Cinema | Anne Frank, la voce salvata | Recensione di Enrico Peyretti

#ANNEFRANK. VITE PARALLELE. Regia di Sabina FedeliAnna Migotto. Un film con Helen MirrenMartina GattiArianna SzöréniSarah Lichtszesin-MontardHelga WeissCast completo Titolo originale: #Anne Frank Parallel Stories. Genere Docu-fiction – Italia2019durata 92 minuti. Uscita cinema lunedì 11 novembre 2019 distribuito da Nexo Digital.


Noi la conosciamo col nome italianizzato, Anna. La sua famiglia, di Francoforte, si rifugia in Olanda subito all’inizio del potere nazista, ma, alla fine, cade nella macchina di morte: si salva solo il padre, Otto. E un quaderno pieno di vita, in mezzo alla morte. 

Molti di noi adulti abbiamo letto il diario di Anna, 1942-1944. I ragazzi di oggi, oltre zampettare sullo smart (non che sia male), scrivono il loro diario, quel colloquio con se stessi, che è terapia e sviluppo dell’interiorità, il volto più vero di ogni persona, e anche salvezza dalla distruzione? «Voglio continuare a vivere anche dopo la mia morte», scrive Anna.

Così noi viviamo la sua stessa esperienza del male più cattivo, e della speranza più tenace. Anna crede, nonostante tutto ciò che vede, alla possibile bontà profonda degli esseri umani.

È lo stesso pensiero che Etty Hillesum ci testimonia dal profondo (de profundis…) di quella stessa orrenda persecuzione di umani da parte di umani, nella stessa città (per esempio: Hillesum, Diario 1941-1943, Adelphi 1985, p. 179. Una famiglia Frank – quella di Anna? – è nominata nella lettera da Westerbork, 1 settembre 1943, in Lettere 1942-1943, Adelphi 1990, p. 144).

Helen Mirren

Il docufilm, Anne Frank. Vite parallele, scritto e diretto da Sabina Fedeli e Anna Migotto, proiettato per soli tre giorni a Torino, consiste nella narrazione e lettura di brani del Diario da parte della brava attrice Helen Mirren. La lettura è scandita sul filo della ricerca, da parte di una ragazza di oggi, che ha l’età di Anna allora, della memoria di quel tempo, sui luoghi della sua storia, da Amsterdam al Lager.

Vite parallele sono quelle di anziane donne sopravvissute alla stessa sorte di Anna: le loro testimonianze sono vitali, mature, toccanti, preziose. Sono quasi reincarnazioni della “ragazza-coscienza” di quel Novecento del grande male, ma anche del bene che non soccombe, seme di umanità.

Anna Frank, sull’ultima di copertina del suo diario, interrotto dall’irruzione dei nazisti nell’alloggio segreto, che è il set del film, scrive: «Sii gentile, e abbi coraggio». La sua voce, uscita viva dal fuoco, le voci come la sua, ci parlano, ammoniscono i nostri giorni contro le nuove disumanità, che il film non manca di denunciare.

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