta Isaia fino all’ex presidente del MIR Paolo Candelari (che con Ilaria Ciriaci ha scritto e pubblicato Guerra pace nonviolenza. 50 anni di storia e impegno, Paoline, Milano 2015), voci cristiane, voci di laici non credenti, o credenti in altre religioni: Gandhi, Aldo Capitini, don Milani, padre Balducci e padre Turoldo, don Tonino Bello, Alex Langer…

Il testo è bi-lingue, tradotto in arabo a cura dei frati minori conventuali del Libano, perciò dopo pagina 75 le successive sono – fino a pagina (?), non so leggere l’arabo! – stampate con i bellissimi caratteri, e al contrario, cioè dall’ultima pagina all’indietro, fino a p. 75. Bellissima l’idea, che è anche nella copertina, così vediamo com’è la parola «Pace» scritta in arabo, e anche i nomi degli autori, e delle autrici: altri contributi sono di Lidia Maggi (teologa, pastora battista), Sabina Miriam Zenobi (insegnante, allieva di Fabrizio Cipriani ex rabbino della comunità Lev Chadash di Milano), Yahya Abd al-Ahad Zanolo (responsabile della Comunità Religiosa Islamica Italiana – CO.RE.IS. – per il Triveneto).

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